Quello che è successo nel Movimento 5 Stelle è davvero incredibile.
All'inizio, il "leader" ha fatto di tutto per sembrare il più "grillino" di tutti, quasi più di Beppe Grillo. L'obiettivo era chiaro: conquistare la fiducia della base storica, quella che, come me, non avrebbe mai accettato un M5S diverso dalle origini. E, lo ammetto, ci è riuscito in pieno. Mi ha convinto.
Una volta ottenuta la massima fiducia, ha subito approfittato del momento per riscrivere lo Statuto del Movimento. Con le nuove regole, si è preso di fatto tutti i poteri, piazzando i suoi fedelissimi in ogni ruolo chiave, dall'Europa al Comune più piccolo. E io? Ero completamente "ubriaco" di entusiasmo e non me ne sono accorto.
Nella terza fase, ha iniziato a spostare il M5S sempre più a sinistra, corteggiando apertamente il PD. Risultato? Una serie di sconfitte elettorali piuttosto pesanti.
Lo ha deciso lui per tutti noi. Poco prima dell'inizio di questo percorso, ha pubblicato un documento con tutte le regole e i passaggi. Tutto imposto dall'alto, senza un vero coinvolgimento. E in questi casi, le regole d'ingaggio sono fondamentali. Chi, come me, è stato un attivista della prima ora e conosce bene come funzionano la partecipazione interna, ha subito capito la manovra. Ho provato un senso di fastidio immediato. E avevo ragione!
Lo "stratega" ha colpito nel segno! Farà sembrare che le decisioni prese siano il frutto di una grande democrazia interna, ma in realtà è stata solo una ratifica di scelte già fatte. Queste scelte, spinte anche da alcune testate giornalistiche, sono state:
Eliminare la figura del Garante (Beppe Grillo).
Cancellare il limite dei due mandati.
Cambiare nome e simbolo del M5S.
Posizionarsi chiaramente a sinistra (un vero tradimento per un movimento nato "né di destra né di sinistra"). Dare il via libera alle alleanze "vecchio stile".
Grazie a questa assemblea pilotata, il leader ha la sua copertura. Non deve neanche esporsi in prima persona. Complimenti per la mossa.
Ma qual era il vero scopo?
Secondo me, l'obiettivo finale era triplice: eliminare il fondatore "scomodo" Beppe Grillo, liberarsi degli attivisti storici che "rompono le scatole" e portare il Movimento nell'area progressista, sotto l'ala di partiti come quelli di Bonelli e Fratoianni.
Oggi, per come lo conoscevamo, il Movimento 5 Stelle dei Contiani è morto.
Restano però le sue idee originali e la visione della politica in cui abbiamo creduto.
E ora? È presto per dirlo. C'è bisogno di tempo per capire cosa fare.
Intanto Beppe ha pagato il bollettino del sito https://www.movimento5stelle.it/
Vedremo in questi giorni.
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