In campagna elettorale espandere la base è un obiettivo realistico e in certi casi più semplice da realizzare di quanto non lo sia persuadere gli incerti. Le attività di mobilitazione sul territorio non hanno in realtà mai perso la loro efficacia. Un approccio personale alla mobilitazione degli elettori è generalmente più efficace di un approccio impersonale. Quanto più personale è l'interazione tra chi lavora per la campagna e l'elettore potenziale, tanto più cresce la possibilità che quella persona voti. Il porta a porta fatto da amici, parenti e vicini di casa è la tattica di mobilitazione più efficace; le conversazioni telefoniche spontanee e fatte senza fretta funzionano bene. Per contro, una telefonata pre-registrata con il numero composto in automatico da un computer è completamente impersonale ed evidentemente inefficace nel portare le persone alle urne.
(Green, Gerber, 2004, p.9)
Ci sono i vincitori e ci sono gli sconfitti. La rappresentazione mediatica della campagna tende ad assomigliare a quella di una corsa di cavalli, che fornisce informazioni sugli "handicap" dei candidati e stabilisce chi è in testa e chi è indietro in varie fasi del processo. Come in una corsa di cavalli, le aspettative sulla performance dei concorrenti vengono fissate prima che inizi la gara. Ci si attende che un candidato corra bene e vinca, mentre si stabilisce che un altro candidato non ha speranza (Davis, 2001, p.190).
Quando gli elettori incontrano notizie di politica basate sulla prospettiva del gioco sportivo, si comportano più come spettatori che come partecipanti al processo elettorale, interessandosi, se mai si interessano, solo all'andamento della gara, non a ciò che i candidati rappresentano. D'altra parte, notizie che riguardano i temi politici e le qualifiche dei candidati costringono gli elettori a schierarsi, stimolando valutazioni sulle capacità di leadership dei candidati, sui loro tratti personali, sulla loro esperienza e sulle loro posizioni programmatiche. Queste notizie creano inoltre più interesse politico, come evidenzia il maggior coinvolgimento che suscitano nello spettatore. (Patterson, 1993, p.89)
La ricerca del "vero" carattere dei candidati porta i giornalisti a concentrarsi su una o due caratteristiche personali che finiscono per identificare ciascun candidato, poi analizzarle, infine a inquadrare i loro resoconti su questi assunti... A un certo punto di qualsiasi campagna presidenziale, le immagini dei candidati prendono forma nelle notizie, utilizzando una combinazione di evidenza fattuale e istinti viscerali, i giornalisti raggiungono un consenso sulle caratteristiche della personalità di ciascun candidato che sono più importanti. Informazioni successive che confermano lo sterotipo del candidato hanno allora molte più possibilità di superare il filtro giornalistico per arrivare a lettori e spettatori (Jamieson, Waldman, 2003, p.72)
Nella mobilitazione elettorale la comunicazione personale, specie se attuata da individui che fanno parte dello stesso network di relazioni o comunque da un ambiente sociale affine, è più efficace di quella impersonale (ossia mediata) e in cui la fonte è un estraneo. La rilevanza della comunicazione interpersonale rispetto a quella mediata e generalista, emerge dunque anche per effetto della crescente importanza strategica della mobilitazione elettorale.
(Green, Gerber, 2004, p.9)
Ci sono i vincitori e ci sono gli sconfitti. La rappresentazione mediatica della campagna tende ad assomigliare a quella di una corsa di cavalli, che fornisce informazioni sugli "handicap" dei candidati e stabilisce chi è in testa e chi è indietro in varie fasi del processo. Come in una corsa di cavalli, le aspettative sulla performance dei concorrenti vengono fissate prima che inizi la gara. Ci si attende che un candidato corra bene e vinca, mentre si stabilisce che un altro candidato non ha speranza (Davis, 2001, p.190).
Quando gli elettori incontrano notizie di politica basate sulla prospettiva del gioco sportivo, si comportano più come spettatori che come partecipanti al processo elettorale, interessandosi, se mai si interessano, solo all'andamento della gara, non a ciò che i candidati rappresentano. D'altra parte, notizie che riguardano i temi politici e le qualifiche dei candidati costringono gli elettori a schierarsi, stimolando valutazioni sulle capacità di leadership dei candidati, sui loro tratti personali, sulla loro esperienza e sulle loro posizioni programmatiche. Queste notizie creano inoltre più interesse politico, come evidenzia il maggior coinvolgimento che suscitano nello spettatore. (Patterson, 1993, p.89)
La ricerca del "vero" carattere dei candidati porta i giornalisti a concentrarsi su una o due caratteristiche personali che finiscono per identificare ciascun candidato, poi analizzarle, infine a inquadrare i loro resoconti su questi assunti... A un certo punto di qualsiasi campagna presidenziale, le immagini dei candidati prendono forma nelle notizie, utilizzando una combinazione di evidenza fattuale e istinti viscerali, i giornalisti raggiungono un consenso sulle caratteristiche della personalità di ciascun candidato che sono più importanti. Informazioni successive che confermano lo sterotipo del candidato hanno allora molte più possibilità di superare il filtro giornalistico per arrivare a lettori e spettatori (Jamieson, Waldman, 2003, p.72)
Nella mobilitazione elettorale la comunicazione personale, specie se attuata da individui che fanno parte dello stesso network di relazioni o comunque da un ambiente sociale affine, è più efficace di quella impersonale (ossia mediata) e in cui la fonte è un estraneo. La rilevanza della comunicazione interpersonale rispetto a quella mediata e generalista, emerge dunque anche per effetto della crescente importanza strategica della mobilitazione elettorale.
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