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sabato 22 settembre 2012

Trasparenza: Eppur sono fondi pubblici

Battistoni si è dimesso da capogruppo Pdl della regione Lazio, non già perchè fosse indagato o sfiduciato politicamente, ha detto il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, ma per un suo gesto di grande responsabilità nei confronti delle istituzioni e del Pdl che non possiamo che apprezzare. Franco Fiorito viene indagato per peculato nell'ambito dell'inchiesa sull'impiego di fondi regionali del Pdl e dichiara il rimborso di spese per lui “pazze” ma legittime dice. Renata Polverini rinvia altresì qualsiasi presa di posizione sulle sue dimissioni. Mi chiedo dov'erano quando rendicontavano e votavano il bilancio regionale. Altra risposta esternata a “porta a porta” di Vespa da Franco Fiorito. Dov'era prima di questo parapiglia la coalizione della giunta Polverini? Tuttavia cominciano a tremare anche i vertici di altra Regioni italiane. Ora è toccato alla Campania: la Guardia di Finanza si è presentata al Centro direzionale di Napoli, al portone della sede del Consiglio regionale, in seguito ad un’iniziativa disposta dalla Procura di Napoli che ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di peculato, stesso ipotetico reato della Regione Lazio. Si indaga dunque su ipotesi di sperpero di denaro pubblico e sull’eventualità che attraverso bilanci poco trasparenti alcuni consiglieri avrebbero intascato a vario titolo soldi destinati ai partiti.
Eppur sono fondi pubblici il cui impiego dovrebbe essere rendicontato con la massima trasparenza. «Non c’è privacy che regge, da questo punto di vista», conferma a Lettera43.it, Antonino Galletti, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Roma ed ex coordinatore della commissione Giustizia amministrativa dell’Oua (Organismo unitario dell’avvocatura italiana). «Il problema è che spesso e volentieri», sottolinea, «la legge sulla riservatezza viene distorta e diventa un alibi per celare condotte sbagliate». Si fa riferimento all'esistenza di un riferimento legislativo in Italia e Antonino Galletti dice: A parte le riforme sulla trasparenza avviate dall’ex ministro Renato Brunetta, esiste la legge 241 del '90 sul procedimento amministrativo e la trasparenza. Ma parliamo di un quadro normativo che vale a livello nazionale e non periferico.
E alla domanda: Per via dell'autonomia degli enti locali? Sempre lo stesso Galletti risponde: Sì. La riforma dell’articolo 117 della Costituzione è stata contemplata proprio per salvaguardare l’autonomia degli enti locali. Ecco perché anche la materia dei bilanci e della trasparenza delle spese rientra tra quelle di competenza legislativa regionale. E se si riformasse ancora una volta l’articolo 117 della Carta? È un percorso difficile dal momento che ormai l’evoluzione legislativa ha sposato le istanze federaliste.
Allora che soluzione immagina Signor Galletti? A livello europeo un problema come quello dell’assistenza ai parlamentari, per esempio, è stato risolto prevedendo i pagamenti direttamente in capo al parlamento Ue. Basterebbe importare un modello simile su base regionale. Cioè una volta fissato un tetto minimo, i rimborsi non dovrebbero essere più ex post. I pagamenti, insomma, andrebbero erogati direttamente dagli uffici dell’economato regionale. In questo modo i margini di trasparenza aumenterebbero, a scapito degli imbrogli.
Passando oltre il lato tecnicistico della legge in materia costituzionale volevo porre l'attenzione alla legge specifica riferita ai contributi che potrebbe essere il trampolino di lancio di gestione per la trasparenza dei fondi gestiti dai consiglieri regionali, dai capigruppo e quindi dai partiti, in rete. Si io voglio vedere che fine fanno i soldi che gestiscono i partiti italiani verificando di persona come amministrano gli stessi. Quindi mi chiedo se è pur possibile, come succede nei finanziamenti pubblici, riportare una legittimità del valore “pubblico” dei nostri soldi dati al partito chiamati appunto fondi pubblici. 
Riporto l'art. 18 dei Contributi pubblici online e trasparenti D.L. 83/2012. 
L'articolo 18 disciplina l’obbligatorietà di pubblicazione via internet della erogazione delle somme di qualunque genere da parte della pubblica amministrazione ad imprese ed altri soggetti economici al fine di garantire la trasparenza della gestione dei contratti. La conoscenza delle modalità  di attribuzione e dell’importo delle somme erogate da parte della pubblica amministrazione ha lo scopo di avere informazioni certe e in tempo reale onde evitare sovrapposizioni e spese inutili e di favorire la programmazione corretta delle spese future.

Art. 18
La Trasparenza della attività della PA e la conoscibilità dei dati e delle informazioni relative alle decisioni che comportano spesa di danaro pubblico sono uno dei fattori sui quali può e deve basarsi ogni impegno per la crescita produttiva ed imprenditoriale e per lo sviluppo del sistema Italia.
Da un lato, i siti web delle pubbliche amministrazioni rappresentano il luogo naturale e più diretto dove rendicontare ai cittadini ed ai soggetti economici il proprio operato. Dall’altro, la più efficiente ed efficace razionalizzazione delle comunicazioni delle P.A. consente di usare i dati e le informazioni raccolti per valutare e definire politiche pubbliche, economiche ed industriali mirate su una base di conoscenza oggettiva dei fenomeni. Il percorso avviato nel nostro Paese verso la “trasparenza totale”, si fonda su innovazioni normative – a partire dal 1990 con la legge 241 -, ma si scontra con prassi ispirate alla “segretezza” delle decisioni della PA che ne riducono la portata innovativa e ne limitano le finalità riformatrici assegnate dal legislatore.
È necessario affermare che gli organismi – nessuno escluso - che erogano finanziamenti pubblici (Ministeri, Regioni, Province, Comuni, concessionari di servizi pubblici e società a prevalente partecipazione o controllo pubblico) siano obbligatoriamente tenuti a pubblicare in rete – alla piena e immediata disponibilità del pubblico – i dati e le informazioni relative agli incentivi di qualunque tipo, nonché i finanziamenti erogati alle imprese e ad altri soggetti per prestazioni, consulenze, servizi e appalti, al fine di garantire la migliore e più efficiente ed imparziale utilizzazione di fondi pubblici.
In molti Paesi la trasparenza della spesa pubblica è già realtà, e permette ai cittadini, o alle loro associazioni, un controllo generale e continuo sulla gestione dei fondi pubblici. Emblematica è al riguardo la legislazione sull'open government: è cosi che si indica la trasparenza pubblica nei paesi anglosassoni e scandinavi (Stati Uniti, Svezia, Regno Unito). 

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