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venerdì 28 marzo 2014

"La poesia del colore"

Oggi vi ho scritto una poesia, sono "ispirato":

LA POESIA DEL COLORE

Scegliere il grigio fra il bianco e il nero è più grave di quanto si pensi.
Poichè non c'è spazio per un bianco poco sporco o un nero poco scolorito.
E' proprio tipico dell'italiano medio, è più forte di noi. 
Un poco di quà e un poco di là.
Cambiamo. 
In fin dei conti bisogna scegliere il colore più adatto al nostro io.
Bisognerebbe decidere da che parte stare in pratica.

O si è bianchi seguendo la propria strada, o si è neri beccandosi le conseguenze.
A ciascuno la scelta del color proprio.




giovedì 27 marzo 2014

Lo stato controlla il gioco d’azzardo?

domenica 23 marzo 2014

Papa a media: disinformazione è peccato

Papa a media: disinformazione è peccato
                                 
 Papa a media: disinformazione è peccato
 "Per me i peccati dei media più grossi 
 sono quelli che vanno sulla strada del
 la bugia e della menzogna,e sono 3: di-
 sinformazione, calunnia e diffamazione.
 Ma la disinformazione è anche peggiore,
 è dire la metà delle cose, quelle più  
 convenienti per me". E' duro il monito 
 del Papa ai media, chiamati a racconta-
 re la realtà e i suoi avvenimenti.     

 Rivolgendosi alle tv cattoliche locali 
 della rete Corallo. il Papa le ha messe
 in guardia dalle "forme di inquinamen- 
 to" e dai "veleni" del clima mediatico,
 "un'aria sporca che non fa bene".      

 22/03/2014 13:06
 
 Papa:classe dirigente lontana da popolo
 Papa:classe dirigente lontana da popolo
 Una classe dirigente che si è "allonta-
 nata dal popolo", che si è "chiusa nel 
 proprio gruppo, partito, nelle lotte   
 interne", diventa "gente dal cuore     
 indurito". Lo afferma Papa Francesco   
 durante la messa a San Pietro per i    
 parlamentari italiani.                 

 "Tutti siamo peccatori,tutti. Ma questi
 sono più peccatori", da "peccatori sono
 scivolati in corrotti", sottolinea il  
 Papa. Tra gli oltre 500 parlamentari   
 presenti alla messa del mattino presie-
 duta dal Papa, i presidenti di Senato e
 Camera, Grasso e Boldrini. 
 
27/03/2014 08:36.
 
 

@palgiac
 

martedì 18 marzo 2014

"Credibilità e scelta di voto"

Il legame tra politica e media è sempre stato stretto e uno degli effetti di questa relazione è la leaderalizzazione, cioè la personalizzazione della politica.
Se ne parla spesso perchè si cercano di raccontare le dinamiche della politica italiana, tutti i giorni, facendo capo sempre a qualche leader carismatismo di una certa corrente politica.
Tuttavia è interessante percepire come questo tema incida sulla politica estera o/e sulla politica europea.
Qualcosa è cambiato nella personalizzazione della politica, il modo di inquadrare gli avvenimenti importanti geopolitici sovranazionali, nei momenti cruciali della “gestione della cosa pubblica” all'estero.

Dal punto di vista collettivo lo spirito che incarna, il premier, è quello di divenire leader nazionale come allo stesso modo leader internazionale. E quella connessione che si dà tanto per scontato è invece tema su cui rispecchia la capacità di comunicazione di un governo piuttosto che un altro. La capacità di un leader di esprimersi al meglio rispetto a un altro. In sostanza è immagine della nazione che rappresenta.
Aggiungo che nel caso di Enrico Letta c'è da fare un plauso per l'operato svolto durante la sua carica di Presidente del Consiglio. Che a sua volta aveva fatto un ottimo lavoro di politica estera.

Forse un po' bislacca e allo stesso modo poco “diplomatico” è stata la strategia utilizzata da Silvio Berlusconi nell'inserimento delle “grazie” internazionali. Mi riferisco alla “scortesia” di Berlusconi di fare attendere, mentre parlava al cellulare, Angela Merkel in un appuntamento importante con i capi di stato. 

O forse come riportato in foto, la giacca del Presidente del Consiglio Matteo Renzi abbottonata in maniera poco idonia, mentre parlava con la Merkel, "insulta" la sua immagine di politico, “ingiuria” all'estero l'immagine della Repubblica Italiana e lo rende così umano che lo depotenzia dalla carica acquisita. Il quale ha “dismesso” per “acclamazione” del partito democratico il suo predecessore Enrico Letta. Anche se quella carica gli è stata concessa tramite la base del suo partito. E non direttamente dal popolo. E qui ci sarebbe da farci un altro articolo. Ma qui non mi dilungo.

Sennonché citando A. King si suppone che: “La concentrazione sulla personalità del leader e su altre sue caratteristiche spesso confina con l’ossessione”. Io aggiungerei con l'ossessione dell'opinione pubblica di percepirsi indefettibile.

Intanto subito va detto che è un ruolo crescente ha avuto e ha la televisione, i media e la relazione politica che si caratterizza. In questa triangolazione il risultato è paradossale, nel senso che i leader diventano un po' i grandi mediatori del linguaggio politico.
Diciamo in un tempo di grande personalizzazione spinta della politica, questo processo tocca anche la lettura, le immagini, dei fenomeni internazionali. Con effetti che ricadono sull'opinione pubblica e su personaggi pubblici come ad esempio in questo momento su Matteo Renzi. Ci sono stati casi in cui si era superato il limite. Ma anche qui non ci dilunghiamo.

Quindi la volontà dell'opinione pubblica di legare la percezione di una personalità politica alle caratteristiche normalmente associate all'immagine di credibilità, autorità, stabilità dice molto sulla profondità dei legami che intercorrono tra essi. In quanto al minimo livello di consulenza politica, vengono ipotizzati tra l'impressione della personalità, immagazinata nel cervello dell'elettore e scelta di voto a livello individuale.

lunedì 17 marzo 2014

Lection 2 - Diritto dell'Unione Europea

Il preambolo del trattato di Roma del 25 marzo 1957 ci dice che le alte parti contraenti hanno deciso di istituire una comunità economica europea.
Gli obiettivi di pace, libertà e benessere possono essere raggiunti col mercato comune.
Quindi c'è stata la necessità di dover istituire organi istituzionali per realizzare questi ideali.

Che cos'è la CEE? (Comunità Economica Europea)
Per certi aspetti non era così chiaro all'epoca.
Infatti convivono tre diverse rappresentazioni tra loro alternative, in conflitto:
organizzazione internazionale (organismo di cooperazione tra un certo numero di stati, che collaborano in organismi internazionali e secondo le loro procedure.)
E non c'è nessun trasferimento di sovranità.

L'Organizzazione Internazionale: è un soggetto della comunità mondiale che opera come proiezione degli stati. Elementi del trattato che lo confermano sono:
La fonte istitutiva che è un trattato tra più stati. Gli stati invece nascono quando un territorio è governato da un principe che riesce  ad esercitarvi un imperio. Il compimento di ciò è una costituzione.
Istituzioni: c'è un consiglio, che è tipico delle organizzazioni.
Competenze: ha solo le competenze espressamente attribuitegli dal trattato. Diversamente gli stati  hanno sempre fini generali poiché la costituzione non li limita.

Elementi difformi dalle organizzazioni  normali:
Il parlamento europeo, composto da rappresentanti dei singoli, del popolo degli stati membri. I parlamenti delle altre organizzazioni invece sono costituiti da rappresentanti dei governi.
C'è un anomalo meccanismo di controllo della Commissione sugli stati membri riguardo il diritto comunitario. Ciò era quasi inconcepibile nelle altre organizzazioni, dove erano gli stati che controllavano le organizzazioni.

Embrione di stato federale
Gli elementi federali sono:
Non esserci trasferimento di sovranità. E l'esistenza del parlamento europeo.
Il federalismo è stato pensato come un processo: non si vuole creare subito uno stato federale, si vuole solo dare qualche elemento che dopo qualche tempo potrebbe portare al federalismo (federalismo funzionale: si segue un processo di trasformazione graduale).

Ordinamento composito.
Cioè l'idea che ci sia una alternativa allo stato federale e all'organismo internazionale.
La CEE:
non è uno stato federale perché gli stati continuano a mantenere una loro voce
non è una organizzazione internazionale perché ne fanno parte i singoli.

Dunque la CEE è un sistema in cui coesistono singoli e stati membri in una unica cornice.
Ciò non è detto espressamente dal trattato, ma l'idea è chiara, specie se si pensa al processo normativo, affidato a tre voci disomogenee:
la procedura è avviata e composta dalla Commissione (che rappresenta la comunità)
su questa si esprime il Parlamento europeo (che rappresenta i singoli)
ed è conclusa dal consiglio (che rappresenta gli stati)

L'ideologia delle tre rappresentazioni è:
1. La cooperazione internazionale (De Gaulle)
2. Il super-stato europeo (l'idea è superare il grande trauma della seconda guerra mondiale creando una cornice super statale in cui gli stati scompaiono)
3. Il sovranazionalismo comunitario (cornice unitaria in cui le tradizioni nazionali non scompaiono)

Preambolo del Trattato sull'Ue (1992): continuità con il passato.
La novità è quella di segnare una nuova tappa nel processo di integrazione europea.
Il suo contenuto è:
1. partire con il fatto che gli obiettivi passati non sono stati raggiunti, per cui è necessario rafforzare il funzionamento delle istituzioni, intensificare la solidarietà tra i popoli.
2. Gli obiettivi originari vengono ingranditi per sostenere la pace, la sicurezza che comprende l'ordine pubblico, la sicurezza militare quindi le minacce derivanti dall'esterno e il progresso in Europa e nel mondo. Si afferma l'Europa con un ruolo nella risoluzione dei problemi internazionali.

Strumenti per raggiungere gli obiettivi:
1. Il mercato unico e moneta unica;
2. L'unione di politiche, volta a garantire che i progressi compiuti sulla via dell'integrazione economica in altri settori.
3. L'integrazione politica: della politica estera e della difesa comune, con l'inclusione di disposizioni relative alla giustizia e agli affari interni.

domenica 16 marzo 2014

"L'Italicum fa acqua da tutte le parti"

"Viviamo tempi complessi, dove ci capita di vedere un Parlamento modificare la legge elettorale – che, non dimentichiamocelo, è la prima regola del gioco – non per garantire fin da subito una rappresentanza reale e una governabilità adeguata, ma piuttosto per allontanare proprio il momento elettorale. Sembrerebbe un paradosso, un nonsense,  ma ormai sembra che ci stiamo assuefacendo alla mediocrità del tatticismo e della furbizia.
 
Le riforme in questo Paese sembra che debbano servire non a migliorare e a far progredire la società ma a garantire la longevità dell’attuale mandato parlamentare: lo dimostra l’attività delle Camere di queste ultime due settimane. Tempo fa, il Presidente del Consiglio parlando delle sorti del passato governo, aveva paragonato il suo predecessore all’eroe di un videogioco che deve allungare la barra di energia per sopravvivere di più. Temo che ormai, a voler allungare la propria vita sia proprio chi aveva utilizzato questa metafora. Di più, e che stia estendendo il videogioco a tutti i parlamentari.
 
La nuova legge elettorale, che vedremo se il Senato approverà, è un compromesso al ribasso che fa acqua da tutte le parti: da una parte pretende di garantire governabilità senza impegnare i partiti a raggiungere un vero ampio consenso nell’elettorato, dall’altra sacrifica la rappresentanza in nome della governabilità. In sintesi, si vuole poter governare grazie al voto di circa un terzo dell’elettorato e ancora meno considerando anche chi si astiene; in più si è talmente pessimisti sulla propria capacità di creare consenso da voler costringere altre forze ad unirsi per fare massa critica e raggiungere l’agognata quanto francamente insoddisfacente soglia del 37%. Poi, dopo il voto, come già abbiamo visto in passato, partirà il momento dei dubbi, dei distinguo, dei do ut des che ci hanno tenuti per vent’anni nel congelatore della storia e del contesto economico globale.
 
Ricordo l’attesa spasmodica del mondo politico per la sentenza della Corte Costituzionale che doveva indicare i capisaldi per la riforma elettorale. Ebbene, oltre allo scellerato premio di maggioranza in assenza di un tetto minimo di percentuale di consensi, la Corte era stata chiara nell’indicare nelle liste bloccate un altro grave vulnus al concetto di democrazia e quindi di rappresentanza. Anche qui la maggioranza parlamentare non ha saputo agire di conseguenza, presentando le cosiddette “liste corte” come un’innovazione e un ripristino del potere di scelta dell’elettore. Non so se la Corte interverrà di nuovo per sanzionare questi escamotage ipocriti, quello che è certo è che la classe politica dominante continua ad avere paura del consenso popolare che potrebbero avere donne e uomini liberi da condizionamenti partitici o di altra natura.
 
A prescindere da come la si pensi, sulle cosiddette “quote rosa” abbiamo assistito allo spettacolo penoso dell’ipocrisia mascherata da motivazione politica e addirittura etica. Abbiamo visto deputati uomini ma anche donne che hanno votato contro perché sostenitori del merito, ma in realtà interpreti di una volontà politica tatticista e conservatrice. Vogliamo fare finta che oggi la politica italiana non sia un club di soli uomini? Intendo il vero potere politico, è forse co-gestito da qualche donna? Io non credo, credo invece che, al contrario, la vita delle donne in politica sia piena di ostacoli che impediscono loro di emergere come meriterebbero.
 
E’ già triste pensare che si debba votare un meccanismo per garantire la presenza delle donne in Parlamento, così come è triste registrare che a tutt’oggi la remunerazione del lavoro femminile è inspiegabilmente più bassa di quella maschile.
Sappiamo tutti che Governo e Parlamento sono sotto osservazione da milioni di persone, sfiancate da promesse non mantenute. Un Paese non può andare avanti per proclami e slogan. Perciò, avere immolato la possibilità di una buona legge elettorale, dovrà avere come contropartita misure reali ed efficaci per il rilancio dell’economia nazionale e famigliare. Se così non fosse, per la politica sarebbe un’ulteriore sconfitta. E la definitiva perdita della sua credibilità".
 
Carlo Pontecorvo (Presidente di Italia Futura)

sabato 15 marzo 2014

Lection 1 - Diritto dell'Unione Europea

Perchè dar vita all'Europa? Perché alcuni stati nel 1950 vogliono dar vita ad un organismo ultrastatale chiamato Unione Europea?
Ci chiediamo questo per capire in modo funzionale il diritto dell'Unione Europea, per valutarlo in modo critico. Vogliamo qui capire l'Unione Europea in alcune delle sue fasi.

Come possiamo capire L'Europa?
- facendo un esame cronologico, ossia guardandone l'evoluzione nel tempo, vedere l'evoluzione dei fini dell'UE;
- interpellando le fonti, in particolare i trattati, perché sono la fonte cronologicamente primaria. La storia dell'Unione Europea nasce con un trattato, poi modificato da altri trattati. In particolare fonti sono i primi articoli (I principi fondamentali) e soprattutto il preambolo (firmato dai paesi aderenti), che contiene principi ed aspirazioni principali (il preambolo dà il senso complessivo). I principali trattati che studieremo man mano sono:
    - 1957: Trattato di Roma 25 marzo 1957
    - 1992: Trattato di Maastricht
    - 2003-2007: Trattato di Lisbona (entrato in vigore il 1/12/2009)

Il Preambolo del Trattato CEE (1957)

-    Quali sono gli obiettivi del progetto di integrazione dell'Europa?
Gli stati firmatari dicono che sono “risoluti a rafforzare le difese della pace e della libertà” facendo appello agli altri popoli d'Europa, animati dagli stessi ideali, di unirsi a loro.
In altre parole pace e libertà sono gli obiettivi primari della Comunità Economica Europea, dunque gli obiettivi non sono il mercato, la protezione dell'ambiente o simile, ma soprattutto la pace e la libertà.
Il preambolo ha un punto di avvio nel 1950. Afferma l'interesse di ribadire la pace e la libertà dopo la seconda guerra mondiale, in particolare fra Francia e Germania, e di lasciarsi alle spalle il totalitarismo.
C'è stato un interesse di avere come obiettivo primario e ideale la pace e la libertà. Ciò significa non poter compiere scelte che non siano immediatamente in relazione con questi valori.
Inoltre la carta delle Nazioni Unite mette tra i suoi obiettivi principali la pace e la libertà, ma li vede come obiettivi, non come ideali.
L'ONU e la CEE rispondono alle stesse esigenze.

Dichiarazione di Schuman (ministro degli esteri francese) del 9 maggio 1950: invita tutti gli stati dell'Europa occidentale a dare vita ad un organismo ultranazionale, ad una conferenza intergovernativa, per dar vita ad una Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.
L'idea è di unire la gestione dei territori e delle risorse di carbone e acciaio delle ex nemiche Francia e Germania. E' una idea economica ma soprattutto Politica. Significa mettere insieme, su un problema definito, i due paesi più contrapposti durante la seconda guerra mondiale.

Questa idea, concordata con altri politici di altri stati, non è stata scritta da Schuman, ma da Jean Monnet (vice segretario generale della società delle Nazioni).
In un passaggio, di una conferenza, dice:
“ ogni guerra deve diventare materialmente impossibile e impensabile”
Impensabile: culturalmente non più concepibile.
L’elemento culturale alla base di ciò era la morale cristiana (cultura del perdono reciproco, appello alla riconciliazione).

Finalità ulteriore dell’integrazione europea: la prosperità.
Le Nazioni sottoscriventi erano: “decise ad assicurare, mediante una azione comune, il progresso economico e sociale dei loro paesi, assegnando ai loro sforzi per scopo essenziale il miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei loro popoli”.

Art.2: Le Nazioni si impegnano a “promuovere uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell’insieme della Comunità, un’espansione continua ed equilibrata”.
L'Europa è la terra in cui tutti potremo essere liberi, in pace e prosperità.
Qui entra la morale cristiana: la terra promessa, la vigna biblica.
Si parla di una prosperità Comune. Cioè si cresce insieme. E' in prosperità futura come progetto sociale.
Le barriere sono ostacoli alla libera circolazione delle persone e quindi eliminare le barriere vuol dire eliminare i dazi doganali. Bisognava rafforzare l'unità delle economie era il passo successivo all'eliminazione delle barriere.
Cioè la costruzione di uno spazio economico comunitario voleva dire integrazione economica.

Di che tipo vi chiederete?
Art. 2 Trattato comunitario: instaurazione di un mercato comune. Cioè uno spazio in cui sono garantite 4 libertà di circolazione:
1. merci
2. lavoratori
3. servizi (gli imprenditori)
4. capitali

Questo però poneva un problema: come si fa a realizzare un mercato comune? Quali ostacoli devo superare? Devo eliminare i dazi doganali (tasse che pago per esportare un prodotto); vietare i monopoli; restrizioni quantitative. Queste tre cose hanno in comune il fatto che sono divieti.(integrazione negativa).

C'è anche una integrazione positiva (obblighi), per esempio adattare delle regole (direttive, regolamenti) le normative di ravvicinamento, cioè normative di armonizzazione. Che era quello di sostituire le normative nazionali diverse tra loro.

Il principio alla base delle 4 libertà di circolazione è il Principio di non discriminazione, che ha come parametro specifico la nazionalità. Le merci, i servizi, i lavoratori e i capitali non devono essere trattati in modo diverso da paese a paese.

Ci sono state delle alternative al mercato comune:
Il libero scambio di prodotti industriali; le zone di libero scambio (EFTA, NAFTA, prive di una dimensione esterna, concentrate sulla libertà di circolazione delle merci).
C'è da considerare anche il contesto internazionale: creazione del GATT (1947), che ha come obiettivo la riduzione degli ostacoli alla circolazione delle merci.

In conclusione, l'ideologia del mercato comune (che ha una logica interna) comprende:
spazio concorrenziale, in cui vi è:
1.  un'area neutrale (obiettivo era la concorrenza ad armi pari tra imprenditori)
2.  una decisione dei soggetti che determinano il mercato (ruolo sovrano dei consumatori)
3.  un ruolo del potere pubblico molto limitato.
4. spazio sociale (si riconosce il fatto che il mercato comune può favorire un processo di arricchimento, un pluralismo; inoltre si riconosce il fatto che il mercato comune svolge uno sforzo cooperativo; infine il mercato fa un'impresa comune).

Nei fatti, questo non funzionava così bene come è descritto nel preambolo e rimaneva un pò controverso.



giovedì 13 marzo 2014

"Change Italy change"

The premier Matteo Renzi: change before the Italian European Semester. The conference released after the Council of the Ministers, began to explain the economic measures.

While electoral law “Italicum” passes, but the majority is divided. The Italicum, the proposed electoral reform based on understanding between Renzi and Silvio Berlusconi, after the agreement that divides the same majority supporting the government. 


The yeas are 365, those with contraries 156, 40 abstentions. 


The minor parties in the majority party vote yes, and partly no part in abstain in protest against the blocked lists. Yes vote for the Democratic Party (strong contrasts between interior) and “Forza Italia” party.
No “Movimento 5 Stars” of  Beppe Grillo, “Lega Nord”, Sel (Left party) and FDI. Now the word will pass the Senate.

“The key, he said, is change Italy before the European semester”. 


Renzi: change politics, unlock debts of the public administration. “It's a revolution impressive for Italy,” said the premier.” He added that “the policy gives good instance. From 26 March blue car will be auctioned.” Then he said, “We are unlocking the payment of Public Administration.”

And continuing “Let's see if we can introduce the job very seriously and carefully structured we have prepared and which will in evening the ministers to submit alternate the various measures adopted.


Renzi: tax wedge measures from 1 May "Five hundred million euro more to the Guarantee Fund for Small and medium-sized enterprises and for combat the credit crunch. Renzi said it after the Council of Ministers.

 “3.5 billion will be the ceiling on which to draw for municipalities and provinces for schools,” he added, while tax measures, tax wedge, will be in force by May 1.
“There will be” a thousand Euros net per year for those earning less than € 1,500 per month.
“The Council of Ministers has approved the house plan that will have an impact of 1.7 billion. The 10 billion for households are spending only savings.

For the work plan, announced Renzi, a draft law to contract term up to 3 years old and simplification apprenticeship. “From 1 June 500 million for social enterprises and the increase in the tax credit to the researchers. “There will be a lowering of the IRAP rate of 10%.” 


We will see it. 


Giacomo Palumbo
@palgiac

martedì 11 marzo 2014

“La riallocazione delle tasse”

L'Italia vuole puntare su crescita e occupazione. Su questo punto tutti sono sulla stessa scia.
Il commissario Rehn ha presentato il testo degli squilibri macroeconomici, a causa dei quali l'italia è stata retrocessa nel gruppo da tenere sotto monitoraggio.
E inconsuete sono considerate le riforme che possono fare recuparare al paese la capacità perduta.
E la riduzione dell'alto debito e il modo di farlo scendere già quest'anno è in prospettiva degli incontri europei in consiglio. Dati alla mano mancherebbero circa otto miliardi nell'anno in corso proprio sul deficit. Ma il governo che ha smentito dice che bisogna agire sulla crescita e riducendo le tasse sul lavoro. Sempre in Europa, nella riunione dell'Euro-gruppo, Padoan ha presentato un quadro alquanto impreciso e a grandi linee del piano del governo Renzi. E' stata considerata una strada stretta che non è facile da percorrere. Ed è sempre l'unione bancaria a tenere il pugno duro sul tavolo, vincendo così il braccio di ferro sull'idea che bisogna salvare le banche in difficoltà.

Da dove prenderà i soldi Padoan? Domanda a cui ha risposto a grandi linee parlando di “riallocazione”, di spending review, e di un intervento una tantum ricorrendo alla cassa deposito e prestiti. Nell'ultimo caso si parla di gioco delle tre carte, poiché se si prendono i soldi da lì e poi mancano per le infrastrutture, da qualche altra parte si devono pur riallocare. Situazione che destabilizza le grandi lobby come Confindustria, i sindacati e le parti sociali tutte. I quali considerano tutta questa azione, questioni, problemi proclami, di Renzi dal punto di vista mediatico uno scossone. E precisa Padoan: “ci saranno riduzioni delle tasse, coperti dai tagli della spesa pubblica”. La partita si gioca in Parlamento e non è detto che con il decreto legge, del rientro dei capitali, del gioco forza del cuneo fiscale o i tagli alla spesa possano poi alla fine essere approvati in sede di discussione parlamentare. Il cammino parlamentare può sempre stravolgere il testo approvato dal governo. Quali saranno le scelte del governo? 

Mentre Giorgio Squinzi domanda agli italiani, sul Sole 24 ore, se preferiscono un lavoro o una decina di euro in più.
Cioè la possibilità che sia toccata l'IRAP anzichè dell'IRPEF. Cioè sulla possibilità per cui è doveroso intervenire o su una o sull'altra tassazione. E' ovvio che gli italiani preferirebbero lavorare, no? Perchè ci sono molti disoccupati, vedi dati ALMALAUREA, ci sono aziende in crisi, c'è un problema di rischio e di declino che deve essere affrontato in maniera urgente. L'IRAP è una tassazione “ingiusta” e bisognerebbe arrivare alla totale abolizione. Ovviamente è una scelta da fare nel tempo, trovando le coperture, tagliando le spese, perchè altrimenti si fanno dei vuoti proclami. La questione dell'IRAP è una strozzatura reale ai processi produttivi e alle dinamiche delle imprese. Perchè senza lavoro non c'è reddito. E se non c'è reddito non c'è consumo.

Il 25 Maggio 2014 si vota per le Europee e c'è una forte critica da tutti i paesi del continente. Perchè una politica di rigore, di risanamento dei conti, forse virtuoso e saggia, sta comprimendo troppo i popoli. Si veda l'aumento che ci sarà con il pagamento della TASI: nuova IMU. La riallocazione significa prendere una cosa da una parte e rimetterla da un'altra. Quindi se io il cuneo fiscale lo levo dalla tasca della famiglia e glielo metto in un altra tasca, vedi la TASI, questo non mi permette di sistemare i conti, in questo caso si parla di riallocazione delle tasse. E i sindacati non ci stanno e nemmeno le imprese.

Come deve cambiare questo rapporto tra sindacato e potere politico? Bisogna che il governo ascolti le parti sociali. In effetti decidere senza ascoltare nessuno, è totalmente sbagliato, anche perchè sappiamo bene cosa è successo con la legge fornero. Legge emanata senza ascoltare le parti sociali, considerato un disastro per le assunzioni, facilitando così i licenziamenti.
Legge Fornero che ha portato gli esodati, e i disquilibri con i lavoratori.

La ricetta economica manca da troppo tempo. Come manca da troppo tempo la crescita.
Si vedano le difficoltà riscontrate nella società italiane. Perchè non vengono pagate dalla catena di creditori? Se mettiamo in moto gli investimenti, possiamo usare meglio i fondi strutturali, ci sono degli investimenti che si auto pagano. Se rimettiamo in moto l'economia, si può lavorare sul livello di sviluppo guardando un po' più lontano.
Le opportunità sono importanti e oggi bisogna togliere l'Italia da una situazione difficilissima. E un modo c'è. Il lavoro del governo bisogna puntarlo sul breve termine poichè le famiglie e le imprese stanno finendo le riserve. E quindi mettere i soldi in tasca alle famiglie e alle imprese senza mettere in difficoltà i conti pubblici è possibile.
Trovare i novanta miliardi per ripagare il grande debito “commerciale-amministrativo”, che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese e farlo velocemente, è lì.
Altri paesi come la Spagna lo hanno dimostrato. Bisognerebbe applicare quel modello con alcuni correttivi. Le famiglie possono trovarsi in tasca, se lo vogliono, fino a quasi venticinque miliardi all'anno, dando loro la possibilità di incassare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) fin da subito. Parte del TFR va nei fondi previdenziali e a sua volta attraverso un sistema di investimento arrivano al sistema economico. Mettere davanti a una scelta che per tante famiglie cambia e come, non è da poco. Uno stipendio in più in tasca subito, senza oneri fiscale, può fare la differenza.

Bisogna si, tenere conto delle parti sociali ma anche la posizione delle imprese. Delle PMI che poche settimane fa sono scesi in piazza per dichiarare tutto il loro disagio per la chiusura di molte attività. Siccome abbiamo il debito al 130% del PIL, con molta inconsapevolezza abbiamo firmato dei trattati che ci hanno vincolato delle regole molto severe. Tra cui il pareggio di bilancio in “costituzione”. Dobbiamo pensare qual'è la soluzione per liberare l'economia.
In italia si pagano troppe tasse sul lavoro, ci sono troppe tasse in busta paga, e troppe poche sui patrimoni. Perchè non pensare alla riforma fiscale? Perchè non si sconfiggono i poteri forti?

L'Europa ci dà pochi margini e vogliono vedere Matteo Renzi in azione. In sintesi la nostra crescita quest'anno è molto più bassa dei documenti presentati a Bruxelles. Noi scriviamo 1,1 mentre nelle “carte” dell'Europa prevedono uno 0,6/0,7. Abbiamo un deficit che deve essere sotto a un 3% e non è detto che ci rimanga. L'Europa è disposta a darci flessibilità dopo la forte austerità imposta. C'è sempre la questione della fiducia che bisogna conquistare in sede europea e noi quella fiducia non l'abbiamo ancora conquistata. 


di Giacomo Palumbo
@palgiac

martedì 4 marzo 2014

Oscar a "The Big Beauty" di Sorrentino!

Uno dei momento più divertenti degli Oscar 2014 è stato sicuramente il selfie proposto da Ellen DeGeneres e scattato da un divertito Bradley Cooper. Nella foto ci sono grandissime stelle di Hollywood come Meryl Streep, Brad Pitt, Jared Leto, Jennifer Lawrence, Julia Roberts, Kevin Spacey, Lupita Nyong’o e Angelina Jolie, e in brevissimo tempo, la foto è stata retwittata da milioni di persone in tutto il mondo, stabilendo un record.

Ai premi Oscar 2014  l'Italia torna finalmente sul podio: "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino conquista la statuetta dorata nella categoria dei film stranieri. L'ultimo italiano fu Benigni nel 1999 con "La vita è bella". Accompagnato dal protagonista del film Toni Servillo, il regista ha ringraziato «l'Academy,  tutti gli attori, i produttori e alle mie fonti di ispirazione: Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking Heads e Maradona», oltre che Roma, città dov'è ambientato il racconto, e Napoli, sua città natale.

Poi grande merito agli Oscar va a Di Caprio con il suo "The wolf of the wall Street". 


"Naturalmente" come vedete su c'ero anch'io!

Tuttavia, come vedete giù, anche i Simpson rendono omaggio al tweet più condiviso, quel selfie delle star pensato dalla conduttrice dell'86esima edizione degli Oscar, Ellen DeGeneres, che vanta attualmente più di 3,2 milioni di retweet. Sulla pagina Twitter della serie creata da Matt Groening è stata pubblicata una divertente vignetta che offre uno sguardo "più ampio" rispetto al selfie originale. Insieme alle star, in versione cartoon, c'è un "intruso", Homer, che Bradley Cooper cerca di tenere alla larga come può. Quella dei Simpson non è l'unica rivisitazione dello scatto virale che ha superato di gran lunga, in appena due giorni, l'abbraccio tra Barack Obama e sua moglie Michelle, pubblicato su Twitter per festeggiare la rielezione del Presidente USA nel novembre 2012. Sul web spopolano le parodie del selfie da Oscar, con fotomontaggi che includono meme popolari, come Grumpy Cat, e ossessioni della rete, come l'attore Nicolas Cage, da tempo protagonista di un blog (Nicolas Cage as Everyone), nel quale centinaia di personaggi diversi impersonano l'attore



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