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martedì 28 ottobre 2025

PD e M5S: "Progressisti" Sì, Alleati... Forse?

C'è una parola che ronza con insistenza tra Roma e Bruxelles quando si parla di centrosinistra: "progressista". È questa l'etichetta su cui Elly Schlein (PD) e Giuseppe Conte (M5S) stanno cercando, faticosamente, di costruire un dialogo.

Ma siamo chiari: non chiamatela ancora alleanza. Come ha sottolineato lo stesso Conte, fresco di riconferma alla guida del Movimento, un'alleanza vera e propria non esiste. Esiste, o meglio, potrebbe esistere, una coalizione da costruire "su un programma progressista e coerente".

A Elly Schlein l'idea piace. "Sono d'accordo", ha risposto la segretaria dem, rilanciando: "Costruiamo questo programma progressista (...) facciamolo con il Paese".

L'intenzione c'è, ma il cantiere stenta a partire. I primi test elettorali (le Regionali) hanno dato risultati contrastanti.


"A volte si vince, a volte si perde", ha commentato Schlein, che però guarda al bicchiere mezzo pieno e sottolinea un dato per lei fondamentale: "Dopo le prime tre regionali il Partito Democratico in voti assoluti ha preso più consensi di Fratelli d'Italia".

Il problema? Questo successo del PD non piace a tutti. Una parte del Movimento 5 Stelle teme proprio questo: diventare la "gamba minoritaria" di una coalizione che, alla fine, porta acqua solo al mulino del PD, lasciando a secco i 5 Stelle.

Sul tavolo, pesanti come macigni, ci sono poi i temi internazionali. Se sull'accordo per il riconoscimento della Palestina si è trovata una quadra, sull'Ucraina la sintonia è ancora un miraggio.

Schlein cerca di mediare, ammette che "ci sono delle differenze su come supportare l'Ucraina", ma spera che il minimo comune denominatore sia la ricerca di uno "sforzo politico e diplomatico dell'Ue". Basterà a tenere insieme posizioni così diverse?

Elly Schlein si definisce "testardamente unitaria", ma non deve guardarsi solo da Conte. Le sfide più complesse, a volte, arrivano proprio da casa.

L'ala centrista e riformista del PD, quella che non si ritrova nella nuova linea "di sinistra", si sta riorganizzando. La nuova corrente "Crescere!", guidata (tra gli altri) dalla vicepresidente del Parlamento UE Pina Picierno, non vuole detronizzare Schlein, ma chiede un ritorno alle origini: "Vogliamo ritrovare il PD che abbiamo fondato, coraggiosamente riformista".

La linea della segretaria, però, è opposta e la difende con i numeri. Rivendica di aver preso un partito che "qualcuno dava sulla via dell'estinzione, al 14% nei sondaggi sotto i 5 Stelle", e di averlo riportato "in mezzo alla gente", fino al 24%.

Il suo messaggio a chi critica la nuova rotta è netto: "Se qualcuno ha nostalgia del periodo in cui il Partito Democratico governava con un pezzo della destra, quel tempo è finito".

Riuscirà questa linea a tenere unito il PD e, allo stesso tempo, a convincere un M5S sempre più diffidente? Il cantiere "progressista" è aperto, ma gli operai sembrano litigare su tutto, a partire dalle fondamenta.

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