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lunedì 16 settembre 2013

"Stabilità politica e decadenza ad personam, aspettando i 101"

Può mai decidersi la “stabilità politica” in un giorno "fatidico"?
Cioè Mercoledì prossimo, 18 settembre. In quel giorno la Giunta per le elezioni e per le immunità del Senato, voterà la relazione di Augello (Pdl) sul caso Berlusconi. Ora, facciamoci le domande giuste.


Dunque quali margini di manovra bisogna utilizzare per evitare una crisi di governo?
Primo, il premier Enrico Letta dal palco di Scelta Civica, a Caorle, lancia un messaggio ai cittadini, «dietro le quinte, remano contro il governo: basta vergognarsi delle larghe intese perché in tutti i paesi europei le grandi coalizioni nascono con l’obiettivo di fare quelle riforme che nessun partito, da solo, può realizzare.» A cominciare dall’ammodernamento di quella Carta costituzionale che è certamente «la più bella del mondo» nella sua prima parte, ma non nella seconda visto che contiene alcune «follie» come ad esempio il bicameralismo perfetto.
Il premier rivendica il diritto-dovere di ammodernare la Costituzione, contro il «conservatorismo istituzionale».
Ribatte poi la necessità di cambiare la legge elettorale, sottolineando di non voler restare a palazzo Chigi unicamente perché non si può andare a votare con il “porcellum”. Promette che la Service Tax, che dall’anno prossimo sostituirà l’Imu, sarà più «equa» e «giusta».
E rassicura Mario Monti sul fatto che proseguirà sulla strada del risanamento, puntando però ad una maggiore crescita. Il cuore del suo intervento è sulla necessità di credere in quello che si sta facendo.
Un richiamo soprattutto a quelle componenti del Pd - renziani senz'altro, ma anche dalemiani e bersaniani, che mal digeriscono l’alleanza con il Pdl e che (forse è proprio questo il timore inconfessato di Letta) potrebbero decidere di puntare al voto a marzo spartendosi segreteria e governo.
«A volte - avvisa Letta in uno dei passaggi più applauditi - ho l’impressione di essere un campo di battaglia in cui se le danno di santa ragione. Così non funziona, non si va da nessuna parte». Bisognerebbe al contrario usare questo «percorso fino in fondo» per cercare di«trovare compromessi» cha facciano avanzare il Paese. «Nessuno - aggiunge ironico – si prenderà un virus o sarà contagiato: non dobbiamo vergognarci di quello che stiamo facendo» perchè stiamo lavorando per il cambiamento del Paese con «risultati potenzialmente rivoluzionari».
Che la situazione sia recuperabile e che vi siano ancora le condizioni per andare avanti, esce rafforzata, ma non a lungo.

Cosa fa il capo dello stato?
Secondo, Giorgio Napolitano, dal Quirinale, osserva attivamente l’evolvere della situazione pur mostrando la consueta serenità attraverso una serie di incontri istituzionali da tempo programmati. Ciò che è certo, riferiscono fonti parlamentari, è che il presidente non ha gradito l’accelerazione dei lavori in corso i lavori della Giunta, ritenendo che un tempo congruo alla tesi di Berlusconi andasse concesso.
C'è molta preoccupazione del Colle, condivisa anche a palazzo Chigi, è quella che si materializzi il peggiore degli scenari cioè la situazione si stringe al di là delle intenzioni dei singoli protagonisti. «È un po’ come quando il pilota, convinto di riuscire a riportare l’aereo in quota, all’ultimo momento perde il controllo e finisce per schiantarsi», spiega un deputato, attribuendo la metafora ai palazzi più alti della politica. Pareri che si ritrovano anche nel messaggio che Napolitano recapita ad una delegazione del comune di Barletta, per il 70esimo anniversario della ribellione all’occupazione nazista. «Se noi non teniamo fermi e consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio», rimarca il capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Nel cantone dell'economia?
Terzo, anche se direi "primo", la Bce arriva di nuovo interpellandoci sul deficit, visto come un avvertimento dell’Europa all’Italia: gli ultimi dati sulla crescita non piacciono (-0,2% nel secondo trimestre), preoccupa l’instabilità politica che potrebbe bloccare la ripresa e l’Eurogruppo chiede all’Italia chiarimenti anche sulle ultime misure come ad esempio l’abolizione dell’Imu. E il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni spiega, rassicura, illustra le coperture, ribadisce gli impegni assunti con l’Europa, il rispetto degli obiettivi di bilancio. In attesa del momento della verità che arriverà prima con l’aggiornamento del Def (documento economico finanziario) il 20 settembre e poi con le nuove previsioni economiche della Commissione Ue a novembre che terranno anche conto di tutte le ultime misure. Una considerazione condivisa anche dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem: «Per l’Italia la cosa più importante è la stabilità politica», avverte prima di entrare e ripete uguale anche al termine della riunione in cui la Commissione europea chiede all’Italia chiarimenti su vari aspetti.

Se si votasse per la decadenza di Silvio Berlusconi?
Quarto, dopo il voto sulla relazione di Augello, per la quale è effettivamente scontata la bocciatura visto che Pd, M5S, Sel e Sc sono per il rispetto della legge Severino che prevede la decadenza dal mandato di parlamentare, per chi venga colpito da condanna definitiva superiore a due anni, il lavoro della Giunta continuerà. Poichè ci sarà il così detto verdetto finale in aula ai primi di ottobre.


In quella sede (al Senato) si voterà o no con il voto palese? O continueranno a votare segretamente?
Io non lo so, so solamente che bisognerebbe evitare un altro caso di 101 franchi tiratori del Pd. Gli stessi  che “permisero” la non elezione di Romano Prodi finendo la sua aspettativa di diventare Presidente della Repubblica, franchi tiratori del Pd, cioè del suo stesso partito, così come era avvenuto il giorno prima per Franco Marini. Io domanderei a Pippo Civati, sostenitore degli stessi: cosa farebbero adesso quelli dei 101? Voterebbero a favore di Silvio?


1 commento:

  1. Noi del M5s ieri non abbiamo affrontato il caso Berlusconi, abbiamo affrontato una questione ben più ampia. Abbiamo affrontato l'argomento dell'applicabilità della legge severino. Cioè è stata messa in discussione la legge fatta da questa maggioranza, oggi larghe intese pd-pdl, e l'hanno rimessa in discussione perchè dicono di aver sbagliato a scriverla. La legge Severino è costituzionale, va applicata senza rimettere in campo tutte le questioni poste dai membri del pdl.

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