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giovedì 6 gennaio 2011

Dalla Prima alla Seconda Repubblica, l’Italia cambia facce.


I primi passi della Lega, la discesa in campo di Berlusconi e Prodi.
Inizia tutto il 17 febbraio del 1992 a Milano, quando il presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa viene colto nell’atto di incassare una tangente di sette milioni. Il Paese vede per la prima volta il marciume nascosto nei palazzi del potere.
1992 annus terribilis. Il 17 febbraio scoppia lo scandalo di Tangentopoli: il presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa, un ''mariuolo'' secondo la definizione di Craxi, viene arrestato in flagrante mentre incassa una tangente di sette milioni. La rivoluzione 'Mani Pulite', che per la prima volta rivela al Paese il marciume nascosto nei palazzi del potere, è guidata dalla Procura di Milano, con in testa il pm Antonio Di Pietro. Piovono avvisi di garanzia sui principali protagonisti della vita politica italiana. Anche il segretario del Psi Bettino Craxi ne riceverà uno, dopo aver ammesso davanti alla Camera che ''buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale''. Nell’aprile del ’93 la folla lo insulta lanciandogli monetine in piazza Navona. L’anno dopo fuggirà in Tunisia, ad Hammamet, dove morirà il 19 gennaio del 2000.
E’ la fine del Caf (l’alleanza politica Craxi-Andreotti-Forlani) e della I Repubblica, che così lascia spazio a volti nuovi e nuove formazioni. Come la Lega, che proprio nelle elezioni politiche del ’92 riporta un successo travolgente. Ma il 1992 è anche l’anno delle terribili stragi di mafia, che eliminano a pochi mesi di distanza i giudici Falcone e Borsellino, per poi ritornare a colpire l’anno dopo a Firenze (attentato di via dei Georgofili), Roma (chiesa del Velabro), Milano (via Palestro) e di nuovo in Sicilia, con l’uccisione di don Pino Puglisi.
Presidente della Repubblica è, dopo le dimissioni anticipate del ''picconatore'' Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro. L’Italia ha voglia di voltare pagina, sullo sfondo di un profondo cambiamento che si sta sempre più concretizzando anche nel sistema elettorale. Dopo il referendum sulla preferenza unica proposto nel ’91 da Mario Segni, arriva infatti nel ’93 il passaggio dal sistema proporzionale a quello maggioritario. Da quel momento in poi saranno i leader a dettare legge, più che i singoli partiti. Alle prime elezioni amministrative con il nuovo sistema, i candidati delle sinistre conquistano i principali comuni (Francesco Rutelli a Roma, Riccardo Illy a Trieste, Massimo Cacciari a Venezia).
Il terreno è pronto per la “discesa in campo” dell'homo novus Silvio Berlusconi: imprenditore di successo, proprietario di tre reti televisive oltre che presidente del Milan, alle spalle un passato di chansonnier e animatore a bordo di navi da crociera. Quanto di più lontano dalla tradizionale figura del politico italiano. L’exploit di Forza Italia è preceduto da un discorso tenuto dal leader del nuovo movimento: 9 minuti trasmessi integralmente da Retequattro e Italia 1, nei quali Berlusconi esordisce così: ''L’Italia è il Paese che amo''. E poi: ''Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati ad un passato fallimentare (…) Affinché il nuovo sistema funzioni, è indispensabile che alla sinistra si opponga un Polo delle libertà capace di attrarre a sé il meglio di un paese pulito, ragionevole e moderno''. Infine la conclusione: ''Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo costruire insieme per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano''.
Il 27 marzo del ’94 vince le elezioni il Polo delle Libertà e del buon governo, formato dall’alleanza tra Forza Italia, la Lega di Umberto Bossi e la destra ''sdoganata'' di Gianfranco Fini, che nel ’94 a Fiuggi aveva presentato la nuova Alleanza nazionale, sorta sulle ceneri dell’Msi. Ma sul governo Berlusconi, che durerà fino a dicembre, si abbatte presto la scure della giustizia. Il primo avviso di garanzia per concorso in corruzione arriva a novembre, mentre il Cavaliere presiede a Napoli una conferenza mondiale dell’Onu sulla criminalità. Nello stesso ’94 Romano Prodi, appena terminato l’incarico di presidenza dell’Iri, concepisce il progetto di una nuova formazione politica alternativa a quella capeggiata da Berlusconi. ''Lo impone la gravità della situazione'', dirà il leader dell’Ulivo, con il quale il centrosinistra nel ’96 vincerà le elezioni.
Il clima festoso, ritmato dalla 'Canzone popolare' di Ivano Fossati, deve però presto cedere il passo ad una serie di incompatibilità interne alla stessa coalizione. Nel ’98 Fausto Bertinotti è responsabile della caduta del governo Prodi. Fallimentare si rivelerà anche il progetto della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali, rimasta celebre per l’ ''inciucio'' tra Massimo D’Alema - presidente della Commissione - e Silvio Berlusconi. Altrettanto contestata sarà poi in futuro la decisione dello stesso D’Alema - in qualità di presidente del Consiglio - di intervenire nella guerra del Kosovo a fianco della Nato. Nonostante i contrasti interni, l’Italia nel ’98 è ammessa nel ''club dell’euro'', la moneta unica europea che sarà introdotta nel 2002. Sempre nel '98 Romano Prodi diventa presidente della Commissione europea.
Le elezioni del 2001 vedono tornare alla ribalta una Casa delle libertà già rafforzata dal successo delle precedenti elezioni regionali. L’esordio del secondo governo Berlusconi deve subito fare i conti con i tragici episodi del G8 di Genova e l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre a New York. Fatta eccezione per la crisi apertasi nell'aprile del 2005, la XIV Legislatura durerà, per la prima volta nella storia della Repubblica, cinque anni sotto la guida dello stesso premier Berlusconi. Nel 2006 il rinnovo dell'esecutivo sarà accompagnato anche dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Dopo Carlo Azeglio Ciampi, eletto nel '99, Giorgio Napolitano. La maggioranza diventa opposizione, e la storia di questi giorni ancora da scrivere.

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