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mercoledì 17 aprile 2013

Rodotà Presidente della Repubblica ideale...

Credo che non ci sia scelta migliore per una personalità di spicco come Stefano Rodotà. Le personalità come il responsabile di Emergency Gino Strada e il premio Nobel per la letteratura Dario Fo sono conosciute sul piano internazionale e sono benvolute da milioni di cittadini italiani, e anche l'acclamata e ben stimata giornalista Milena Gabanelli era letteralmente stata sopravalutata, ma difficilmente rientrerebbero nella cerchia delle candidature accettabili per il Partito Democratico di Bersani e il Popolo delle Libertà di Berlusconi.

La notizia dell'approvazione del professor Rodotà, cioè del suo si alla candidatura per il Quirinale con il Movimento cinque stelle è utile al cambiamento che serve in questa fase di svolta del sistema politico italiano. Non nego che avevo sperato fosse il professore tra i primi dieci candidati scelti nelle Quirinarie.

Il Professor Rodotà è conosciuto come giurista, giornalista e anche come grande conoscitore dei sistemi di democrazia rappresentativa e tecnologica. Ex parlamentare, professore universitario, studioso dei beni comuni, difensore dei valori fondamentali della Costituzione, autore di proposte giuridiche per la difesa e lo sviluppo del diritto di accesso a Internet per tutti, firmatario di un recente appello per l’abolizione dell’ergastolo, rispettoso delle diversità culturali e dei diritti civili, tenace critico verso ogni forma di tortura, favorevole a regole severe sulla moralità pubblica e sostenitore del reddito di cittadinanza, Rodotà esprime oggi quella saggezza e quei saperi indispensabili per assumere la più alta carica dello Stato in modo utile a livello socio-politico e senza mai cadere nell’arbitrio del presidenzialismo e nelle trappole ricattatorie dei governi di altri paesi.

Rodotà potrebbe rappresentare quell'Italia andata in disuso, dal punto di vista dell'informazione, e dal punto di vista umano. Poi non discutiamo sull'alta e qualificante preparazione che ha quest'uomo nel portare avanti l'impegno di uomo di stato nella salvaguardia della Costituzione. Come molti sanno qualche anno fa scrisse riguardo la trasformazione del sistema rappresentativo, con la possibilità di far subentrare una Costituzione per internet e riformare la vecchia comunicazione politica con una nuovo e più intelligente approccio.

Come lo stesso candidato alla Presidenza della Repubblica ci ricordava nei suoi discorsi: Le nuove forme di partecipazione politica, dei cui effetti abbiamo avuto prove concrete in occasione dei referendum e delle elezioni amministrative, esigono forme istituzionali che diano corpo e legittimazione a quella "democrazia continua" che ormai caratterizza la sfera pubblica e che non può essere affidata soltanto alla dimensione mediatica o alla logica dei sondaggi.

Ricordate la critica di Rousseau alla democrazia rappresentativa inglese?

“Il popolo inglese crede d'essere libero; s'inganna, non lo è che durante l'elezione dei membri del Parlamento; non appena questi sono stati eletti, esso diventa schiavo, non è più nulla”.
A questa schiavitù politica, al silenzio tra una elezione e l'altra, i cittadini si ribellano sempre di più, grazie soprattutto alle opportunità loro offerte da Internet. Sono lontanissimo dalle semplificazioni di chi continua a pensare ad una democrazia salvata dalla tecnologia, e ritengo che si debba sempre riflettere sui rischi di una "democrazia elettronica" come forma del populismo dei nostri tempi.

Ma è suicida continuare a guardare alle istituzioni e alle loro possibili riforme senza prendere seriamente in considerazione la necessità di integrazioni nuove tra democrazia rappresentativa e presenza più diretta dei cittadini.”

sabato 13 aprile 2013

Governissimo Si inizia!

Il nuovo governo deve essere fatto a costo di unire più parti politiche?
E' vero che l'ingrediente, chiamatelo anti-virus, “bastoni tra le ruote”, cioè il non voto a disegni di legge non attigui e decenti c'è. Ed è la parte grillina all'interno del Parlamento. Ora dato che sussiste il problema economico, lo sviluppo della classe media da risollevare, una situazione borsistica che oramai ha preso il soprabalzo, bisogna sbrigrarsi a formare il governo "sano" dall'illegalità.

Tant'è vero che nessuno si aspettava l'entrata dalla porta principale di Beppe Grillo e del Movimento cinque stelle e ciò lo si evince dalle non scelte da parte dell'attuale segretario del PD Pierluigi Bersani alle larghe intese e alla paura di una sua maggiore escalation. Il no al “Governissimo” è un no alla parte di quegli italiani che gli hanno dato fiducia e i voti, e che in questo momento lo stanno favorendo con la maggioranza dei seggi in Parlamento, ricordo specificando, grazie a questa attuale legge elettorale chiamata “Porcellum”.

Pronostico che forse questa sarà la volta buona per Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze, per la “scalata rutelliana” nel partito democratico. I migliori “bookmaker” dell'Università di Bologna avevano già intuito sia l'ascesa del M5S, che questo inafferrabile confronto tra due non pari “compagni” di partito. “E io tifo viola”.

A parte questo dunque sono in tanti ad essersi astenuti dal voto elettorale nell'ultima votazione, data la scarsità di cambiamento dei vecchi partiti. E la novità sta intralciando, un poco per volta, l'interno di quelle sedi istituzionali, in cui si sente stagnante ancora l'arruginimento del sistema politico. Non si aspettava forse nell'immaginario collettivo questo genere di reazione. Cioè non ci si poteva minimamente aspettare la non formazione del governo.

La risposta al non governissimo è dunque la formazione del nuovo "governissimo" fatto da più giovani e da più donne. Poiché data la lunga attesa, constatato l'ingarbugliamento decisionale sia del Colle, sia dei così detti “saggi” che dai vecchi partiti, forse il "nuovo governissimo" sa da fare. E bisognerebbe togliere anche il finanziamento pubblico ai partiti e ai quotidiani.

Questo è il frutto della votazione del popolo. Questo è il risultato del voto degli italiani che come “customer” o “guest” (clienti) hanno sempre ragione. E i politici dovrebbero rispondere a questa scelta democratica oramai constatata e scientifica. E' arrivato il tempo che ognuno si prenda le proprie responsabilità elettive e non. E questo non solo al livello politico.

Voglio ricordare inoltre che le iniziative di legiferazione partono dal Parlamento e poi arrivano al Senato. Quindi da quel lato possono essere aggiustate tantissime cose prima di atterrare a Palazzo Madama. Bersani per farcela dovrebbe accettare le larghe intese?

Basterebbe accostarsi alle giuste idee programmatiche esposte in campagna elettorale. E poi, ora come ora, è improponibile la scelta di ritornare tutti al voto. Ribadisco che questa scelta del ritorno al voto è frutto di quella fetta politica, di sinistra, delusa dai risultati elettorali. Ed è irresponsabile ricondurre gli italiani al voto.

Un'altra martoriante campagna elettorale, un altro valzer di quisquillerie al limite dell'immaginazione non potrebbe essere sopportabile dai cittadini, vista la situazione attuale, sia economica sia sociale. E inutile dire quindi che senza un governo questa stupenda nazione andrà più giù del polo sud.

giovedì 4 aprile 2013

Il petrolio come una droga?

Una fantomatica città americana chiamata Motorville ha bisogno di sempre più petrolio per soddisfare la sete delle automobili e dei camion che sfrecciano per le sue strade. Così, un giorno, decide di andare a cercarlo da sé.

lunedì 1 aprile 2013

Riprendiamoci la nostra vita

Buon pomeriggio a tutti ragazze e ragazzi,
scrivo dall'estero, precisamente dalla Germania, in cerca di un'occupazione che possa alleviare i dolori del sistema italiano che non mi sta per niente aiutando dopo la mia master's degree, in un'esperienza piena di sorprese e di emozioni che mi sta aprendo gli occhi.

E' da tempo che non lascio spazio alla mia scrittura in versione politica e oggi a Pasquetta sono ritornato a scrivere.

Dunque verificare e adempire la condizione di governabilità del paese per un Presidente della Repubblica in carica non è stato mai così difficile, in questi ultimi anni. Diciamoci la verità, “l'Italia sta morendo nella sua noiosa lamentela quotidiana”. Diciamoci una mossa, l'Europa non aspetta, l'economia reale non aspetta. Mi imbestialisce e mi amareggia sentire parlare di “saggi”, di ritorno al voto, di non governo, la gente ha già deciso, forse i partiti non erano pronti a questo nuovo flusso di voti di gente civile. La macchina politica era a quanto pare arrugginita.

Penso che ci siano tutti i numeri per governare, e questi numeri ci sono in Parlamento. Il Pd deve fare di meglio e credo che debba ritrovare la sua strada in una chiave più democratica, ascoltando le parti coinvolte nel sistema scelto dagli elettori, ascoltando il M5S e ritagliare fuori quella parte di politica di estrema sinistra che porta allo spaccamento della condizione politica attuale.
Veniamo a noi, ora vi immaginate come veniamo percepiti all'estero? Io non voglio iniziare a raccontarvi quello che mi viene detto. A parte le testate giornalistiche nei scorsi mesi, inondate di immagini dei leader italiani come dei clown.

E' una sensazione strana quella che sto vivendo. Non è da tanto che ho lasciato la mia amatissima terra, cioè l'Italia, e la mia splendida Sicilia. Qui in Germania come in Francia la situazione economica è stabile, la gente normale non si lamenta continuamente della propria condizione economica. Sembra di essere ritornato indietro di dieci anni, quando in Italia si respirava una sana vita economica e reale, con una meno stressante pressione che si avverte oggi tra la nostra gente.

Non riesco a capire come mai dopo un mese dal voto abbiamo ancora problemi politici sbattuti in prima pagina. Non riusciamo ad avere quella marcia in più che gli altri paesi possiedono? Eppure noi ci distinguiamo all'estero, come a casa nostra, per la nostra grande capacità organizzativa. Dove l'abbiamo nascosta? Quella stabilità che rende le cose quotidiane molto più facili dov'è andata a finire? L'Italia non vuole uscire dal tunnel del default economico? Non credo che gli italiani non vogliono riprendersi la loro vita, noi giovani vogliamo riprenderci la nostra normalità magari costruendocela passo per passo nella nostra terra, con il nostro lavoro, con il nostro sudore avendo perchè no! Anche ampie soddisfazioni in quello che si fa.

 Ci sono lobby che marciano a discapito di quella fetta di italia e di italiani che vogliono il loro meglio. Essi in questo senso non vogliono che questo trambusto quotidiano, questi inadempimenti sistemici, queste mancanze nel rispetto del lavoro e dei lavoratori, finisca. Ci stanno veramente annoiando. La ripresa è la chiave, ritornare al sociale, al quotidiano, ripartire all'attaco nella nostra vita normale, ideare, progettare, eseguire. Prenderci quello che ci spetta non è peccato ragazzi. Riprenderci da questa baraonda è un nostro diritto. Quindi all'attaco cari italiani.



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