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martedì 12 aprile 2011

Eguaglianza e Libertà – Norberto Bobbio

Prefazione

· La libertà indica uno stato, l'eguaglianza un rapporto: l'uomo inteso come persona, o, per essere considerato come persona, deve essere, in quanto individuo della sua singolarità, libero, in quanto essere sociale, l'essere con gli altri individui in un rapporto di eguaglianza. Spesso il termine eguaglianza viene sostituito con il termine giustizia nel binomio giustizia e libertà: le vittime di un potere oppressivo chiedono prima di tutto di essere liberi, rispetto a un potere arbitrario invocano invece giustizia.

· Libertà e di uguaglianza rappresentano quei valori che appartengono allo Stato dell'individuo. Libertà ed uguaglianza sono i valori che stanno a fondamento della democrazia: fra le tante definizioni democrazie possiamo darne una;

· possiamo intendere la democrazia non tanto come una società di liberi ed eguali, ma come una società regolata in modo che gli individui che la compongono sono più liberi ed eguali che in qualsiasi altra forma di convivenza sperimentata l'uomo.

· Il suffragio universale è un esempio di applicazione del principio di uguaglianza, in quanto rende uguali rispetto ai diritti politici. Nello stesso tempo è anche applicazione del principio di libertà, inteso come diritto di partecipare al potere politico. Quindi attraverso suffragio universale i cittadini diventano più liberi e più eguali.

EGUAGLIANZA

Eguaglianza di fronte alla legge, giuridica, dell'opportunità, di fatto

· delle varie determinazioni storiche dell'uguaglianza, quella universalmente accolta è quella che afferma che "tutti gli uomini sono eguali di fronte alla legge" oppure "la legge è uguale per tutti".

· L'eguaglianza di diritto indica qualcosa di più che la mera uguaglianza di fronte alla legge come esclusione di ogni discriminazione ingiustificata, ma significa l'eguale godimento da parte dei cittadini di alcuni diritti fondamentali garantiti.

· Mentre l'uguaglianza di fronte legge è soltanto una forma specifica di eguaglianza di diritto o dei diritti (per esempio il diritto di tutti di accedere alla giurisdizione comune, o le principali cariche civili e militari indipendentemente dalla nascita), l'uguaglianza nei diritti comprende tutti i diritti fondamentali enumerati in una costituzione.

· Per uguaglianza giuridica si intende di solito l'eguaglianza in quel particolare attributo che fa parte di ogni membro di un gruppo sociale cioè un soggetto dotato di capacità giuridica.

· Il principio dell'uguaglianza di opportunità è l'applicazione della regola di giustizia a una situazione in cui vi siano più persone in competizione tra loro per il raggiungibile l'obiettivo unico, un obiettivo che non può essere raggiunto da uno dei concorrenti (una gara, un duello…).

· in altre parole, il principio dell'uguaglianza delle opportunità mira a mettere tutti i membri di quella determinata società della condizione di partecipare alla gara della vita, o per la conquista di ciò che si vuole, partendo da posizioni eguali.

· Tuttavia ciò implica l'introduzione di discriminazioni altrimenti non esistenti, poiché per mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza bisogna favorire i più agiati e favorire i più disagiatià una diseguaglianza diventa strumento di eguaglianza perché corregge una diseguaglianza precedente: la nuova eguaglianza è risultato del pareggiamento di due disuguaglianze.

· per uguaglianza di fare si intende l'uguaglianza rispetto ai beni materiali, o eguaglianza economica, la quale si viene così a distinguere dall'eguaglianza formale o giuridica, e dell'uguaglianza delle opportunità o sociale.

· Particolarmente difficile è capire quali siano i modi per attuare tale eguaglianza: i beni saranno distribuiti secondo la formula "a ciascuno in parti eguali" oppure "a ciascuno e in proporzione di ".

Dottrine egualitarie e inegualitarie

· per determinare il significato specifico di un rapporto di eguaglianza occorre rispondere ad almeno due domande: eguaglianza tra chi?, eguaglianza in che cosa?. Le possibili risposte sono:

a) eguaglianza fra tutti in tutto = ideale-limite dell’ egualitarismo

b) eguaglianza fra tutti in qualche cosa

c) eguaglianza fra alcuni in tutto

d) eguaglianza fra alcuni in qualche cosa.

· egualitaria è una dottrina che sostiene l'eguaglianza per il maggior numero di uomini del maggior numero di beni.

· Tuttavia dal momento che l'eguaglianza assoluta intesa quindi come l'eguaglianza di tutti in tutto è un'idea limite cui si può attendere, è lecito parlare di dottrine più egualitarie di altre.

· Si può parlare di egualitarismo parziale o limitato quando si tratta di dottrine che sostengono l'eguaglianza tutto però limitatamente a una categoria di persone.

· Il fine ultimo dell'egualitarismo si identifica con l'eliminazione della proprietà privata, l'eliminazione di ogni forma di potere politico (anarchismo).

o Il punto di partenza delle dottrine egualitarie è la considerazione della comune natura degli uomini, tuttavia ammesso che sia vero che tutti gli uomini solo uguali, non ne discende necessariamente che tutti gli uomini debbano essere trattati in modo eguale.

o La prova è la dottrina in egualitarie come quella sperimentata da Hobbes, che considera come scopo supremo degli uomini di vivere in società non la maggior uguaglianza possibile, ma esclusivamente la pace sociale, e fonda questa proprio sulla rinuncia all'eguaglianza naturale e sulla costituzione di un ordinamento che demarca coloro che hanno il dovere di comandare e coloro che hanno il diritto di ubbidire.

o Gli uomini secondo Hobbes sono di fatto eguali debbono essere diseguali, per i teorici del socialismo scientifico (marxismo) gli uomini sono stati di fatto sinora diseguali ma debbono essere uguali.

o Dal momento che le società sono esistite finora sono società diseguali, le dottrine in egualitarie rappresentano la tendenza a conservare tale stato: sono quindi dottrine conservatrici.

Capitolo 13: egualitarismo e liberalismo

· mentre egualitarismo afferma che solo alcuni uomini sono eguali, il liberalismo nega la stessa massima rispetto al trattare soggetti ma la totalità, cioè ammette l'eguaglianza di tutti non in tutto ma soltanto in qualche cosa, e questo "qualche cosa" sono i diritti fondamentali o naturali, o umani.

· Liberalismo e egualitarismo fondano le loro radici in concezioni della città profondamente diverse: per il liberale il fine ultimo è l'espansione della personalità individuale, considerata come un valore per sé stante; per l'egualitario, lo sviluppo armonico della comunità.

· Diversi sono i modi di concepire natura e compiti dello Stato: limitato e garante per i primi; interventista e di regista, lo stato dei secondi.

· I liberali hanno sempre accusato gli egualitari di sacrificare la libertà individuale, all'uniformità e al livellamento imposti dalla necessità di rendere tutti individui il più possibile simili: quindi l'egualitarismo diventa sinonimo di appiattimento delle aspirazioni e dell’ improduttvità delle forze motrici della società.

LIBERTA’

Libertà positiva e libertà negativa

· per libertà negativa si intende nel linguaggio politico, la situazione in cui un soggetto ha la possibilità di agire senza essere impedito, o di non agire senza essere costretto, da altri soggetti.

· La libertà negativa si può anche definire come "libertà come assenza di impedimento o di costrizione": quindi alla libertà comprende l'assenza di impedimento, cioè la possibilità di fare, e l'assenza di costrizione, cioè la possibilità di non fare.

· Per libertà positiva si intende nel linguaggio politico la situazione in cui un soggetto alla possibilità di orientare il proprio volere verso lo scopo, di prendere delle decisioni, senza essere determinato dal volere altrui.

· Possiamo definire questa forma di libertà anche come "autodeterminazione" o, ancora più appropriatamente, "autonomia".

· La prima forma è stata definita negativa in quanto designa la mancanza di qualche cosa, intesa come assenza di impedimento, mentre positiva è chiamata la seconda, perché è indicata, la presenza di qualcosa, cioè di un attributo specifico del mio volere, che appunto la capacità di muoversi verso uno scopo senza essere mosso.

Determinismo e indeterminismo

· i primi negano la libertà del volere ma non escludono la libertà di agire, cioè la libertà negativa; i secondi affermano principalmente la libertà di volere, che corrisponde la cosiddetta libertà positiva e non comporta necessariamente la libertà di agire.

· Le due forme di libertà si possono distinguere anche in base al diverso soggetto portatore: quando prendiamo in considerazione libertà negativa, il soggetto a cui ci riferiamo è generalmente l'individuo singolo; quando invece l'oggetto della sua discorso è la libertà positiva di soggetto storico è un ente collettivo.

La libertà degli antichi e la libertà dei moderni

· Alla differenza tra le due libertà è stata fatta corrispondere una distinzione storica, secondo cui la libertà negativa sarebbe libertà dei moderni e libertà positiva quella degli antichi.

· Lo scopo degli antichi era la distribuzione del potere sociale fra tutti cittadini di una medesima patria: libertà.

· Lo scopo dei moderni è la sicurezza nei godimenti privati: chiamano libertà le garanzie concesse dalle istituzioni a questi godimenti.

Rapporto tra liberalismo e democrazia

· le libertà civili sono una condizione necessaria per l'esercizio della libertà politica, cioè il controllo popolare del potere politico: senza le libertà civili, come la libertà di stampa e di opinione, la partecipazione popolare al potere politico è un inganno; ma senza partecipazione popolare al potere le libertà civili hanno ben poche probabilità di durare.

La vera libertà

· se intendiamo per vera libertà l'assenza di costrizione, bisogna parlare di libertà negativa in quanto la libertà positiva qualifica nulla l'agire umano ma la volontà, e ciò può valere per l'agire non è detto che valga anche per volontà.

I due ideali di società libera

· un esempio classico della prima forma ideale di società libera è la comunità di Kant: ciò che Kant intende per libera è una società in cui sia garantita a ciascuno la libertà esterna, cioè la libertà di far tutto ciò che è compatibile con le libertà di tutti gli altri, cioè una società in cui vi sia il massimo possibile di libertà negativa.

· Nell'ideale di Kant una società è tanto più perfetta quanto più estesa quella libertà che consente l'assenza di impedimento di costrizione.

· Tutt'altra è la società libera ideale presente nel pensiero politico di Rosseau: cioè il maggior apprezzamento da libertà positiva rispetto libertà negativa. Una società ideale di Rosseau è quella del contratto sociale ove ciascuno è libero, ma nella misura in cui ubbidisce alla legge che egli stesso attraverso la formazione della volontà generale si è dato.

La storia della libertà

· la libertà in quanto liberazione da un ostacolo presuppone sempre un ostacolo. Tante libertà nella storia quanti ostacoli di volta in volta rimossi. Si può intendere la storia come un continuo e rinnovato tentativo degli individui e dei gruppi (popoli, classi, nazioni) di allargare la propria libertà d'azione (libertà negativa) e di riaffermare il principio dell'autodeterminazione contro le forze oppressive.

· La conquista della libertà è sempre stata una condizione necessaria per la conquista della potenza e la potenza degli uni si afferma e non può non affermarsi a scapito delle verso degli altri. C'è uno stretto rapporto tra potenza e libertà: tutti potenti prima di essere potenti sono stati liberi, la libertà di oggi è la potenza di domani e tale libertà provocherà necessariamente l’illibertà di altri.

· Si può benissimo concepire la storia e quindi il destino dell'uomo dal punto di vista, anziché della libertà, della potenza, come il suo rovescio.

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