Intervista a Shimonal Alchasov
Dottor Alchasov, Coop e Conad smentiscono di aver indetto un "boicottaggio" ai danni di Israele ma sono state pesantemente attaccate da alcuni politici italiani
Preferirei non parlare di politica. Lavoro dal ’73 in Agrexco, ho vissuto in Francia e anche nel vostro Paese. La nostra azienda si occupa di esportare derrate agricole che vengono da produttori ebrei, cristiani, musulmani. Noi pensiamo alla qualità del prodotto, non alle questioni politiche.
Coop e Conad effettivamente sostengono di voler evitare che sugli scaffali arrivi merce non etichettata e di cui, dunque, non si può stabilire l’esatta provenienza e qualità
Le dico una cosa: la nostra azienda esporta molto prodotti in Italia, dai pompelmi all’avocado, ma la quantità di merce che arriva da quelle che Lei ha definito “Colonie” si aggira intorno allo 0,4 per cento del totale. A parte qualche erba aromatica, onestamente mi sembra di poter dire che nel vostro Paese non arrivano derrate agricole coltivate nei territori di Giudea e Samaria.
Allora perché tanto clamore?
Conad o Coop sono aziende che hanno un grosso giro d’affari e non mi stupirebbe se alla fine scoprissero di non aver neppure comprato uno dei prodotti “incriminati”. Il rischio per loro è che da qui in avanti ogni risposta che daranno sull’argomento si presterà a pericolose strumentalizzazioni.
Il senatore Furio Colombo ieri ha detto che il linguaggio di Coop e Conad è “ipocrita” e ricorda “le scuse usate dai nazisti per perseguitare gli ebrei”
So che la Coop ha una lunga storia nell’economia italiana e che si è sempre impegnata a fondo per tutelare i consumatori. Non credo che la decisione presa dai gruppi italiani sia stata un pretesto per nascondere chissà cos’altro… mi è sembrato piuttosto un errore di ingenuità.
Come uscire da questi fraintendimenti?
So solo una cosa avendo vissuto in Italia. Il vostro non è un Paese razzista. E in ogni caso l’Unione Europea prevede il divieto di ogni forma di boicottaggio
Si parla tanto di “pace economica” fra israeliani e palestinesi. Fatti del genere non rischiano di complicare le cose?
Se Coop e Conad decideranno di non richiedere più i nostri prodotti noi non glieli invieremo. Ma la verità è un'altra: gran parte del nostro personale parla arabo ed è palestinese. Se i nostri prodotti non saranno più esportati significa che anche molti palestinesi perderanno il lavoro e questo potrebbe spingerli tra le braccia del terrorismo.
Qual è la soluzione allora?
Non c’è pace senza un'economia che funziona.
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