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mercoledì 3 maggio 2017

Positiva l’appartenenza all’UE per gran parte degli europei

Gli italiani chiedono più interventi dell'UE. La maggioranza degli europei vuole una risposta comune alle sfide globali; 3 su 4 vogliono di più nella lotta al terrorismo, contro la disoccupazione e l’evasione fiscale e per la protezione dell’ambiente.

Secondo un numero crescente di cittadini europei, appartenere all'Ue è una cosa positiva. Questo il dato che emerge dall'ultimo Eurobarometro pubblicato dal Parlamento europeo. In pratica, l’attaccamento all'Unione europea ha raggiunto nuovamente i livelli pre-crisi registrati nel 2007.

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato: “I risultati dell’ultimo sondaggio sull'attitudine dei cittadini europei nei confronti dell'Ue sono, per la prima volta dall'inizio della crisi economica nel 2007, molto incoraggianti.
Tali risultati dimostrano che gli europei vogliono che l'Ue risponda con una voce sola ai timori e alle turbolenze internazionali che hanno reso il mondo in cui viviamo più incerto e pericoloso.
Sta a noi leader politici dimostrare che hanno ragione a riporre in noi la loro fiducia. Dobbiamo, con il nostro lavoro quotidiano e con le nostre decisioni, convincerli che l’Unione europea può sia proteggerli che rendere la loro vita migliore”.

Per l’Italia, pur sotto la media UE, si registra un aumento di risposte positive sull'attaccamento all'Unione, con 7 punti percentuali in più rispetto all'anno scorso (48%).


L'Eurobarometro, commissionato dal Parlamento europeo e pubblicato giovedì, mostra come essere membri dell’Ue sia una cosa positiva per il 57% degli europei (+4% rispetto all'ultimo sondaggio di settembre 2016 e quasi allo stesso livello del 2007, quando a esprimersi positivamente erano stati il 58% degli intervistati).

Le percentuali variano significativamente da paese a paese.

Più Europa per combattere terrorismo, disoccupazione ed evasione fiscale

Fra gli elementi chiave per definire l’identità europea, il 50% degli intervistati cita la democrazia e la libertà, mentre solo il 33% indica l’Euro (nel 2015 era il 39%). Per quasi la metà degli intervistati a livello Ue (il 46%) avere un sistema di welfare armonizzato per tutti gli Stati membri contribuirebbe a rafforzare il sentimento di cittadinanza europea.

Ascoltare di più i cittadini in Europa e nei loro paesi

Reagire con una risposta comune europea ai recenti eventi geopolitici globali come la crescente instabilità nei paesi arabi, la sempre maggiore influenza della Russia e della Cina, la Brexit e l’elezione di Donald Trump è più auspicabile che avere una reazione paese per paese per una percentuale di intervistati che, in alcuni casi, si attesta fino al 73%.
La maggioranza dei cittadini europei vuole che l'Ue faccia di più per rispondere a sfide quali la lotta al terrorismo (80%) e alla disoccupazione (78%), la protezione dell’ambiente (75%) e il contrasto all'evasione fiscale (74%).
Secondo una larga maggioranza degli intervistati italiani, invece, ci sarebbe bisogno di un maggior intervento da parte dell’Unione europea su migrazione (80%), politica di sicurezza e difesa (74%), politica economica (68%), agricoltura (65%) e politica industriale (64%).

Maggiore ascolto a livello europeo e nazionale

Il 43% degli europei pensa che la propria voce conti a livello di Ue, un record dal 2007 a oggi, e 6 punti percentuali in più rispetto al 2016. Se invece si analizza quanto gli intervistati pensino che la propria voce conti nel proprio paese, sei europei su dieci rispondono positivamente (più 10% rispetto allo scorso anno).
In Italia, solo il 36% degli intervistati ha risposto positivamente, al di sotto della media EU, ma con 11 punti percentuali in più rispetto all'anno passato.

Disuguaglianza sociale

Infine, la stragrande maggioranza degli europei pensa che le diseguaglianze fra classi sociali siano significative e un terzo degli intervistati dubita che riusciremo a lasciarci la crisi alle spalle nei prossimi anni.

Fonte: europarl.it

mercoledì 19 aprile 2017

Rivoluzione digitale: "Un report, a 25 anni dalla nascita"

Sono passati solo 25 anni da quando Tim Berners-Lee ha reso il World Wide Web accessibile a tutti, e, in questo tempo, internet è diventato una parte fondamentale delle nostre vite. La diffusione così rapida ha cambiato tantissime cose, a cominciare dal modo in cui interagiamo con gli altri e con le istituzioni.
• più della metà della popolazione mondiale usa uno smartphone;
• quasi due terzi della popolazione mondiale possiede un telefono cellulare
• più della metà del traffico internet è generato da mobile;
• più della metà delle connessioni mobile avviene oggi su banda larga;
• più di una persona su cinque della popolazione mondiale ha effettuato almeno un acquisto online negli ultimi 30 giorni.

L'agenzia creativa We Are Social - nata nel 2008 e oggi con un team di oltre 600 specialisti che lavorano negli 11 uffici attivi, presenti in 5 continenti - ha reso noto il suo report annuale Digital in 2017 - risultato della collaborazione con Hootsuite -  che raccoglie contenuti legati all'utilizzo dei canali social, dei dispositivi mobile e più in generale, a tutto ciò che riguarda lo scenario digitale a livello globale e locale ''E' anche grazie a questi dati che cerchiamo, ogni giorno, di anticipare i trend futuri“, commentano Gabriele Cucinella, Stefano Maggi, Ottavio Nava, ManagingDirectorWe Are Social Italia
ITALIA- Un paese sempre più social e sempre più mobile
Su una popolazione di quasi 60 milioni di abitanti, oltre 39 milioni utilizzano internet e 31 milioni sono attivi sui social media, ovvero il 52% del totale. 
Di questi 28 milioni accedono ai propri social preferiti tramite mobile (47% dell’intera popolazione) evidenziando come questi strumenti siano sempre più parte integrante della quotidianità.

L’Italia denota inoltre un’ampia frammentazione delle piattaforme social utilizzate, segnale di come le persone scelgano in modo molto flessibile il canale migliore per fruire e condividere contenuti a seconda delle proprie esigenze. Se Facebook e YouTube la fanno da padrone come social media, Instagram con il 28% dell’utenza, evidenzia una fortissima crescita rispetto al 2016, subito dietro alle principali app di messaging (WhatsApp e FB Messenger).
Infine un altro dato interessante riguarda l’età che si fa sempre più trasversale nella popolazione, rivelando come i social media non siano più soltanto un hot topic dei più giovani ma si siano trasformati in strumento di informazione e comunicazione alla portata di tutti.
GLOBAL OVERVIEW - La continua crescita di Facebook e l’integrazione dei social nella vita di tutti i giorni (+91% nelle connessioni da mobile)
Il 2016 è stato un anno di straordinaria crescita nell’utilizzo di internet a livello globale, con un forte incremento di quasi tutti gli indicatori rispetto al 2015:
• 3.77 miliardi di utenti internet nel 2017, con una penetrazione del 50% sulla popolazione mondiale;
• 2.80 miliardi di utenti di social media nel 2017, con una penetrazione del 37%;
• 4.92 miliardi di utenti mobile nel 2017, con una penetrazione del 66%;
• 2.56 miliardi di utenti social media da mobile nel 2017, con una penetrazione del 34%;
• 1.61 miliardi di utenti di e-commerce nel 2017, con una penetrazione del 22%.

Oggi la penetrazione di internet ha superato il 50%, e il trend è ancora in ascesa:
• l’utilizzo di internet è cresciuto del 10% rispetto al 2016, +354 milioni rispetto al 2015;
• gli utenti attivi sui social media sono aumentati del 21%, è 482 milioni rispetto al 2015;
• gli utenti unici da mobile sono cresciuti del 5%, +222 milioni negli ultimi 12 mesi;
• gli utenti di social media da mobile sono cresciuti del 30%, +581 milioni (!!!) nel 2016.
Più di 2.8 miliardi di persone utilizzano canali social almeno una volta al mese, e +91% di loro lo fa usando dispositivi mobile: Facebook continua a crescere, e si tratta di un dato molto interessante, visto che - ormai da 10 anni - è la piattaforma - di gran lunga - più usata (se consideriamo tutto il suo ecosistema - che include Instagram, WhatsApp e Messenger - l’audience è costituita da 4.37 miliardi di persone).

Un altro dato interessante riguarda il tempo speso sui canali social: GlobalWebIndex sottolinea come l’utente medio spende - mediamente - 2 ore e 19 minuti usando piattaforme social ogni giorno.
I numeri che riguardano i social media sono impressionanti, ma ancor più lo sono se legati all’accesso di questi canali da dispositivi mobile: più di un terzo della popolazione mondiale accede a piattaforme social da mobile (2.5 miliardi di persone, +581 milioni rispetto a 12 mesi fa). Circa l’8% della popolazione mondiale ha iniziato a usare dispositivi mobile durante il 2016: questo significa un nuovo utente ogni 18 secondi (giusto per dare un’idea, mentre leggevate questa frase, 100 persone hanno iniziato a usare un dispositivo mobile per accedere a canali social).















Fonti del report :GlobalWebIndex, GSMA Intelligence (e il suo Mobile Connectivity Index), Statista, Akamai (con State Of The Internet), Google (e il suo Consumer Barometer), StatCounter e Ericsson (e i suoi Mobility Reports)

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