… Se in un solo colpo puoi rischiare tutto quanto hai avuto dalla vita e perderlo,
E poi ricominciare senza pentirti della tua partita;
Se potrai richiamare il tuo coraggio quando da un pezzo lo avrai dilapidato
E stare saldo quando sai che tu altro non puoi più fare,
Se non dirti "Su!".
…
Tua è allora la Terra, e tutto ciò che dona,
Allora sarai uomo, figlio mio.
Il riferimento a Kipling è naturale in questo periodo turbolento, dove la parola crisi è sulla bocca di tutti, senza conoscerne bene i dettagli e i confini viene nominata e rinominata, creando ancora più incertezza e nervosismi. Ma se per un attimo sostituiamo la parola crisi con la parola “cambiamento”, avremo una nuova prospettiva e un nuovo significato, tanto da associare tale momento non ad una crisi, ma ad una vera e storica opportunità. Non credo ci siano risposte preconfezionate e risposte valide per tutti per uscire indenni da questa situazione, credi piuttosto ci siano delle domande che siano vere per tutti, credo che si possa rilanciare e trasformare la crisi in opportunità con grande coraggio ma umiltà al tempo stesso, ponendo a noi stessi delle domande che risveglino in noi la capacità di analizzare con razionalità e calma quanto succede. Lo stesso Kipling è famoso per una citazione che riporto: “Ho sei servitori fedeli. Mi hanno insegnato tutto quello che so. I loro nomi sono: chi, che cosa, quando, dove, perché e come”.
Sto ponendomi queste semplici domande ma vi assicuro che non è altrettanto semplice darvi delle risposte; bisogna avere chiaro cosa vogliamo fare, dove vogliamo andare, capire perché vogliamo questo o quello, studiare come raggiungere i nostri obiettivi. Come nella vita privata così anche nella vita lavorativa o si studio, anzi soprattutto in quest’ultima, credo sia arrivato il momento che ci obbliga a mettersi in discussione, a cambiare “un po’ per scelta, un po’ per non morire…” . Il periodo di cambiamenti che stiamo attraversando non può essere subìto ma gestito in funzione delle risposte che ognuno di noi si sarà dato. Solo in questo modo riusciremo a trasformare il panico in coraggio, l’improvvisazione in consapevolezza.
Ogni persona, ogni imprenditore e lavoratore ha da seguire la sua via delle domande, così sarà parte attiva nel processo di cambiamento, sarà artefice del proprio successo e riuscirà a trasformare la crisi in opportunità, non serve solo cambiare ma occorre scegliere di cambiare in meglio.
E poi ricominciare senza pentirti della tua partita;
Se potrai richiamare il tuo coraggio quando da un pezzo lo avrai dilapidato
E stare saldo quando sai che tu altro non puoi più fare,
Se non dirti "Su!".
…
Tua è allora la Terra, e tutto ciò che dona,
Allora sarai uomo, figlio mio.
Il riferimento a Kipling è naturale in questo periodo turbolento, dove la parola crisi è sulla bocca di tutti, senza conoscerne bene i dettagli e i confini viene nominata e rinominata, creando ancora più incertezza e nervosismi. Ma se per un attimo sostituiamo la parola crisi con la parola “cambiamento”, avremo una nuova prospettiva e un nuovo significato, tanto da associare tale momento non ad una crisi, ma ad una vera e storica opportunità. Non credo ci siano risposte preconfezionate e risposte valide per tutti per uscire indenni da questa situazione, credi piuttosto ci siano delle domande che siano vere per tutti, credo che si possa rilanciare e trasformare la crisi in opportunità con grande coraggio ma umiltà al tempo stesso, ponendo a noi stessi delle domande che risveglino in noi la capacità di analizzare con razionalità e calma quanto succede. Lo stesso Kipling è famoso per una citazione che riporto: “Ho sei servitori fedeli. Mi hanno insegnato tutto quello che so. I loro nomi sono: chi, che cosa, quando, dove, perché e come”.
Sto ponendomi queste semplici domande ma vi assicuro che non è altrettanto semplice darvi delle risposte; bisogna avere chiaro cosa vogliamo fare, dove vogliamo andare, capire perché vogliamo questo o quello, studiare come raggiungere i nostri obiettivi. Come nella vita privata così anche nella vita lavorativa o si studio, anzi soprattutto in quest’ultima, credo sia arrivato il momento che ci obbliga a mettersi in discussione, a cambiare “un po’ per scelta, un po’ per non morire…” . Il periodo di cambiamenti che stiamo attraversando non può essere subìto ma gestito in funzione delle risposte che ognuno di noi si sarà dato. Solo in questo modo riusciremo a trasformare il panico in coraggio, l’improvvisazione in consapevolezza.
Ogni persona, ogni imprenditore e lavoratore ha da seguire la sua via delle domande, così sarà parte attiva nel processo di cambiamento, sarà artefice del proprio successo e riuscirà a trasformare la crisi in opportunità, non serve solo cambiare ma occorre scegliere di cambiare in meglio.
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