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mercoledì 22 maggio 2013

Politica per il bene di tutti

Tutti i sondaggi degli ultimi anni indicano un allontanamento, una disaffezione da parte di molti per la politica. La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti. In questo momento vivo di difficoltà e forse più lucido della crisi, in un contesto sociale di disapprovazione generale del “razzolare” male, per la maggior parte delle persone sembra che politica voglia dire solo intrallazzi, impicci, ricerca di potere, ricerca di tornaconto personale.

Se nei decenni passati dedicarsi alla politica era uno dei modi di “diventare grande” un onore per certi versi, oggi chi si sente chiamato a fare qualcosa per gli altri si rifugia nell’impegno sociale, nel volontariato come se questo sostituisse o potesse supplire ad una cattiva politica. Per ritrovare sintonia ed entusiasmo per la Politica è necessario quindi ritornare alle ragioni profonde che sono alla base di una Politica, P maiuscola, intesa come forma alta di servizio, distogliendo l’attenzione dal teatrino mediatico della politica, per riscoprire ambiti tenuti in scarsa considerazione o inesplorati. La prima funzione della politica è paragonabile a quella di un vigile urbano all’incrocio tra due strade: regolare i rapporti tra i cittadini, cioè amministrare la cosa pubblica, e stabilire le regole che permettono il rispetto della libertà personale per fare in modo che la libertà di uno non vada a ledere quella dell’altro in una convivenza pacifica tra gli uomini.

Oltre a ciò la politica ha il compito di orientare e determinare il futuro della società. Due esempi possono rendere più chiara la cosa: uno riguarda il piano energetico o potrebbe oscillare tra la scelta del nucleare o delle energie rinnovabili.

Un altro esempio riguarda il piano economico-industriale: puntare sul trasporto su gomma o su quello ferroviario?

Quale sia la scelta ne consegue un vantaggio per alcuni, ad esempio le aziende che producono auto, e uno svantaggio per altri. E’ evidente che non sia un buon criterio di scelta cedere alle pressioni di coloro che traggono vantaggi economici da una decisione che li favorisce. E’ allora indispensabile la ricerca di un criterio che sia alla base di ogni scelta e che sia coerente con una visione “alta” della politica. Come l’obiettivo ultimo di una società sportiva è insegnare un particolare sport, per un associazione quello di educare a essere buoni cittadini ancor di più appare prioritario avere chiaro quale sia l’obiettivo ultimo della Politica. Oppure la politica deve limitarsi a regolare i rapporti tra i cittadini per garantire una convivenza pacifica?

Mi chiedo se la persona possa veramente essere al centro della politica. Tante persone non ci credono più, invece altre, come me stesso, vogliono ancora crederci perché una risposta c’è. E’ possibile ritrovare la risposta a questa domanda nella Costituzione italiana, legge fondamentale che ispira e regola la vita della nazione. Ogni società umana è composta da persone che… “hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali”… (art. 3 Costituzione).

Ed è proprio dalla affermazione della “pari dignità sociale” di ogni persona che la Costituzione fa derivare il compito della Politica individuandolo in quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il “pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art.3 Costituzione).

Se gli uomini politici usano la politica per loro stessi la politica diviene incapace di guardare in alto, ma se ha la capacità di ritrovarsi assolve ad una delle funzioni più alte della società, quella cioè di creare le condizioni per un sempre maggiore sviluppo della personalità di ogni cittadino. Essere una persona è condizione necessaria e sufficiente per avere la stessa dignità sociale di tutti gli altri. Lo scopo della politica è allora da un lato favorire la crescita di tutte le persone e dall’altro quello di favorire lo sviluppo di tutti gli aspetti della persona compresa quella della famiglia e la nascita e la crescita di essa, favorendo le giovani coppie affinché questo processo naturale avvenga. In altri termini attribuire alla politica il compito di favorire la crescita di tutte le persone vuol dire avere come criterio il bene di tutti, cioè il bene comune e non quello di alcuni o di pochi questo è il punto, bisogna servire tutti con maestranza.

Evidente è la pochezza di una politica che garantisca solo interessi di parte, quali gli interessi economici dei gruppi sociali che hanno dato vita alla maggioranza di governo, o che colloca le proprie scelte solo nell’alveo del tornaconto personale o del proprio gruppo sociale, economico e politico, senza alzare mai lo sguardo verso visioni più ampie.
Un aspetto da non sottovalutare è che occorre intervenire lì dove c’è un inizio, una crescita, un valore che nasce ed è ancora giovane. Occorre aiutare a recuperare un senso comune, che per molti motivi potrebbe non essere sorto già in famiglia. Perché si possa risvegliare una tale sensibilità occorre prima di ogni altra cosa riscoprire le ragioni dello stare con gli altri, riscoprire la capacità di cooperare, di dare per primi e sentirsi in debito con chi mi è accanto, allenare alla reciprocità, regola per cui non bisogna mai interrompere il circuito del servizio, bisogna dare per primi, bisogna aumentare il benessere sociale.

La politica in questo momento appare fuori da questo canone ideologico di questo tipo poiché appare, perché lo è, intrallazzo, impiccio, tornaconto personale e produce allontanamento e disaffezione. La sfida di questo tempo è prenderci a cuore e farci carico del futuro della società, e trovare nuove strade come educatori, servitori e come cittadini, perché la politica torni ad avere al centro la persona, tutte le persone, il bene comune.

La scelta del servizio implica come atteggiamento di vita quello di rendersi utili agli altri, di saperli ascoltare, sostenere, attendere con pazienza e con umiltà. Significa creare reti di solidarietà con le persone della nostra città e del nostro paese. Significa impostare le relazioni con gli altri secondo la logica per la quale l’uomo non è mai un mezzo ma sempre un fine. Occorre tenere gli occhi aperti a scorgere le necessità di persone e cose nella vita pubblica, mani aperte ad accogliere e pronte a dare al prossimo per quella dignità sociale che abbiamo accennato pocanzi, piedi veloci per cercare di soddisfare tutti, spalle robuste e la testa che ragiona e coordina efficacemente al servizio di tutti.

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