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domenica 3 giugno 2018

88 giorni di attesa...vi racconto la storia della formazione del governo

Il 4 Marzo gli italiani hanno votato con la legge elettorale Rosatellum Bis, messa in piedi dal partito democratico, per far fuori il Movimento cinque stelle. Legge elettorale che ha favorito con più forza il Movimento e anche la Lega di Salvini e il Centrodestra. E' chiaro però dalle elezioni del 4 marzo non esce un chiaro vincitore, ma solo un chiaro sconfitto: il Pd di Renzi, della Boschi e delle Banche e del Giglio magico. La coalizione di centrodestra ottiene il 37 per cento, con il sorpasso della Lega su Forza Italia di Silvio Berlusconi.

Rimane comunque il nodo del primo partito, M5S con la maggioranza relativa dei parlamentari sia alla Camera dei deputati, sia al Senato. Insomma il M5s è il primo partito, con oltre il 32 per cento dei consensi ma non riesce a poter governare da solo, si cerca quindi un alleato. Nel frattempo dopo la chiara sconfitta, la seconda visto quello del 4 Dicembre 2017 con il referendum costituzionale, dove era chiaro che doveva uscire di scena, Matteo Renzi annuncia di lascere la segreteria del Partito democratico, oramai spaccato, dopo la formazione del Governo. Così all'interno delle “aree democratiche” inizia l'epopea Martina, segretario-traghettatore-reggente fino all'Assemblea. (Assemblea che risulta essere una sconfitta democratica anche per quei pochi rimasti.)

Cronologicamente a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni hanno dato il mandato a Matteo Salvini a incontrare il M5S per cercare una soluzione per le presidenze di Camera e Senato. Tutti e tre escludono accordi con il Partito democratico. Il leader della Lega e Di Maio iniziano le prime telefonate e i primi accostamenti, anche in via del fatto che si dovranno eleggere i presidenti della Camera e del Senato. Luigi Di Maio, capo politico del Movimento cinque stelle su La7 annuncia come candidato premier un “contratto di governo” che dice in pratica di voler appoggiare i temi più che alle ideologie e da un chiaro sì alla Lega e un chiaro sì  al Pd senza Renzi, sia chiaro”. Dal Pd si muove la bufera con insulti e l'immediato no dei “democratici.” Dall’intesa Lega e 5stelle escono i presidenti di camera e senato: Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Si apre così la fase delle consultazioni. Di Maio prova a tenere “un forno acceso” (che brutto linguaggio) con il Pd.

Il 10 aprile 2018 ci sono le prime consultazioni, ma non esce fuori una vera e propria intesa e servirà un nuovo giro di vite, di intrecci. Sopratutto perché sempre più tesi i rapporti tra la Lega e il M5S è ruolo che ha il centrodestra soprattutto con la presenza di Berlusconi, che Di Maio non vuole al tavolo, mettendo un veto chiaro e senza ripensamenti. Il centrodestra invece serra le porte e dice no senza la coalizione vincente niente governo con i cinque stelle.
Così parte il secondo giro di consultazioni. Le battute non pattuite, con la Meloni e Salvini, di Berlusconi contro i Cinquestelle alla fine dei colloqui allontanano una soluzione. Il Pd dichiara di essere pronto a incontrare chi sarà incaricato da Mattarella per misurarsi sui punti programmatici, per aiutare il paese.

Tutti i protagonisti della partita sono all'inaugurazione del Vinitaly, che si fa crocevia della politica italiana. “Se Di Maio vuole il forno di Renzi si accomodi”, dice Salvini riprendendo una metafora del capo dei Cinquestelle che aveva detto: “Aspetto qualche giorno, poi uno due forni chiude”.
Il 18 aprile Mattarella dà mandato esplorativo alla presidente del Senato Casellati ma il 20, l'esito delle sue consultazioni si risolve in un nulla di fatto.
Il 22 aprile il centrodestra vince le regionali in Molise. Il giorno dopo il presidente della Repubblica dà incarico esplorativo a Fico.
Di Maio scarica Salvini e apre al Pd. Martina si dice disponibile. “C'è dialogo, il mio mandato si chiude con esito positivo”, esulta Fico il 26 aprile. Ma per tirare le somme, Mattarella attende la Direzione del Pd.
29 aprile: la Lega trionfa in Friuli Venezia Giulia. Alla sera Matteo Renzi, a “che tempo che fa” da Fabio Fazio, rompe il silenzio che si era autoimposto da senatore semplice e nega la fiducia a un esecutivo a guida cinque stelle. Martina lo attacca: “Così rischiamo l'estinzione”.
3 maggio: arriva l'attesa riunione della Direzione del Pd che ritrova l'unità su una mozione di Martina e accoglie anche le posizioni di Renzi. Si fa strada l'ipotesi di un governo di tregua o istituzionale, che non piace però né alla Lega né ai Cinquestelle.

4 Maggio Terzo giro di consultazioni. Il Presidente della Repubblica rompe gli indugi e annuncia l'eventualità di un Governo neutrale che dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre per andare subito dopo a elezioni. M5S e Lega restano contrari e chiedono elezioni subito, prima il 24 giugno, poi l’8 luglio, poi il 22 luglio, in piena estate.
Il 7 maggio, Di Maio annuncia un passo indietro sulla premiership.
Il 9 maggio, toglie anche il veto su Berlusconi e dice che la colpa dello stallo è di Renzi.
Berlusconi dà l’ok a un governo Lega-M5s, senza votare la fiducia. I due vincitori delle elezioni chiedono 24 ore a Mattarella.
15 maggio: Huffington post rivela una prima bozza del contratto di governo, stilato a Milano, nello studio di un commercialista, da Salvini e Di Maio.

21 maggio, i leader di Lega e M5s salgono al Colle da Mattarella e indicano Giuseppe Conte come premier di intesa tra le due forze politiche. Il presidente della Repubblica si consulta coi presidenti di Camera e Senato.

22 maggio. Sembrava quasi fatta ma l'accordo tra Lega e M5s sul candidato premier e sulla squadra di governo sembra di nuovo arenarsi. La rincorsa verso l'incarico al candidato giallo-verde e a seguire la delicata architettura di pesi e contrappesi tra le due forze politiche inizia a stridere sotto il peso di due macigni: il fardello di Paolo Savona, candidato all'economia (che Matteo Salvini vuole fortemente ma che lascia dubbioso il Colle) e il profilo del candidato premier portato da Luigi Di Maio, finito sotto la lente dei giornali di tutto il mondo per la vicenda del curriculum, su cui avrebbe scritto la sua partecipazione ad un corso alla NY Univesity rivelato oggetto di scandalo.
23 maggio. Ci siamo. Alle 17.30 Mattarella convoca Conte al Quirinale e gli assegna l’incarico, che lui accetta con riserva.

25 maggio, Conte sale al Quirinale ma senza lista dei ministri. La trattativa per il governo Lega-M5s è in ascesa e i tempi si prolunfano. Il Movimento cinque stelle e la Lega blindano Savona, possibile ministro dell'Economia nonostante i richiami di Mattarella, che dice no ai “diktat”. “Sono davvero arrabbiato”, scrive Salvini su Facebook. Ritorna lo spauracchio della Borsa europea: Lo spread che tocca quota 215.
La sera di domenica 27 maggio è la notte più lunga della Repubblica: Mattarella riceve Conte, che scioglie le riserve e rimette l'incarico di formare il governo. Il presidente della Repubblica spiega che il problema è l'aut aut della Lega sul nome di Savona, considerato inadatto per le sue posizioni sull'euro. Inizia la crisi istituzionale. Mattarella convoca l'ex commissario per la spending review, Carlo Cottarelli.
Cottarelli intanto si lavora a un'ipotesi paracadute. In pratica formare l'ennesimo governo tecnico con una non sfiducia al governo Cottarelli che porti il Paese al voto a settembre-ottobre. “C'è Cottarelli che sta tentando di fare il governo. Se i voti non ce li ha, dovremo studiare un percorso ordinato verso elezioni il prima possibile”, dice Giancarlo Giorgetti.
Cottarelli rimette il mandato. Perchè il Presidente Mattarella ha inteso l'errore.
Richiama a colloquio DiMaio e Salvini al Quirinale che rimettono in piedi la lista dei nomi dei ministri.

Giovedì 31 maggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il professor Giuseppe Conte per conferirgli l’incarico di formare un governo dopo l’accordo tra M5s e Lega.
1 Giugno, i ministri giurano nella stanza degli specchi davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ecco tutti i ministri del nuovo esecutivo guidato da GIUSEPPE CONTE. Governo Lega-M5S:
Presidente del Consiglio – Giuseppe Conte
Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico – Luigi Di Maio
Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno – Matteo Salvini
Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta – Riccardo Fraccaro
Pubblica Amministrazione – Giulia Bongiorno
Affari Regionali e Autonomie – Erika Stefani
Ministro per il Sud – Senatrice Barbara Lezzi
Ministro per la Famigli e le disabilità – Lorenzo Fontana
Ministro affari esteri – Moavero Milanesi
Ministro della Giustizia – Alfonso Bonafede
Ministro della Difesa – Elisabetta Trenta
Ministro dell’Economia – Giovanni Tria
Ministro delle politiche agricole – Gianmarco Centinaio
Ministro dell'Ambiente - Sergio Costa
Ministro Infrastrutture – Danilo Tonineli
Ministro dell’Istruzione – Marco Bussetti
Ministro dei Beni Culturali e Turismo – Alberto Bonisolidi
Ministro della Salute – Giulia Grillo
Ministro degli Affari Europei – Paolo Savona
Sottosegretario Presidente del Consiglio – Giancarlo Giorgetti

Viva la Repubblica Italiana. E Buon lavoro al governo del cambiamento.



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