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lunedì 6 settembre 2010

Governo pazzo o pazzo governo.

Gli scandali del governo continuano giorno dopo giorno e finiscono per diventare ripetitivi e quasi monotoni. Stancano anche quella minoranza di cittadini attivi e informati che ancora non è stata lobotomizzata dai telegiornali di regime. Scandali continui della cricca di affaristi, politicanti e collusi con le mafie che ruota intorno a questo governo, e le quasi quotidiane minacce del premier contro la Costituzione, la libertà di stampa, i diritti civili e politici. Una parte della maggioranza di tanto in tanto minaccia intransigenza contro gli scandali e contro le tendenze autoritarie di Berlusconi, ma poi finisce per firmare quasi tutto, come fa anche il Presidente della Repubblica. L'opposizione "interna" alla maggioranza fa comunque molto di più di una grossa parte dell'opposizione vera e propria, che non ha quasi mai niente di sensato da dire. La politica italiana del resto anche quando critica Berlusconi o il suo governo dimentica quasi sempre che il problema principale è proprio lui, il premier, con i suoi molteplici processi e i molteplici conflitti di interessi.
Sono i nostri giorni di ordinaria pazzia, un mondo alla rovescia con il malaffare al potere e chiunque lo denunci messo a tacere con la classica sfacciata prepotenza dei colpevoli. Mentre persino l'Onu comincia ad accorgersi che in Italia si stanno preparando leggi da regime dittatoriale e si pronuncia contro la legge bavaglio. Ma il premier non se ne cura e va avanti per la sua strada, nega l'evidenza di tutti gli scandali e appoggia tutti i suoi uomini indagati per collusione con mafia e camorra.
Se la democrazia italiana sopravviverà a tutto questo sarà difficile spiegare fra qualche decennio simili avvenimenti, la mancanza assoluta di giustizia, di morale e di decenza saldamente al governo tra gli applausi entusiasti della folla, e ha poca importanza sapere se siano reali o soltanto finti applausi televisivi, quando la televisione è diventata la sola realtà che conta.
In queste condizioni non è detto che in Italia possa sopravvivere una società civile decente, visto che questi anni sono stati e sono ancora per la democrazia umilianti e tristi quanto il ventennio fascista. Il riscatto morale da quella dittatura ridicola e sciagurata, che era arrivata al punto di allearsi con la Germania nazista, venne con la Resistenza. Oggi non sembra che ci sia in Italia una Resistenza paragonabile capace di riscattare l'Italia da quello che ben presto sarà un ventennio di Berlusconi. Non c'è nemmeno quel soffio di indignazione morale che alla fine travolse, nel 1992, la vecchia classe politica corrotta e stantia durante Mani Pulite. Una classe politica che comunque, confronto all'attuale, appare composta di santi e galantuomini.
E in ogni caso alla fine nemmeno la Resistenza è riuscita a cambiare la pessima natura di tanti cittadini italiani, troppo spesso pronti ad acclamare un capo qualsiasi, purché sia il più possibile indegno e ridicolo, così da potersi facilmente riconoscere in lui.

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