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mercoledì 28 settembre 2011

Aiutare il Mezzogiorno al sostegno della ripresa economica


I dati relativi al Pil per il 2010 mostrano che l’Italia cresce decisamente meno della media dell’Unione Europea, in particolare è il Sud a fare più fatica. Nello scorso anno il Mezzogiorno ha segnato rispetto all’anno precedente un modesto +0,2%, ben lontano dal +1,7% del Centro-Nord. Non va meglio nel medio periodo: infatti, negli ultimi 10 anni ha segnato una media annua negativa, -0,3%, decisamente distante dal + 3,5% del resto del Paese, a testimonianza del perdurante e strutturale divario di sviluppo tra le due aree. Tuttavia, la vera distanza fra le due aree riguarda una ripresa sempre più difficile in un’area con numerose difficoltà, infatti, nel 2010 il Pil pro capite nazionale in valori assoluti è stato di 25.583 euro, risultante dalla media tra i 29.869 euro del Centro-Nord e i 17.466 del Mezzogiorno.

Fra queste regioni la crescita più alta spetta all'Abruzzo (+2,3%), che recupera in parte il calo del 2009 (-5,8%) grazie alla ripresa dell’industria e alla buona performance dei servizi, grazie alla crescita del terziario fanno registrare segnali positivi anche Sardegna (+1,3%) e Calabria (+1%).
A livello disaggregato la performance nelle due aree è simile nella spesa della PA (-0,5% al Sud, -0,6% al Centro-Nord), ma non è così per le famiglie: nel 2010 l’incremento della spesa nel Mezzogiorno è stato un terzo del Centro-Nord (+0,4% contro +1,3%) e dal 2000 al 2010 la spesa delle famiglie al Nord è cresciuta dello 0,5%, mentre al Sud è scesa dello 0,1%.
Al rallentamento del Mezzogiorno hanno contribuito gli investimenti nelle costruzioni, diminuiti quasi del 5%, che dal 2008 al 2010 hanno segnato un calo addirittura del 16%. Anche l’occupazione si mostra in calo in tutte le regioni meridionali: negli ultimi due anni il tasso di occupazione è sceso dal 46% del 2008 al 43,9% del 2010, circa mezzo punto percentuale in più rispetto al Centro-Nord. Un dato preoccupante riguarda gli inattivi, aumentati dal 2003 di oltre 750 mila unità, mentre crescono i giovani Neet (Not in Education, Employment or Training) con alto livello di istruzione. Nel 2010 il tasso di disoccupazione nel Sud è stato del 13,4% contro il 12% del 2008, più del doppio del Centro-Nord (6,4%, ma nel 2008 era il 4,5%), considerando tra i non occupati anche i lavoratori che usufruiscono della CIG e che cercano lavoro non attivamente, il tasso di disoccupazione corretto salirebbe al 14,8% a livello nazionale dall’11,6% del 2008, con punte del 25,3% nel Mezzogiorno (quasi 12 punti in più del tasso nazionale).

Nonostante il contesto economico abbia continuato a mostrarsi avverso, le Banche Popolari hanno impiegato tutte le risorse disponibili al sostegno della ripresa economica. Infatti, secondo i più recenti dati aggiornati al mese di luglio, gli impieghi sono cresciuti nella misura del 5,1%.
L’attenzione verso le esigenze delle imprese piccole e minori continua ad essere al centro dell’azione delle Banche Popolari, nel primi 7 mesi del 2011, infatti, il Credito Popolare ha canalizzato 4 miliardi di euro verso le piccole e medie imprese del Mezzogiorno, 1 miliardo in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fornendo non solo gli strumenti necessari al sostegno vitale delle PMI ma anche contribuendo in modo decisivo al rilancio della produzione.
Le Banche Popolari, in tale contesto, sono state sempre al fianco delle famiglie, nel rispetto del loro valore fondante: il localismo, sostenendole attraverso l’erogazione, di 1,2 miliardi di euro, sotto forma di mutui per l’acquisto dell’abitazione principale.

La mission originaria che ha portato allo sviluppo delle Banche Popolari, ossia l’esigenza di facilitare l’accesso al credito anche nelle aree più svantaggiate, rappresenta la migliore spiegazione della presenza nel Meridione di ben 23 istituti del Credito Popolare. Anche la presenza sul territorio è capillare, con una rete che conta 2.345 sportelli, ed una corrispondente quota di mercato del 33,1%. Un dato di particolare rilevanza se si considera considerando che il Credito Popolare raccoglie il 14% delle risorse raccolte al Sud, e ne impiega il 15%. Le potenzialità di risparmio presenti nel Mezzogiorno vengono così riutilizzate per assicurare maggiori flussi di credito alle imprese meridionali, senza dare luogo a distrazione di risorse in altre aree del Paese.
Questi dati dimostrano come le Banche Popolari, facendo leva sulla propria tradizione che le ha sempre viste come interlocutori credibili che pongono al centro della loro attività lo sviluppo della realtà locale nella quale operano e a cui sono strettamente legate, contribuiscono con il loro sostegno a mantenere quella vitalità del tessuto produttivo ed economico del Mezzogiorno che costituisce la speranza per un futuro di sviluppo.


Fonte: Giuseppe De Lucia Lumeno Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

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