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martedì 21 maggio 2013

Cassa integrazione no soluzione a lungo termine

Il problema della cassa integrazione, che è un intervento dello Stato che assicura la retribuzione al lavoratore, in caso di perdita della retribuzione o di contrazione dell'attività produttiva, c'è. La cassa integrazione è concessa alle imprese per situazioni temporanee non imputabili all'imprenditore o ai lavoratori (es. crisi di mercato) è ben diffuso nel meridione e nel centro, ma si vede in forte incremento anche nelle zone più industrializzate della Lombardia e del Veneto.

Si può giustificare una politica di questo genere?

Soffermandoci oltre, il tema della situazione politica attuale, e del nuovo governo dovrebbe cambiare questa dinamica e dovrebbe soffermarsi sullo sviluppo economico, sulla crescita della produttività interna, della rifondazione del sistema industriale italiano e sulla possibilità di diminuire la disoccupazione giovanile. Si dovrebbe prendere in considerazione la de-burocratizzazione fiscale, quindi della sua semplificazione. Non si può derogare al nostro commercialista a leggi complicate e quanto mai semplici, mentre in America la stesura della dichiarazione dei redditi e scritta in due paginette.

Si dovrebbe andare oltre l'approvazione del decreto legge sulla semplificazione fiscale, che ha introdotto il governo l'anno scorso, che considerava alcune novità che rendevano ancora più marcata l'azione nel campo della semplificazione della normativa tributaria e della lotta all'evasione. Nei 13 articoli del provvedimento, predisposto dal Ministrero dell'economia e delle finanze, sono state annunciate diverse misure che permettevano ulteriori passi avanti verso equità e controllo mirato degli illeciti, ma sorvoliamo.
E' vero che bisogna pagare i redditi degli esodati, dei cassa integrati in deroga o straordinari. Ma è anche vero che non si riesce mai a risparmiare abbastanza per tappare buchi di questo genere, questa è una gabbia che ci porterà all'asfissia. Lo si potrebbe fare per tutto l'arco del 2013 forse, d'altronde si sottraggono troppi soldi dalle attività produttive, a risparmi, dalla tassazione di prodotti commerciali, vedi l'ultima idee quella sulle sigarette elettroniche, fino a quanto durerà questo processo di tassazione? Potremmo mai resistere così a lungo? Con l'avanzare degli anni quali disastrosi eventi e ripercussioni si susseguiranno?

Bisognerebbe guardare all'Europa, a Bruxelles, e ripartire. Dobbiamo vincere la battaglia con l'Europa, quella che ci chiede rigore con il fiscal compact. Basta con la politica dell'austerità è ora di riprendere respiro. Dobbiamo dare risposte al nostro popolo, al paese, quindi ai lavoratori. Gli ammortizzatori sociali non sono la soluzione principale per risollevare il nostro paese dalla recessione. Bisognerebbe avere coesione politica verso un quadro nazionale coeso, che dovrebbe puntare al risollevamento delle attività produttive e lavorative, investendo sull'occupazione e sulle agevolazioni alle imprese.

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