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lunedì 6 agosto 2012

Lo stagista non retribuito contro l’istituzione pubblica

Mi sono imposto dopo la laurea magistrale (dopo il quinquennio universitario 3+2 in scienze politiche) di proseguire con la formazione diretta nel mondo del lavoro. Mi sono detto sacrifico l’estate e faccio un tirocinio formativo presso l’organo che mi interessa e così e stato. Cerco nell’elenco dei tirocini formativi attivi tra l’università di Bologna e l’”azienda” di mio interesse, possibilità che mi è stata data dopo il conseguimento della laurea e non oltre i dodici mesi dalla data di conseguimento. Ed ecco fatto, avevo scelto l’istituzione pubblica perché è su quel campo che voglio migliorare, la quale ha accolto la mia domanda, tanto a gratis i tirocinanti vengono sfruttati perché non accettare! pensavo tra me e me quando ho ricevuto la risposta pensando a chi mi aveva risposto. Il tirocinio mi porta a identificarla nella struttura di un’attività amministrativa del ministero dell’interno. L'Ufficio Territoriale del Governo (La Prefettura), il quale mi ha sempre colpito per la sua funzione istituzionale sul territorio, e quindi alla fine sono stracontento di fare quel che sto facendo.
Premetto che il tirocinio non è retribuito, è un progetto di tre mesi che prosegue neanche cacciando una lira. Escludendo il fatto che ho scelto io, quindi mea culpa dovessi cedere a qualche mia bassezza, di proseguire sulla mia formazione anche a costo di rimetterci, la domanda mi viene spontanea, come fa un giovane neolaureato a proseguire se non viene retribuito neanche negli stage formativi nelle istituzioni pubbliche? Perché devo accollarmi il lavoro di fascicoli e verbali, che è possibile elaborare tranquillamente c’è da dire, e direi al pari di un qualsiasi impiegato all’interno di questa istituzione e non essere retribuito per le mie cinque ore lavorative giornaliere?
Il responsabile, che mi segue di pari passo nelle mie attività di tirocinio, nello specifico inserimento dati di elaborazione anagrafica con access automation, quindi di stampa unione con word cose che sapevo già fare, mi ricorda spesso che in passato hanno accolto stagisti e stagiste nel quadro di tirocini formativo e che di loro ha un bel ricordo. Il ricordo ci sta ma dico perché tenersi stretti così tanti tirocinanti solo al fine di smaltire lavoro negli uffici, come nelle aziende, e non pagare neanche un euro per la nostra condizione di sfruttamento del lavoro?
Sicuramente evidenziando e ripassando le discussioni posso dire, dato la lunga esperienza nel settore degli impiegati, all’interno di questa istituzione, sul piano umano e quindi sul piano delle relazioni umane, sono state esperienze molto intense per altri e penso vista la situazione di tranquillità lo sarà anche per me, ma qualche dubbio mi rimane e l’amaro in bocca lo sto solo deglutendo adesso. Le spese si fanno avanti! Le bollette si devono pagare! E per fortuna non ho un auto, evitandomi di pagarmi i costi di mantenimento del carretto!
Sul piano strettamente professionale la realtà sul campo lavorativo mi appare così ingiusta che mi sento quasi preso in considerazione solo perché sono lo stagista: e "lui" (lo stagista: Io) aiuta a smaltire i fascicoli degli anni passati! Parlando tra me e me.
Non percepiscono il rischio di diventare parte integrante di questo ingranaggio corroso dalla ruggine dello sfruttamento. Bisognerebbe sul piano politico fare un passo indietro e visualizzare i possibili inserimenti. Perché un personale diplomato, entrato al suo tempo con regolare concorso, consegue mansioni che potrebbe ricoprire tranquillamente un neolaureato? Solo perché è la legge ormai che lo tutela? Perché all’epoca c’era il magna magna di inserimenti politici "abusivi", come adesso non ce ne sono più. E ora chi sta nella mia condizione come si sente secondo voi? Ho terminato gli studi e non vedo sbocco all’orizzonte. Non c’è lavoro e lo si vede. Faccio mille colloqui e tutti mi portano al porta a porta. Cosa si deve fare ditemelo voi!?! Io vado avanti alla ricerca della felicità.
In ogni caso, in effetti, se si ragiona nei termini di una condivisione, dovrebbe esserci anche una qualche forma di profit sharing o no?. Non metto in dubbio che si impara sul campo il mestiere, qualsiasi mestiere, però mi fa rabbia vedere gente che con il solo diploma è inserito “col culo nella poltrona” con uno stipendio mensile fisso mentre io non ho un futuro. Non ho neanche la possibilità di essere sostenuto nella mia idea di farmi una famiglia e non penso minimamente di entrare in una banca. Poi non parliamo dei concorsi di dirigente amministrativo: ho i requisiti della laurea magistrale ma non ho l'esperienza quinquennale da dirigente: scusate ma se ho appena finito gli studi dove avrei dovuto essere dirigente, nelle mie mutande?
Nel corso dei miei studi ho sempre fatto questi periodi di tirocini, erano in funzione dell’università, non avevo retribuzione né rimborsi, ma si trattava appunto del completamento di un percorso di formazione. Per tutti i periodi di tirocinio ho sentito di essere ampiamente ripagato in competenze acquisite, grazie alla pazienza, alla dedizione e all’apertura mentale. E ora?!? Ho una laurea quinquennale e su che cosa devo puntare? Forse su me stesso! E voglio riferirmi a coloro che sfruttano queste condizioni.
“Mondo del lavoro” le mie idee a questo punto sono rivolte altrove a una sorta di “violenza” che si rivolge ai privilegiati e più fortunati di me a chi come quel riccio di Martone ci offende con quei discorsi da calci in faccia o addirittura in culo. Io ho una laurea dove me la ficco? A tutti coloro che sfruttano gli stagisti dico una cosa, bravi sfruttate la legge e i poveri ragazzi in cerca di lavoro, fate utile e profitto sulle spalle del futuro del paese e dico: fate schifo solo a pensarci, anche voi sindacati fate schifo solo a pronunciarvi. Se volete che continui a lavorare per voi, dobbiamo trovare un accordo e l’accordo è:

“O si cambia ora o si muore di crepacuore tutti insieme, o si cambia ora oh! non vi conviene!”

Ps: Mea culpa se ho esagerato un pochetto, ma lo sfogo ci sta sempre, soprattutto se sono in tanti a sentirti e a leggerti.



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