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martedì 31 agosto 2010

Sakineh Mohammadi Ashtiani condannata a lapidazione. Salviamola.

Un appello per salvare la vita a Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana costretta a una finta confessione in tv che è stata condannata alla lapidazione per ''adulterio durante il matrimonio''. A lanciarlo, si informa in una nota, e' stato Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze.

''Non è possibile rimanere indifferenti di fronte a questa vera e propria barbarie - afferma Barducci -. Questa donna non solo e' stata minacciata durante l'interrogatorio per indurla a una confessione poi ritratta durante il processo, ma addirittura, nonostante due giudici abbiano dichiarato di non aver trovato prove contro di lei, e' stata condannata lo stesso alla lapidazione in base ad una disposizione di legge iraniana che consente di esprimere un giudizio di colpevolezza anche in assenza di prove''. ''E' giusto che proprio da Firenze e dalla Toscana si levi un appello per impedire questo atto incivile'', aggiunge Barducci, che infine, nella nota, ricorda come già nel 1786 Pietro Leopoldo di Lorena, abolendo la pena capitale nel Granducato di Toscana, defini' questa pratica ''conveniente solo ai popoli barbari''.

Si allarga di giorno in giorno la mobilitazione per salvare la vita a Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio 1 e per complicità nell'omicidio del marito. In Francia, in particolare, si susseguono gli appelli al governo di Teheran, e lo stesso presidente Nicolas Sarkozy sta seguendo in prima persona la vicenda. Al momento le autorità iraniane sembrano però sorde a ogni richiamo alla clemenza: il 13 agosto la donna di 43 anni, madre di due figli, è stata costretta a dichiararsi colpevole in diretta televisiva 2.
Un nuovo appello firmato da quindici intellettuali francesi, tra i quali Max Gallo e Daniel Salvatore Schiffer, è stato pubblicato oggi sul giornale belga Le Soir e su due giornali lussemburghesi, Tageblatt e Le Quotidien, mentre nei giorni precedenti era stato pubblicato su diversi giornali francesi. Ed è stato rinnovato l'appello promosso dal filosofo francese Bernard Henry-Levy, al quale negli ultimi giorni hanno aderito Catherine Deneuve, Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg, Jeanne Moreau, e personalità politiche come Martine Aubry, Valery Giscard d'Estaing e Bertrand Delanoe. Ha firmato anche l'attore Gerard Depardieu. E oggi è arrivata anche una nota in cui il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner afferma che Parigi "non lascerà nulla di intentato pur di salvare Sakineh da una morte atroce" e invita le autorità di Teheran "ad ascoltare la voce della comunità internazionale e la mobilitazione delle società civili".
La Francia non è il solo Paese a premere perché Sakineh non venga uccisa e venga liberata: il presidente brasiliano Lula aveva offerto asilo alla donna, richiesta respinta seccamente dal governo iraniano, e il governo turco, scrive oggi il quotidiano Zaman, ha posto la questione all'attenzione delle autorità di Teheran durante un incontro in cui si è parlato anche del programma nucleare della Repubblica islamica.

In Italia oggi la fondazione Rocco Barnabei, con sede a Siena, ha inviato un appello all'ambasciatore iraniano a Roma Bahram Ghasemi: "La nostra fondazione, che persegue tra le sue finalità l'abolizione della pena di morte e l'affermazione dei diritti umani, si associa all'appello lanciato a livello internazionale da insigni personalità del mondo politico e culturale per salvare Sakineh dalla pena di morte. Ci rivolgiamo a lei e alle autorità iraniane affinché venga sospesa e revocata la condanna a morte per lapidazione, fissata per il 21 agosto con l'imputazione di presunto adulterio e complicità nell'omicidio del marito".
Nell'appello si chiede anche il riesame del caso, che Sakineh Mohammadi Ashtiani "veda riconosciuta definitivamente la sua innocenza e cessino tutte le azioni di violenza, tortura e violazione della dignità che questa giovane donna ha subito e subisce in nome dell'affermazione di una giustizia che la colpisce ancora più duramente in quanto donna che nel suo Paese si vede negato il riconoscimento dei diritti umani anche più elementari". Salviamola!!!!!!!

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