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venerdì 10 novembre 2017

Le elezioni regionali siciliane in vista delle nazionali

Il 5 novembre 2017 si è conclusa la votazione in regione Siciliana, il voto è stato espresso per eleggere Presidente dell’ARS uno dei cinque candidati tra cui Musumeci, Micari, Cancelleri, Fava, e La Rosa. In particolare si evince, guardando ai risultati, la vittoria del centro destra coalizzato, in particolare Noi con Salvini/Lega nord e fratelli d’Italia con schieramenti di centro come UDC e liste civiche #diventeràbellissima, sviluppando un particolare interesse per lo scenario politico, e soprattutto per percepire quali strategie dovrebbero utilizzare i partiti e schieramenti nelle prossime elezioni nazionali. 

Scrivo un appunto riguardo l’UDC, poiché a nessuno è importato dire, che la scorsa tornata elettorale l’UDC appoggiava il PD mentre in questo giro di voti ha appoggiato il centro destra e Forza Italia. Sennonché nella appena trascorsa campagna elettorale si è continuamente fatto riferimento agli “impresentabili”. Accuse date per certe dal M5S. Il caso più “divertente” ed eclatante è stato quello di Cateno De Luca candidato nelle liste del centro destra con 5.418 voti, arrestato per "associazione a delinquere" il giorno dopo le elezioni.

Riassumendo in breve, ha vinto, alla Presidenza della Regione Siciliana, Nello Musumeci, per il Centrodestra con il quasi 40% dei consensi, a seguire al 35%, l’avversario de facto, Giancarlo Cancelleri del M5S. Il movimento cinque stelle in questo caso può ritenersi soddisfatto del risultato, soprattutto per aver assorbito un panel di mezzo milioni di voti in più rispetto alle scorse elezioni.

L’unico partito che non ha sfiorato il 20% è stato il partito democratico, il quale è stato l’unico a uscirne sconfitto in termini di numeri di seggi cioè 11, per il movimento cinque stelle i seggi assegnati sono 20, mentre per la maggioranza sono 36. C’è da dire che per la prima volta, l’Assemblea Regionale siciliana sarà composta da 70 consiglieri, e non più da 90.

Rimane un problema da gestire, e i partiti lo sanno, quello del 53% circa degli aventi diritto che non è andato a votare, i quali per ragioni legate all’espatrio per lavoro, o domicilio in altre regioni o per studio o per altre ragioni di disaffezione alla politica si sono astenuti dal voto. A parte quindi i circa due milioni di votanti, ha di nuovo vinto il “partito degli astensionisti”. 

Come si fa a cambiare una regione se chi ci abita non ha voglia di sforzarsi?  Ricordo che il diritto al voto è l’unico strumento che ha a disposizione il cittadino, per dire la sua riguardo la rappresentatività nelle istituzioni dei politici e per cambiare il proprio futuro. E da siciliano passo e chiudo.

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