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lunedì 16 dicembre 2019

Le sardine? Solo un flash mob!

Chi sono le “sardine”?
Iniziamo dal dizionario
Flash mob: Raduno di più persone, convocate all'improvviso in un luogo pubblico tramite Internet, e-mail o sms, per inscenare un'azione insolita, generalmente priva di scopo, e poi disperdersi rapidamente.

Il Flashmob delle “6000 sardine” è nato a Bologna, con la protesta in Piazza Maggiore contro Matteo Salvini (al PalaDozza 5.570 capienza) che dalla stessa città lanciava la campagna elettorale leghista con la Borgonzoni Presidente in vista delle regionali in Emilia Romagna il 26 Gennaio 2020.

Il flash mob in questione, Bologna non si Lega, ha dato un messaggio chiaro nel ribadire europeismo e antifascismo e chiedere alla politica di rinunciare all'aggressività e alla rissa verbale.

In sostanza Matteo Salvini organizzava l’evento al PalaDozza (5570 posti) mentre i ragazzi e ragazze delle “sardine” organizzavano a fior di mi piace la pagina per un raduno/flash mob per arrivare a 6000 persone, stretti come sardine in piazza Maggiore.

L’ideatore del flash mob è Mattia Santori, nega ogni legame con la politica però qualche sintomo PD/Prodiano si percepisce ed è chiaro.

Sui social si sono moltiplicate le iniziative e le proteste si sono allargate prima a Modena e poi a tante altre città. Le sardine non sono un partito, al momento, pur avendo chiara e dichiarata un’ anima antisovranista, antifascista ed europeista.

Santori apparso in TV e abile “marketing manager” afferma: “Siamo più un anticorpo che un movimento politico”. E credo rimanga solo una bella trovata di marketing più che un nuovo flusso di idee politiche, quello c’è già e si chiama movimento cinque stelle.

giovedì 12 dicembre 2019

Regionarie Emilia Romagna #grazie

Buonasera a tutti e a tutte,
grazie per questa sorpresa alle regionarie Emilia Romagna. Mi hanno dato fiducia 63 persone e le ringrazio tutte. L'impegno e la dedizione ripagano, ma non è finita qui. La cosa più bella in questa prima fase è che per quanto riguarda la circoscizione di Bologna a conti fatti, dovrei essere il quinto nella lista dei candidati.
Cosa non da poco per chi come me spera nella democrazia diretta. Adesso la strada è in salita ed è tutto da giocare.

Saluti

venerdì 29 marzo 2019

Grazie.

Il 29 Marzo si è votato per il primo turno delle parlamentarie Europee per i soli iscritti sul portale del MoVimento 5 Stelle. Si votava dalle ore 10:00 alle 22:00 sulla piattaforma Rousseau del MoVimento cinque stelle. Avevi a disposizione cinque voti. Io c'ero, purtroppo non è andata come speravo e comunque il mio sostegno non mancherà e non si sposterà di una virgola per portare avanti il progetto del MoVimento cinque stelle. Per aspera sic itur ad astra. A riveder le stelle.

lunedì 11 marzo 2019

Riduzione delle Tariffe INAIL: firmato il decreto

È stato firmato il decreto Interministeriale Lavoro/MEF che prevede, tra l'altro, la riduzione, in media, del 32% delle tariffe INAIL.
La revisione delle tariffe dei premi, in vigore dallo scorso primo gennaio come stabilito dalla Legge di Bilancio 2019, ha riguardato in particolare l'aggiornamento del nomenclatore, il ricalcolo dei tassi medi e il meccanismo di oscillazione del tasso per andamento infortunistico.
Nella nuova formulazione il nomenclatore tariffario, che attribuisce ai vari tipi di attività tassi differenziati in -funzione dello specifico rischio lavorativo, è stato reso più aderente agli attuali fattori di rischio.
Tra le novità, l'inserimento di attività che si sono sviluppate negli ultimi anni. È stata introdotta, per esempio, una nuova voce di tariffa per le attività legate alla produzione di nanomateriali, un settore di produzione che si è sviluppato solo negli ultimi anni e per il quale si prevede una crescita anche nel prossimo futuro. Altre novità rilevanti riguardano l'esplicitazione all'interno del nomenclatore dell'intero ciclo dei rifiuti e la previsione delle attività di consegna merci svolte in ambito urbano con l'ausilio di veicoli a due ruote o assimilabili dai cosiddetti rider.
Le voci tariffarie sono passate da 739 a meno di 595.
Per la determinazione dei tassi medi nazionali – calcolati per ciascun tipo di lavorazione – sono stati presi in considerazione i dati relativi all'andamento infortunistico nel triennio 2013-2015 (quelli precedenti facevano riferimento al triennio 1995-1997) e le retribuzioni soggette a contribuzione di competenza nello stesso periodo. Il risultato è la diminuzione del 32,72% dei tassi medi per le aziende – dal 26,53 per mille del 2000 al 17,85 per mille – mentre il calo complessivo dell'onere finanziario per l'assicurazione che grava ogni anno sulle imprese in generale raggiunge l'importo di circa 1,7 miliardi di euro, superando quindi di circa 500 milioni annui, a regime, la riduzione lineare finora provvisoriamente applicata (L. 147/2013), calcolata su un plafond di risorse di 1.200 milioni di euro l'anno.
I singoli tassi di premio, il cui nuovo valore è stato determinato in relazione alla specifica rischiosità in termini di oneri assicurativi sostenuti per garantire la tutela agli infortunati
della relativa lavorazione, non superano mai quelli previsti dalla Tariffa 2000, mentre in alcuni casi risultano inferiori anche di oltre il 50% rispetto a quest'ultima.
I nuovi tassi, inoltre, anche per le lavorazioni più rischiose sono stati mantenuti entro il 110 per mille, rispetto al 130 per mille della Tariffa 2000.
È stata confermata la riduzione del premio per gli interventi di prevenzione, volti al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza in ambito aziendale; come confermato risulta anche l'impegno per il sostegno dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, previsti dal D. Lgs. 81/2008, in linea con le risorse mediamente erogate nell'ultimo quinquennio.
L'aggiornamento delle tariffe dei premi oltre alla "Gestione Industria, Artigianato, Terziario ed Altre Attività", riguarda anche la revisione dei premi speciali unitari Artigiani e della gestione Navigazione.
Oltre alla riduzione del costo del lavoro, infine, la revisione delle Tariffe ha consentito di introdurre significative novità sul fronte delle prestazioni, con un complessivo miglioramento del livello delle tutele economiche previste per gli infortunati ed a malati professionali, quantificabili economicamente in circa 110 milioni di euro annui.

venerdì 23 marzo 2018

Un governo di minoranza è possibile?

Dopo l’esito delle elezioni politiche del 4 marzo, si parla di un possibile governo di minoranza.
Il Movimento cinque stelle è il gruppo più numeroso in Parlamento e la coalizione di centrodestra (Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia) ha la base più larga di parlamentari. 

Guardando questo scenario, è probabile formare un esecutivo di minoranza?
Nelle democrazie parlamentari un governo di minoranza è un esecutivo che non può avere conto su una maggioranza numerica. 
Altresì è nominato un Presidente del Consiglio, spesso il leader del partito/movimento che ha ottenuto più voti, che a sua volta suggerisce la lista dei ministri.

Così per poter svolgere la propria attività di governo, l’esecutivo avrà in ogni caso bisogno di una maggioranza sia nelle commissioni parlamentari che successivamente nelle Aule durante le votazioni. In Francia e nei paesi scandinavi i governi di minoranza sono spesso stati una prassi.
In Italia non ci sarebbero impedimenti dal punto di vista della Costituzione, visto che oltre alla fiducia al momento dell’insediamento non è richiesta poi l’esistenza di una effettiva maggioranza.

Per potere ottenere la fiducia dal Parlamento, le opposizioni si astengono oppure escono dall’Aula al momento del voto. Il problema maggiore comunque riguarda poi quello che sarà la continuazione della legislatura. Essenziale è che le opposizioni non boicottino le sedute.

Oltretutto se non si riceve il risultato delle votazioni del 4 marzo per quello che è stato e cioè una vera e propria ondata di cambiamento non si reggerà la “condanna” dei partiti che in questo periodo hanno solamente fatto elogio del loro operato e mai sono stati vicini realmente ai bisogni dei cittadini.
Non per questo i due terzi dei parlamentari sono nuovi.

Se il Centrodestra non dovesse avere i numeri per formare un governo, ecco dunque che spetterebbe al movimento cinque stelle tentare di dar vita a un esecutivo.
Visto che i 5 Stelle sono aperti al dialogo ma non sono disponibili a fare alleanze di governo, le strade da praticare sono due: la prima è quella di un appoggio esterno da parte di uno o più partiti (esempio Lega Nord), la seconda invece è proprio quella di un governo di minoranza.

Attenzione che il centrodestra non è più a trazione di Silvio Berlusconi ma è a trazione di Matteo Salvini. Attenzione che la Lega Nord è incardinata nella destra di impostazione fascista, xenofoba, e la presenza nelle istituzioni della Lega mette a rischio la posizione dell'Italia in Europa. Questa incompatibilità con l'Europa è un criterio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha messo in evidenza pubblicamente ed esplicitamente all'attenzione dei partiti/movimenti prima delle elezioni.

domenica 4 febbraio 2018

28 volte grazie. #parlamentarie2018

Grazie #28voltegrazie a chi mi conosce nel bolognese e mi ha dato fiducia per queste #parlamentarie2018. E a chi non mi conosce avrà modo di conoscermi. In molti sanno che sarebbe stato diverso se fossi stato candidato sul territorio Jatino (prov. di Palermo) Ma rimango fiducioso. A parte questo, in questi giorni ho letto di tutto riguardo i risultati delle parlamentarie del movimento che non erano stati resi pubblici. Oggi sono di dominio pubblico. Il movimento è di un'altra pasta. Se in molti criticano lo svolgimento delle votazioni attraverso il portale Rousseau significa che non hanno ancora visto il cambiamento che porterà la democrazia diretta e l'attuazione della massima trasparenza!

venerdì 12 gennaio 2018

Io mi candido alle #parlamentarie2018

Chiedete ai componenti degli altri partiti se hanno mai presentato questi due fogli prima di candidarsi alle primarie di un partito e quindi alle politiche nazionali! Questa è la mia situazione, questi due fogli parlano di me e di come la penso sulla questione dell'etica politica. Oggi più di ieri io ci credo. Mi sono candidato e ho avuto la possibilità di farlo senza "manage" di partito. Spetta ora a voi scegliere in mezzo a tanti onesti. Buona giornata.

venerdì 10 novembre 2017

Le elezioni regionali siciliane in vista delle nazionali

Il 5 novembre 2017 si è conclusa la votazione in regione Siciliana, il voto è stato espresso per eleggere Presidente dell’ARS uno dei cinque candidati tra cui Musumeci, Micari, Cancelleri, Fava, e La Rosa. In particolare si evince, guardando ai risultati, la vittoria del centro destra coalizzato, in particolare Noi con Salvini/Lega nord e fratelli d’Italia con schieramenti di centro come UDC e liste civiche #diventeràbellissima, sviluppando un particolare interesse per lo scenario politico, e soprattutto per percepire quali strategie dovrebbero utilizzare i partiti e schieramenti nelle prossime elezioni nazionali. 

Scrivo un appunto riguardo l’UDC, poiché a nessuno è importato dire, che la scorsa tornata elettorale l’UDC appoggiava il PD mentre in questo giro di voti ha appoggiato il centro destra e Forza Italia. Sennonché nella appena trascorsa campagna elettorale si è continuamente fatto riferimento agli “impresentabili”. Accuse date per certe dal M5S. Il caso più “divertente” ed eclatante è stato quello di Cateno De Luca candidato nelle liste del centro destra con 5.418 voti, arrestato per "associazione a delinquere" il giorno dopo le elezioni.

Riassumendo in breve, ha vinto, alla Presidenza della Regione Siciliana, Nello Musumeci, per il Centrodestra con il quasi 40% dei consensi, a seguire al 35%, l’avversario de facto, Giancarlo Cancelleri del M5S. Il movimento cinque stelle in questo caso può ritenersi soddisfatto del risultato, soprattutto per aver assorbito un panel di mezzo milioni di voti in più rispetto alle scorse elezioni.

L’unico partito che non ha sfiorato il 20% è stato il partito democratico, il quale è stato l’unico a uscirne sconfitto in termini di numeri di seggi cioè 11, per il movimento cinque stelle i seggi assegnati sono 20, mentre per la maggioranza sono 36. C’è da dire che per la prima volta, l’Assemblea Regionale siciliana sarà composta da 70 consiglieri, e non più da 90.

Rimane un problema da gestire, e i partiti lo sanno, quello del 53% circa degli aventi diritto che non è andato a votare, i quali per ragioni legate all’espatrio per lavoro, o domicilio in altre regioni o per studio o per altre ragioni di disaffezione alla politica si sono astenuti dal voto. A parte quindi i circa due milioni di votanti, ha di nuovo vinto il “partito degli astensionisti”. 

Come si fa a cambiare una regione se chi ci abita non ha voglia di sforzarsi?  Ricordo che il diritto al voto è l’unico strumento che ha a disposizione il cittadino, per dire la sua riguardo la rappresentatività nelle istituzioni dei politici e per cambiare il proprio futuro. E da siciliano passo e chiudo.

mercoledì 13 settembre 2017

Che cos'è e che cosa fa il Movimento 5 stelle?

Per info generale a chi ancora getta del fango mediatico: Il Movimento 5 Stelle è un’idea buona e nuova, non un volto che deve rendere conto alle lobbies (gruppi di pressione/banche) che lo finanziano. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle è stato scelto già parecchio tempo fa e si chiama Programma a 5 stelle. E’ scritto dagli iscritti sul portale Rousseau e non di notte tempo o dopo accordi, inciuci, scambi di favori e promesse di poltrone, vedi presunta poltrona a Crocetta. Nell’universo dei 5 stelle non interessa votare un nome, perché la persona dovrebbe incarnare una leadership, al movimento interessa solo che il nome di quella persona sia quello di una persona onesta, incensurata, che non faccia accordi sottobanco e che abbia come punto di riferimento il Programma 5 stelle ed i cittadini che glielo hanno affidato. Che si scelga Cancelleri o Di Maio o Di Battista nulla della precondizione cambia, questa è la differenza con gli altri partiti, ad personam. Ed a nessuno deve rendere conto se non a chi gli ha affidato il compito di portare avanti le idee. Questo è un meccanismo nuovo che mette davanti un’idea e non più i presunti cavalieri. Oltremodo per questo motivo il mandato viene ridotto a due legislature. Per esempio anche tu che mi leggi che sei una/o qualunque, con il requisito dell'onestà morale ed intellettuale, soprattutto giudiziaria e ti senti di poter rappresentare i cittadini sul Programma 5 stelle, nessuno ti vieta di candidarti a Premier. It’s very easy.

martedì 22 agosto 2017

In Sicilia...l'ombra del gattopardo

Non sto qui a sottolineare il fatto che in Sicilia ci possa essere un cambiamento, con le votazioni regionali, perchè sarebbe un pò troppo un cambiamento per chi ha visto cosa non è la Sicilia e cosa non riesce a sbloccare in sè stessa la Sicilia e i siciliani. Tuttavia un esempio lampante di cosa è la Sicilia lo so benissimo, ci sono nato e c'ho vissuto, ed è l'assenza di senso civico, il sole e il mare "picciotti" danno emozioni sì, ma il senso civico? E Il modo di pensare della gente, parlo anche dei giovani "vecchi", rimasti indietro nel tempo? Non vi offendete ragazzi, ma chi si sottomette ai ricatti del sistema lavoro siciliano è obbligato a incazzarsi. Probabilmente, e me lo immagino, alcuni si chiederanno e vorranno delle condizioni "speciali" per tornare, ma queste condizioni si possono avere prima del voto? Assolutamente No! Dall'altro canto c'è la rabbia di chi vede comparire un movimento nuovo e pieno di energia, gli animi si sconquassano. Così che alcuni giovani vecchi, infinocchiati da vecchi discorsi patriarcali, continueranno a sostenere correnti politiche incastonate in gerarchie "millenarie" dei vecchi partiti, oramai stramorti, e il "mio" bel mito gattopardesco risusciterà come non mai. Io spero che questo messaggio possa essere smontato con i fatti, cioè andando a votare. Con la complicità di andare a votare per il bene comune e non con il senso civico tipico siciliano: "ma tantu cu acchiana acchiana si fanno i fatti sò".. La speranza è l'ultima a morire ragazzi e infine morale della favola a cosa penso? Penso che in Emilia Romagna regione in cui voto il M5S funziona, nel Parlamento si fanno un mazzo così e dulcis in fundo, perchè non dovrebbe funzionare anche nella mia splendida isola? La Sicilia.

mercoledì 4 gennaio 2017

Travaglio: “Post-verità e bufale? Hanno paura perché la gente è contro il sistema”

Da quando gli elettori hanno cominciato a votare contro il Sistema, cioè come pareva a loro disobbedendo sistematicamente agli ordini di scuderia trasmessi dai sottostanti media tradizionali, il Sistema si è ben guardato dal domandarsi perché la gente gli preferisca qualunque cosa, anche la più rischiosa: un salto nel buio come la Brexit nel Regno Unito, un miliardario a forma di banana come Trump negli Stati Uniti, un movimento fondato da un comico come i 5Stelle in Italia.
Non potendo ammettere di stare sulle palle al cittadino medio per i danni che gli hanno provocato con le loro politiche demenziali, lorsignori si sono inventati una scusa autoconsolatoria: il problema non siamo noi, anzi siamo sempre i migliori; il problema sono gli elettori che, fuorviati e sviati e traviati dal Web, credono alle bufale della Rete e scelgono ciò che è peggio per loro nell’illusione che sia il meglio. Soluzione: controlliamo il Web come già controlliamo (direttamente in Italia, indirettamente in altri Paesi) le tv e i giornali, ripuliamolo dalle bugie e soprattutto dalle verità che non ci piacciono (ribattezzate “post verità” da chi ha fatto le scuole alte), così le pecorelle smarrite ritroveranno il buon pastore e torneranno docili all’ovile.

Ora, che centinaia di milioni di persone votino suggestionate da false credenze, illusioni propagandistiche e autentiche menzogne è un fatto piuttosto noto e antico. Altrimenti Mussolini e Hitler non sarebbero saliti al potere in seguito a regolari elezioni, né avrebbero goduto di tanto consenso per tanto tempo, così come Stalin e altri tiranni. Ma anche molti capi di Stato e di governo democratici. E non solo italiani. L’espressione “post verità” viene usata per spiegare la vittoria di Trump, come se fosse il primo presidente Usa eletto perché racconta balle. E le bugie della Clinton, allora (dalla polmonite ai finanziatori della sua fondazione)? E le post-verità del marito Bill ai tempi della Casa Bianca, non solo su Monica Lewinsky, ma anche sulle “guerre umanitarie” in Jugoslavia&C.? E quelle di Bush jr. & Blair per “esportare la democrazia” a suon di bombe in Afghanistan e in Iraq, in base a prove farlocche sui legami fra i talebani e Bin Laden e sulle armi di distruzione di massa di Saddam?

Veniamo a noi, che di post-verità, ma soprattutto di pre-balle, siamo primatisti mondiali. Per 40 anni, dopo il quinquennio degasperiano, gli italiani votarono un partito di corrotti e di bugiardi come la Dc, per paura che vincessero i noti mentitori del Pci, che spacciavano la tragedia del socialismo reale come il paradiso in terra. Poi, per vent’anni, la maggioranza (sia pure molto relativa) degli italiani stravide per il più grande ballista del dopoguerra, nell’illusione di una rivoluzione liberale che non arrivò mai perché B. aveva priorità più impellenti (non fallire e non finire in galera). Dopodiché caddero in preda ad altri incantesimi: il mito napolitan-montiano dei “tecnici” di larghe intese, scesi dall’Olimpo per salvarci dallo spread. Un disastro.

Vaccinati da vent’anni di berlusconismo, gl’italiani punirono quell’orrido inciucio nel 2013 e Re Giorgio dovette inventarsi una nuova menzogna – la Grande Riforma Costituzionale, panacea di tutti i mali – per ribaltare le urne, riciclare l’ammucchiata destra-sinistra e tagliar fuori gli anti-Sistema (ribattezzati “populisti” da chi ha fatto le scuole alte). Altro fiasco epocale: il governo Letta sbriciolato in nove mesi, il governo Renzi – degno erede della tradizione ballistica berlusconiana – sfanculato al referendum con Grande Riforma incorporata. Ora, siccome tra un anno le elezioni saranno proprio obbligatorie, si tenta di correre ai ripari con altre patacche. Tipo la “disomogeneità” delle leggi elettorali di Camera e Senato. Peccato che l’abbiano voluta Napolitano e Mattarella, avallando e promulgando Italicum per la sola Camera (al Senato restava il Consultellum nella speranza che gli italiani abolissero le elezioni). E questa come si chiama, se non post-verità? Solo che a raccontarla è il presidente della Repubblica che l’altra sera ci ha messi in guardia dalle “falsificazioni del web” e da quell’altro “insidioso nemico della convivenza, su cui tutto il mondo si interroga”: “L’odio come strumento di lotta politica”. Sai che novità: basta rileggere i dibattiti d’aula degli anni 50-60-70 tra Dc e Pci per fare del Parlamento attuale un convento di orsoline.

Quella si chiama dialettica fra maggioranza e opposizione. L’“odio” è una ridicola categoria introdotta in politica da B., sedicente fondatore del Partito dell’Amore, per squalificare i pochi che si opponevano davvero. Oggi il presidente e il Pd la riesumano in condominio col “populismo” per screditare i pochi che si oppongono davvero. E soprattutto imbavagliarli. Infatti Mattarella ha aggiunto: “Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva per preservare e difendere il Web da chi vuole trasformarlo in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”. E quando mai Mattarella è insorto contro le falsificazioni di tv e giornali? Bugie così gravi da truccare le elezioni. Se tutti i media avessero sconfessato le balle di B. sulla persecuzione giudiziaria, ce lo saremmo levato dai piedi un po’ prima. Se tutti avessero scritto la verità su Expo, Giuseppe Sala non sarebbe sindaco di Milano. E se Renzi e la stampa e le tv al seguito non avessero associato il No referendario all’Apocalisse per l’economia, le banche, gli investimenti, il Pil, lo spread, le esportazioni, l’occupazione e persino per i malati di cancro, diabete e cirrosi, quanti Sì in meno avrebbe incassato? E se non si fosse inventato il cavaliere bianco in groppa a Jp Morgan pronto a salvare Mps, quanti soldi pubblici risparmieremmo oggi che il bluff è scoperto? Forse queste erano meno bugie perché non venivano dal Web, anche se poi ci finivano?

Il 23 novembre il Parlamento europeo ha approvato una demenziale risoluzione che lo impegna a “contrastare la propaganda nei confronti dell’Ue”, delle “istituzioni Ue” e dei “partenariati transatlantici” (e da quando, di grazia, è vietato dire male dell’Ue o della Nato?). E il cosiddetto “garante” dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella è partito lancia in resta contro la post-verità, anzi le “fake news” (anche lui ha fatto le scuole alte), “motori del populismo e minacce per le nostre democrazie”ergo“il settore pubblico deve fissare delle regole” e “intervenire rapidamente se l’interesse pubblico è min accia to”. E, di grazia, chi decide ciò che è vero e ciò che è falso, cosa è di interesse pubblico e cosa no? Pitruzzella? I suoi amici Schifani e Cuffaro? I partiti che l’hanno nominato? L’Antitrust dovrebbe combattere le concentrazioni che bloccano la libera concorrenza sul mercato e anche i conflitti d’interessi. Cioè evitare che la Rai sia controllata dai partiti e Mediaset da un partito, diffondendo carrettate di fake news e post-verità per conto terzi. Ma su questo Pitruzzella non dice una parola. In compenso, la presunta Antitrust fa muro col governo e con B. contro Vivendi che minaccia di comprare Mediaset e liberarla dalla politica: il che sarebbe “un rischio per i consumatori”(così ben informati da 20 anni di propaganda berlusconiana).

Il Web, come tutti i media, è avvelenato dai falsi, ciascuno dei quali però ha il suo antidoto: il giornalismo “firmato” da chi si è costruito una fama di credibilità e risulta autorevole. E infatti è l’antidoto, non il veleno, che allarma questi politici senza elettori e questi giornalisti senza lettori. Che, persi i contatti con la realtà e dunque con la gente, si giocano l’ultima carta per non morire. La carta più vecchia e disperata del mondo: la censura. Siccome sempre meno gente si fida dei megafoni che essi controllano proprio perché raccontano un sacco di balle, lorsignori accusano il Web che non controllano di fare ciò che han sempre fatto loro, per poterlo controllare e farcì quel che han sempre fatto altrove: mentire e fottere…

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 3 Gennaio 2017
Di Marco Travaglio



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