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mercoledì 27 marzo 2024

Tornare all'articolo 18, Abolire il Jobs Act, nella versione della legge Fornero. Revolution!

Il quesito sul ripristino dell'articolo 18 fu dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale. Riproponiamo la reintegra nel posto di lavoro, in caso di licenziamento illegittimo. E laddove il reintegro non c'era e non ci sarà, nelle aziende sotto i 16 dipendenti, eliminiamo il tetto delle sei mensilità all'indennizzo. Sarà un giudice a fissare il quantum, in base ad anzianità di servizio e dimensioni dell'impresa. Stesse condizioni indicate dai referendum della Cgil.

Nel 2017 furono raccolte oltre 3 milioni di firme per tre quesiti: abolizione dei voucher, reintegro in caso di licenziamento illegittimo nelle imprese sopra i 5 dipendenti e piena responsabilità solidale negli appalti. Il primo referendum fu reso alla fine superfluo dal governo Gentiloni che di fatto cancellò i ticket.

Se il tema della festa dei lavoratori è l'Europa, la manifestazione di sabato 25 maggio a Napoli della Cgil con le associazioni della "Via maestra" sarà invece contro il premierato e l'autonomia differenziata, per il lavoro, la salute, la previdenza universale e la pace. È chiaro però che la notizia dei quattro referendum ha un valore politico molto forte.

Facciamo a pezzi il decreto legislativo 23 del 2015, il Jobs Act del governo Renzi. Il quale è responsabile di precarietà e disparità tra gli assunti prima e dopo il 7 marzo 2015, con e senza reintegra. A poco sono valsi i numerosi interventi della Consulta sul tema del reintegro. Serve un taglio netto: l'abrogazione del decreto 23 e poi lo stop al tetto agli indennizzi. Gli altri due referendum, sulla lente di ingrandimento, riguardano invece il ripristino delle causali ai contratti a tempo determinato (l'assenza di motivazione dell'assunzione spesso apre ad abusi), com'era in origine nel decreto Dignità. E la responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro, negli appalti. Un percorso di coscrizione e si parte con lo sciopero generale dell'11 aprile di quattro ore in tutti i settori privati e otto ore nell'edilizia contro le morti sul lavoro e per la sicurezza. Poi sabato 20 aprile 2024m la manifestazione nazionale a Roma sempre di Cgil e Uil. Il 1° maggio, anche con la Cisl, a Monfalcone per i vent'anni della Grande Europa, l'allargamento a 25 Paesi, all'epoca celebrato a Gorizia.

Se il tema della festa dei lavoratori è l'Europa, la manifestazione di sabato 25 maggio a Napoli della Cgil con le associazioni della "Via maestra" sarà invece contro il premierato e l'autonomia differenziata, per il lavoro, la salute, la previdenza universale e la pace. È chiaro però che la notizia dei quattro referendum ha un valore politico molto forte. Rimanda alle vecchie battaglie sull'articolo 18, con la radunata oceanica di Sergio Cofferati al Circo Massimo nel 2002. Ma anche all'ultima maratona referendaria di Susanna Camusso. Mentre il terzo fu anche quello stemperato da una proposta pd. La sfida della Cgil dunque è forte. Riportare il tema del precariato al centro del dibattito. E legarlo all'articolo 18, che molti giovani di oggi neanche conoscono, abituati ad aprire e chiudere contratti sempre più brevi e precari.


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