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domenica 9 agosto 2020

I pro e i contro del taglio dei parlamentari. #iovotoSì

 TAGLIO PARLAMENTARI

 

La legge per il taglio del numero dei parlamentari (approvata in via definitiva l’8 ottobre 2019) è passata con una maggioranza schiacciante. Fortemente voluta dal MoVimento ha raccolto in ultima lettura – infatti – 553 sì, 14 no e 2 astenuti. All’epoca hanno votato a favore le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) ma anche le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia), anche se con alcuni distinguo personali al loro interno, più alcuni deputati del gruppo Misto.

Un percorso lungo (ci sono voluti 4 passaggi tra Camera e Senato come prevede la legge trattandosi di una riforma costituzionale) ma che per il MoVimento rappresenta l’affermazione di uno dei principi fondanti. Con il passaggio della legge (riforma Fraccaro) cambia completamente il numero dei rappresentanti dei cittadini tra Camera e Senato.

Come ha sottolineato il Ministro Federico D’Incà: “L’Italia si metterà al passo con gli altri paese europei.  La Germania e la Francia hanno un parlamentare ogni 117mila abitanti, 102mila il Regno Unito. Con questa riforma l’Italia passerà da 1 parlamentare ogni 64mila abitanti a 1 ogni 101mila.

Non sarà affatto un salto nel buio. La riforma sarà seguita da una efficiente legge elettorale rappresentativa di tutte le anime del Paese. La riduzione dei seggi non riguarderà solo i piccoli partiti, riguarderà tutti indistintamente. Sarà dato un ruolo maggiore alle Regioni (peraltro già previsto dalla Costituzione) i cui delegati nei collegi elettorali che dovranno votare per la Presidenza della Repubblica – ad esempio - passeranno dal 5,8 all'8,8%. Saranno snelliti i tempi parlamentari con una vicinanza maggiore tra eletti e elettori. Quando è stata scritta la Costituzione non c’era alcuna indicazione su quanti dovessero essere i parlamentari. Erano diversi i tempi e le dinamiche politiche. Oggi un eletto ha diversi modi per tenersi in contatto col proprio territorio.

Eviteremo che i big possano candidarsi in più liste e in più regioni. Berlusconi eletto in Molise alcuni anni fa ne è l’esempio più lampante. Quante volte avrà visto gli elettori molisani?

Ecco il taglio dei parlamentarie la successiva legge elettorale va esattamente in quella direzione: PIU’ RAPPRESENTATIVITA’ REALE E EFFICIENZA DELLA POLITICA DEL TERRITORIO, con una maggiore selezione dei rappresentanti in Parlamento

 

 Il capo politico Vito Crimi ha ribadito con forza il senso della riforma: “È un'occasione straordinaria per ridurre i costi della politica e per rendere più efficiente il nostro Parlamento, quel Parlamento che ogni giorno qualcuno tenta di svilire con i propri vergognosi comportamenti. E questa occasione non possiamo perderla".

 

 Il Ministro degli Esteri Di Maio, infine, proprio nei giorni scorsi ha sottolineato come questa riforma rappresenti un passo di civilità, un passo verso il cambiamento del Paese. “Si è arrivati al Referendum con l’ultimo voto UNANIME alla Camera. E’ una grande opportunità e soprattutto non è la fine di un percorso ma è l’inizio”

Non dobbiamo guardare alla quantità ma alla qualità.

  PRO:

 

·        L’obiettivo è duplice: da un lato favorire un miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini e dall'altro ridurre il costo della politica (con un risparmio stimato di circa 500 milioni di euro in una Legislatura).

·        La riforma consentirà all'Italia di allinearsi al resto d’Europa: l’Italia, infatti, è il paese con il numero più alto di parlamentari direttamente eletti dal popolo (945); seguono la Germania (circa 700), la Gran Bretagna (650) e la Francia (poco meno di 600).

·         La riduzione del numero dei parlamentari entrerà in vigore dall'inizio della prossima Legislatura e richiederà un modestissimo adeguamento della legislazione elettorale senza alcuna alterazione del sistema elettorale vigente.

  


SPUNTI COMUNICATIVI:

·         Non riduciamo la rappresentatività ma spingiamo i partiti, i movimenti a fare una selezione maggiore dei candidati

·         Efficienza dei lavori perché andiamo a incidere sui regolamenti di camera e senato e anche quello che riguarda le commissioni

·         Otterremo un risparmio per le casse dello Stato. Non tagliamo la democrazia ma più efficienza. Fino a 100 milioni all'anno, 300 mila al giorno.

·         La politica deve dare un segnale: lavorare meglio spendendo meno

·         Restituiamo la politica ai cittadini. La politica non è una professione è una passione, non sono i numeri a fare una classe politica ma la capacità di servire e di farsi da parte quando l’esperienza finisce

·         Il No al Referendum è solo il bieco tentativo di salvarsi la poltrona all’ultimo minuto

·         La democrazia è salva. Il presidio del territorio dei parlamentari continuerà e sarà migliore rispetto al passato. Oggi, con le nuove tecnologie, è possibile raggiungere un numero maggiore di persone e raccontare quello che facciamo per loro in Parlamento

·         Meno parlamentari più elettori: una classe politica più snella, che costa meno ai cittadini, li riavvicina alle istituzioni e può contribuire a far aumentare la partecipazione al voto

·         Se ne parlava da 40 anni, ci voleva l’arrivo del MoVimento 5 Stelle al governo per fare una riforma che taglia gli sprechi e snellisce la burocrazia del Paese

·         La riforma non la vogliono quelli che sono attaccati alla poltrona, e sono gli stessi che 10 anni anni fa votavano per il taglio dei parlamentari. Cosa è cambiato?

·         Finalmente avremo un funzionamento più efficiente della democrazia parlamentare

·         I risparmi saranno tutti restituiti ai cittadini con maggiori investimenti su asili, scuole e tanto altro

·         Con questa riforma ci allineiamo al resto dei paesi europei dove non c’è bisogno di un alto numero di parlamentari per rappresentare gli interessi dei cittadini

·         In questo modo ci saranno governi più stabili che potranno portare a termini gli obiettivi utili al Paese

 

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RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI E REFERENDUM CONFERMATIVO

  

Lo scorso 8 ottobre 2019 abbiamo vissuto una giornata storica perché alla Camera è stata definitivamente approvata la riforma che porta i senatori da 315 a 200 e i deputati da 630 a 400. Si passerà dunque da 945 a 600 parlamentari, portavoce del popolo, con un risparmio di 500 milioni in 5 anni, un miliardo in 10 anni e circa 300.000 euro al giorno.

Abbiamo scritto una pagina di storia, realizzando una riforma promessa 40 anni fa da quasi tutte le forze politiche.

Sono tanti gli aspetti positivi di questa riforma storica: rendere le istituzioni più efficienti e tagliare i costi della politica.

Tuttavia, c’è chi, come la Lega, non vuole rinunciare alla propria poltrona, anzi: prima vota a favore per ben 4 volte la legge sulla riduzione del numero dei parlamentari, e poi raccoglie le firme al Senato per indire un referendum contro il taglio dei parlamentari.

Il Consiglio dei Ministri, ha stabilito che il 29 marzo 2020 si terrà il referendum confermativo, dopo il sì da parte della Cassazione sulla legittimità della richiesta. Noi siamo pronti per la nostra campagna in favore di una legge in cui abbiamo sempre creduto, perché questa riforma serve agli italiani e al Parlamento, che diventerà anche più efficiente nel rispondere alle istanze dei cittadini.

Vedremo chi avrà il coraggio di dire che mille parlamentari sono necessari. Se anche Salvini difenderà il taglio dei parlamentari, bisognerà chiedergli perché allora ha fatto sborsare agli italiani 300 milioni di euro per un referendum.

 

SPUNTI COMUNICATIVI

 

-Ne parlava D’Alema nel 96, ma alla fine c’è voluto il Movimento 5 Stelle per portare a casa questo risultato, con un risparmio notevole in termini anche economici.

 -In 10 anni il taglio dei parlamentari può far risparmiare 1 miliardo di euro alle casse dello Stato.

 -Forse la notizia più importante è che una forza politica mantiene un’altra promessa. E che in Italia, finalmente, ci sono politici che lavorano per ridurre le poltrone e non per aumentarle.

 -Questa è la migliore risposta a tutti coloro che ci accusano di volere mantenere la poltrona.

  

GLI OBIETTIVI

Semplificare, rendere il Parlamento più efficiente, favorire la partecipazione delle persone alla vita politica e la democrazia diretta, migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni, creare trasparenza, risparmiare ed eliminare sprechi che allontanano lo Stato dai bisogni delle persone: sono questi gli obiettivi principali di questa riforma.

 

UN METODO NUOVO

 

NO ALLE "GRANDI RIFORME"

La Costituzione è la pietra angolare su cui si fonda la nostra democrazia.

Abbiamo sempre rifiutato la logica delle grandi riforme che sconvolgono le regole che sono di tutti a beneficio di una parte sola, intervenendo sulla macchina dello Stato in modo confuso, con risultati pessimi (pensiamo all’ultimo tentativo di stravolgimento della Costituzione ad opera di Renzi-Boschi-Verdini, per fortuna bocciato sonoramente dagli italiani nel referendum del 2016).

Per questo abbiamo pensato a un programma di innovazioni mirate che possano produrre cambiamenti radicali, senza distruggere le garanzie a tutela di tutti e senza complicare inutilmente i processi amministrativi.

Le riforme "omnibus" danno luogo a quesiti che impongono al cittadino di accettare tutto o lasciare tutto. Sempre pensando alla riforma costituzionale di Renzi, c’era un aspetto positivo nell’abolizione di un Ente inutile come il CNEL, in mezzo a tantissimi aspetti pessimi. Anche per questo ci siamo opposti a quella riforma, che seguiva la falsariga di quanto già aveva prospettato il Governo Berlusconi nel 2006. Il popolo italiano ci ha dato ragione: come il referendum del 2006 aveva respinto la proposta di Berlusconi, così il 4 dicembre 2016 è stata respinta quella di Renzi.

Il Movimento 5 Stelle ha nel suo DNA la democrazia diretta! Affinché il referendum popolare possa davvero esprimere la volontà dei cittadini, occorre che la proposta sia chiara, univoca e circoscritta. In questo modo il cittadino può scegliere consapevolmente con un SI o un NO al referendum per ciascuna modifica proposta.

 I vantaggi di questa scelta sono molteplici:

 

  1. Più cittadini, meno onorevoli: ridurre il numero delle poltrone non significa diminuire i nostri rappresentanti, bensì ottimizzare la presenza dei parlamentari, creare maggiore trasparenza e maggiore responsabilità, migliorando il rapporto tra cittadini e Istituzionie.

 

  1. Risparmio: il taglio delle poltrone costituisce un risparmio notevole per lo Stato, che in cifre dovrebbe corrispondere a 100 milioni l’anno, ossia circa 300 mila euro al giorno. Ridurre i costi della politica resta uno dei principali obbiettivi del Movimento.

 

  1. Decisioni più veloci: le decisioni si prendono più facilmente se si è numericamente in meno, anche per quanto riguarda la presentazione di proposte di legge ed emendamenti. Esempi di provvedimenti rimasti arenati perché mancava un accordo e a causa di un surplus di emendamenti ce ne sono a bizzeffe.

 

  1. Riallineamento con l’Unione Europea:

Attualmente il Parlamento italiano è quello con più membri in UE. Tagliando ci rimettiamo in linea con gli standard europei.

 

•          Italia 945 membri

•          Regno Unito 650 membri

•          Francia 577 membri

•          Germania circa 700 membri

•          Spagna 558 membri

•          Stati Uniti 535 membri

 

Qual è lo spirito di questo provvedimento?

Il Movimento 5 Stelle può fare una richiesta come l’eliminazione di 345 poltrone perché non ha paura di perderle, le poltrone. Ci vogliamo avvicinare sempre più ad Istituzioni più sobrie ed efficienti.

  

AUDIZIONI DI COSTITUZIONALISTI A FAVORE DEL TAGLIO – PERCHE’ VOTARE SI’?

 

¨       A meno parlamentari corrisponderanno anche meno gruppi politici. Oggi sembra che il numero dei gruppi parlamentari che si creano tenda ad aumentare sempre di più, comportando una forte frammentazione. E questo sicuramente non fa bene al buon andamento di un'assemblea parlamentare (VALERIO ONIDA, Presidente emerito della Corte costituzionale);

¨       Ci sarà un miglioramento del lavoro in Commissione con la riduzione di un terzo, viene meno un terzo del lavoro, che oggi non sempre è un lavoro di qualità, ma è un lavoro di quantità (GIAMPIERO DI PLINIO, Professore di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università di Chieti e Pescara);

¨       Con la riduzione del numero di parlamentari non ci sarà una diminuzione del collegamento con il territorio: quando i nostri padri costituenti stabilirono che ci voleva un deputato ogni 80 mila cittadini, avevano in mente un deputato che usciva di casa, andava sul palco in piazza nel suo comune, faceva il giro, faceva i comizi, e poi ogni settimana riceveva decine di lettere, con la posta dell'epoca, e qualche telefonata. Oggi, grazie all'evoluzione tecnologica questi problemi non ci sono più (GIAMPIERO DI PLINIO);

¨       C'è chi contesta la riduzione del numero dei parlamentari dicendo che l'aumento del collegio aumenterebbe le spese elettorali: in realtà le spese diminuiranno principalmente per ragioni tecnologiche, e comunque si può mettere il tetto (GIAMPIERO DI PLINIO);

¨       Dal taglio delle poltrone conseguirà una selezione di parlamentari più di qualità:
se si riduce il numero, si “spiazzano” i partiti. I partiti, di fronte a una riduzione del numero sono costretti a selezionare i migliori (nei territori, a livello nazionale). (GIAMPIERO DI PLINIO);

¨       Se noi riduciamo i componenti, aumentano l'importanza, il prestigio, l'autorevolezza e forse anche il senso di responsabilità nell'esercizio del mandato. Vale comunque sempre la regola per la quale l'autorevolezza si conquista prima di tutto con il proprio comportamento, il proprio stile e così via (GIAMPIETRO FERRI, Professore di diritto costituzionale presso l'Università di Verona);

¨       Non è vero che si creerebbe un problema di rappresentanza: sono proprio mutate in questi settant’anni le ragioni sociali, culturali, economiche e politiche che giustificarono allora una così capillare e diffusa rappresentanza. Con la riforma ogni deputato andrebbe a rappresentare circa 150.000 abitanti e un senatore circa 300.000. Basti considerare le nuove forme di comunicazione che dal 1948 a oggi sono intervenute.

Giudizio positivo sia sul tema della riduzione dei parlamentari, sia sul fatto che si riparta con dei procedimenti puntuali e non con riforme organiche della Costituzione, di cui il nostro Paese non ha bisogno (GINEVRA CERRINA FERONI, Professoressa di diritto pubblico comparato presso l’Università di Firenze);

¨       Strettamente connessa è la questione della legge elettorale, perché quella in vigore è altamente compatibile con una riduzione drastica del numero dei parlamentari. Quindi è ALTAMENTE APPREZZABILE che sia stato presentato in parallelo il disegno di legge n. 881 per assicurare l’applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dalle leggi elettorali) (FELICE BESOSTRI, avvocato, docente di diritto pubblico comparato, ex senatore);

¨       Il caso Svezia (uno Stato sicuramente efficiente, democratico e sociale) è interessante: se tenessimo lo stesso rapporto tra deputati e popolazione dovremmo avere un parlamento monocamerale di 2.114 membri, quindi più del doppio del nostro bicamerale di 945 membri elettivi. Questo esempio svedese è la dimostrazione che la discussione su monocameralismo e bicameralismo non è di alcuna utilità per la riduzione del numero dei parlamentari (FELICE BESOSTRI).

 

 LA NOSTRA POSIZIONE

 

POST SUL BLOG DELLE STELLE

(28 gennaio)

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato la data del referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, che ora dovrà essere indetto dal Presidente Mattarella. Il giorno individuato è il 29 marzo: a meno di 6 mesi dall’approvazione definitiva della riforma da parte del Parlamento la parola finale passa ai cittadini. Sarà una grande pagina di democrazia.

Abbiamo ascoltato per oltre trent’anni i partiti promettete invano di ridurre i parlamentari. Il M5S è passato ai fatti riuscendo a portare il taglio fino alla votazione finale e a trovare la convergenza quasi unanime di tutte le forze politiche. La Lega ha preferito mettere fine ad un’esperienza di Governo per tentare di affossare la riforma mentre il M5S ha posto la sua approvazione come conditio sine qua non per la nascita del nuovo Esecutivo. È stato un lavoro complesso e faticoso ma, dopo quattro letture nei due rami del Parlamento, abbiamo mantenuto la nostra promessa.

Ora sul taglio dei parlamentari manca solo il voto dei cittadini, per noi la consultazione popolare è sacrosanta ma è paradossale che venga proposta da chi ha votato questa riforma. Vorrà dire che saremo nelle piazze a sostenere il Sì al referendum: dovrete essere voi a decidere se volete che l’Italia abbia ancora il più alto numero di rappresentanti direttamente eletti d’Europa o se invece il nostro Parlamento dovrà diventare più moderno, snello ed efficiente. La domanda quindi è semplice: si tratta di confermare o meno il taglio di 345 parlamentari. Il 29 marzo decideranno gli italiani.


(11 gennaio)

“Lo sapevamo. Pur di mantenere le poltrone intatte il sistema avrebbe fatto di tutto, ed oggi ne abbiamo la riprova.

I vecchi partiti serrano i ranghi e si ritrovano in Cassazione per depositare le firme dei parlamentari necessarie per la richiesta di referendum. Sono 71 le firme raccolte: ben 7 in più del numero minimo richiesta di 64. Auguri!

 Tra loro ci sono tanti berlusconiani, come Schifani, Cangini, Caliendo. Ma anche alcuni senatori del PD e renziani e, dulcis in fundo, addirittura sei leghisti. Avete capito bene: il partito di Salvini, dopo aver votato favorevolmente per ben quattro volte in Parlamento al taglio delle poltrone, fa retromarcia. Alla faccia della coerenza. Non riescono proprio a resistere alla voglia di tenersi strette le poltrone.

Per il MoVimento 5 Stelle ogni referendum, ogni occasione in cui il popolo può far sentire la propria voce, è sacro.

Dovranno spiegarci però perché dovremmo mantenere 345 parlamentari – con i loro stipendi che oscillano tra i 12 e i 15 mila euro al mese – in più rispetto a quanti ne avremmo con il TagliaPoltrone.

Dovranno spiegarci perché dovremmo mantenere il Parlamento con il più alto numero di eletti in Europa.

Dovranno spiegarci perché gli italiani dovrebbero dire di NO al risparmio di mezzo miliardo di euro a legislatura: parliamo di 100 milioni di euro all'anno, 300 mila euro al giorno! Soldi che potrebbero essere investiti in strade, ospedali, scuole, sicurezza.

Il MoVimento 5 Stelle è sempre stato per far esprimere direttamente i cittadini e per proporre referendum popolari. E adesso i cittadini avranno il potere di mandare a casa poltrone, privilegi, doppi stipendi e politici e dimezzare la casta.

Noi non vediamo l’ora di iniziare questa campagna referendaria per confermare il taglio dei parlamentari.

Gli italiani sapranno scegliere nel migliore dei modi!

 

(25 settembre)

Il taglio di 345 poltrone finalmente andrà in Aula. È stato calendarizzato il 7 ottobre, mancano 10 giorni ad una riforma epocale che tutti avevano promesso e nessuno ha mai fatto.

Solo grazie alla determinazione del MoVimento 5 Stelle tra poco più di una settimana taglieremo 345 parlamentari per un risparmio per le casse dello Stato di mezzo miliardo di euro a legislatura.

Sono 40 anni che sentiamo parlare di questa riforma che finalmente diventerà realtà: a qualcuno che ha avuto il coraggio di accusarci di essere “il Governo delle poltrone”, noi rispondiamo tagliandone 345. Parliamo di 345 stipendi d’oro, compresi benefit, indennità e diarie, che toglieremo dal groppone degli italiani che per troppi anni hanno dovuto sorreggere i privilegi della Casta.

Tutti volevano il taglio dei parlamentari eppure, dal 1983, ben 7 tentativi sono miseramente falliti.

Ci provò per prima la Commissione Bozzi: non iniziarono neanche la discussione. Poi fu la volta della Bicamerale De Mita-Iotti ma la fine anticipata della legislatura bloccò ogni progetto. Ci riprovò la Commissione D’Alema ma centrodestra e centrosinistra, guarda caso, non si misero d’accordo. Poi ci fu il fallimento della cosiddetta “devolution” del centrodestra (2006), il naufragio della bozza Violante e lo stop alla Camera del disegno di legge parlamentare del 2012. Sul referendum di Renzi del 2016 hanno parlato gli italiani.

Sette buchi nell'acqua contraddistinti da una caratteristica comune: la Casta che salva sé stessa. Nessuno ha mai avuto davvero il coraggio di farlo!

Siamo da poco più di un anno al Governo e abbiamo già:

  • abolito i vitalizi agli ex parlamentari e ai consiglieri regionali;
  • tagliato le pensioni d’oro;
  • restituito oltre 100 milioni di euro finanziando il micro-credito e dando una mano alle popolazioni colpite da calamità naturali.

 

*RIFORME: FRACCARO, 'TAGLIO PARLAMENTARI STORICO, PASSIAMO AI FATTI'* =

Roma, 25 set. (AdnKronos) - ''Il taglio dei parlamentari sarà in Aula alla Camera il 7 ottobre per l'approvazione definitiva: segnate la data sul calendario perché quello sarà il giorno in cui manterremo la nostra promessa di varare una riforma storica, dimostrando così che i bisogni del Paese vengono prima delle poltrone. È da trent'anni che tutte le forze politiche dicono di voler ridurre il numero di deputati e senatori: ora passiamo dalle parole ai fatti''. Lo scrive su Facebook il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. ''Sono orgoglioso di aver seguito, da ministro, l'iter di una riforma che abbiamo portato avanti per rendere il Parlamento più efficiente e in grado di rispondere meglio alle istanze dei cittadini. Abbiamo ottenuto - aggiunge - l'appoggio quasi unanime delle forze politiche perché è chiaro a tutti che istituzioni più snelle possono lavorare meglio. Manca solo un passaggio perché la riforma sia realtà, consentendoci così di risparmiare ben 500 milioni di euro ogni legislatura. Il taglio dei parlamentari sarà il primo atto politico forte di questa maggioranza il cui obiettivo sarà - conclude Fraccaro - mettere da parte gli slogan e dimostrare, con i risultati concreti, che ora al centro ci sono gli interessi dei cittadini. È un nuovo inizio per l'Italia''.

 

 

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