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venerdì 25 luglio 2014

"Tagliola nella sostanza più che nella forma"

La Camera e il Senato hanno dato il via al taglio degli stipendi dei dipendenti. E' un punto di vista altrettanto dolente per chi a fine mese guadagna cinquecento euro lordi. Ma andiamo avanti con i numeri per stringerci verso l'indignazione "populistica".

E' vero che gli uffici di presidenza hanno approvato le linee guida sui tetti salariali. Il massimo, per i consiglieri parlamentari, non potrà superare i duecentoquaranta mila (240.000) euro al netto della contribuzione previdenziale. Vi rendete conto? Mentre gli altri sono ancora da definire.
E proseguendo c'è chi dice: "E' un atto, spiega la presidente della Camera Boldrini, che mette l'istituzione in sintonia con la realtà difficile che sta vivendo il Paese."   
   
Mentre all'inizio dei lavori dell'Ufficio di  presidenza funzionari, commessi e consiglieri parlamentari avevano inscenato un sit in silenzioso di protesta. La tensione gia' calda, diventa rovente al Senato. La decisione di scaglionare i tempi di discussione sulla riforma del Senato, presa a maggioranza, è contestata legittimamente dalle opposizioni.          
"E' una "tagliola" nella sostanza, piu' che nella forma", accusano le opposizioni.
"Il contingentamento molto grave e insopportabile per una revisione della Costituzione", dice Loredana De Petris (di Sinistra ecologia e libertà).
"Ghiglliottina e tagliola: il governo blocca la discussione delle riforme" e "la democrazia è ferita", sostiene il gruppo Movimento 5 Stelle del Senato.
"Non siamo schiavi di Renzi che vuole andare in vacanza entro l'8 agosto", osserva Centinaio (della Lega Nord).

Tuttavia proseguono sempre a rilento i lavori del Senato sulla riforma del bicameralismo perfetto. Per la terza giornata nell'aula di Palazzo Madama si susseguono gli interventi dei senatori di Sel, M5S ed ex cinquestelle per illustrare gli emendamenti.
Gli emendamenti sono quasi 8.000 in tutto. Si è così concluso l'esposizione dei primi 2.100 emendamenti. Urla, grida, proteste. Dai banchi delle opposizioni nell'aula del Senato partono "scintille" e scoppia una ressa generale.

"Fate carta straccia delle Costituzione!", si urla. Il presidente del Senato, Grasso, piu' volte interviene per invitare alla calma e per far parlare tutti. La protesta è contro la decisione della maggioranza di contingentare i tempi della discussione sulla riforma del Senato.

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, come precisa Gasparri (di Forza Italia). Sul progetto di riforma del governo sono stati presentati quasi 8 mila emendamenti e finora ne sono stati votati tre. Sono stati chiesti oltre 900 voti segreti. Le opposizioni criticano soprattutto l'elezione indiretta dei senatori e chiedono quella diretta da parte dei cittadini.
Il governo punta a far approvare la riforma prima delle ferie estive, ma ancora il Senato non ha cominciato a votare. Da lunedi' i lavori procederanno ad oltranza, anche con sedute notturne. Ma è stata evitata la "ghigliottina", cioe' il contingentamento (cioè l'imposizione della fine del dibattito) dei tempi di discussione.

Centinaio, capogruppo della Lega, annuncia: il Carroccio andrà da Napolitano. Petrocelli, capogruppo del M5S, dice: "Anche noi saliremo al Colle".
I deputati del M5S hanno lasciato la Camera per raggiungere il Senato e salire al Quirinale con i colleghi.

Così riassumendo salta ogni ipotesi di mediazione. Ci sarà il contingentamento dei tempi sul progetto di riforma del Senato e il voto finale dovrà arrivare entro l'8 agosto. Viene applicata la cosiddetta "tagliola". Quindi la decisione è stata presa a maggioranza. Ed è così che ci sono e ci saranno scontri frontali. Mentre Napolitano sta a guardare dal colle.

Il premier Renzi, in un'intervista su  La7, anticipata nei contenuti dal sito del Corriere, ribadisce la posizione del governo sulle riforme: "Piaccia o non piaccia le faremo".   
           
"Non mollo. In Italia c'è un gruppo di persone che dice no da sempre", sottolinea Renzi. "E noi, senza urlare, diciamo sì", aggiunge. L'ostruzionismo al Senato? "Noi siamo contro la dittatura della maggioranza ma anche contro la dittatura della minoranza. Io vado avanti", conclude.

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