Ore 10:30 del 10/09/2012 gli operai
dell'Alcoa si muovono in centinaia su via vittorio emanuele verso il
ministero dello sviluppo economico a Roma. C'è così tanta tensione
nel corteo che la polizia sbarra l'accesso al ministro dello sviluppo
economico, così che la protesta dei 500 operai prosegue per via
molise e dirimpetto sempre la polizia a sbarrare l'accesso verso il
ministero. Si vedono bandiere dei quattro mori, cori come “lavoro -
sviluppo – occupazione” contro il mancato accordo e la chiusura
dello stabilimento, e poi si continuano ad udire suoni, bombe carta
sulla strada che fanno sembrare il corteo un vero e proprio corteo di
“ribellione” e di sciopero perpetuo. Poi si intravedono operai
con magliette nere con su scritto “Disposti a tutto”, sventolano
bandiere appresso a quelle della Cisl e della Fiom. Uomini con il
casco di protezione cantano urlano, e non sono disposti a ritornare a
casa. In veste di operai continuano la loro manifestazione e si
stabilizzano, fermandosi in via Molise urlando “Passera Passera
vaffanculo” “Vergogna vergogna”. “2.500 famiglie senza
salario e senza futuro” Ricordo che in mezzo alla folla c'è anche
il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci. La
manifestazione ricorda tanto quelle viste in questi ultimi giorni
all'ILVA di Taranto. Ricordiamo che le acciaierie ILVA di Taranto
rappresentano una risorsa strategica non solo per il Gruppo Riva, ma
anche per l'economia regionale pugliese e limitrofi e nazionale. Come
rappresenta una risorsa lo stabilimento dell'Alcoa in Sardegna che
rischia la chiusura definitiva.
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