Cambiare
essere al top! Dovrebbe essere l’ambizione di ogni partito politico o movimento
politico. Invece no! Adesso vi spiego.
Che
cosa sta dietro al cambiamento? L’innovazione, l’innovazione, l’innovazione.
È
questo il mantra della buona politica per essere utili alla società e i più
grandi, scavalcando ogni fattispecie di pratica lobbystica che sta dietro ad
ogni azione.
Good
policy è anche non nascondere la volontà di voler guidare la super car, di
guidare il mercato verso la giusta direzione.
Bisognerebbe
mettere in chiaro le condizioni necessarie, saper innovare, evolversi e rendere
il servizio pubblico sempre più a portata del cittadino comune.
È
giusto dire che per innovare bisogna prendere la strada degli investimenti, e a
questo, in pratica, dovrebbe pensarci il governo.
Dovremmo
guardare alle risorse intellettuali che abbiamo per accompagnarli al massimo
della vera digitalizzazione e curarci della personalizzazione dell’offerta.
Il
governo è stato creato per fare da tramite, ha l’obiettivo di fare da ponte tra
il mercato delle start up innovative e le aziende a trazione analogica.
La
linea politica da sé dovrebbe portare le piccole e medie imprese anche all’alto
risparmio energetico, proponendo in agenda la propria affidabilità, a garanzia
dell’utilizzo delle disponibilità per un’osservanza giornaliera dei progetti.
Maggiore flessibilità su tutte le linee di burocratizzazione per poter studiare
alternative. Per disintossicare il sistema da questo processo.
Infine
attuazione del così detto risparmio energetico inteso come risparmio nei
consumi dei servizi di tutti gli apparati burocratici, nel rispetto
dell’innovazione tecnologica.
Garantendo
la corretta e uniforme solidità del processo e della politica per un’adeguata
tenuta a lungo termine.
Aprire
nuove strade a nuove tecnologie per un mercato in costante cambiamento.
Tuttavia l’innovazione deve andare in scena per essere più versatile, più
robusta per fare crescere la passione, le competenze.
Così
da realizzare l’eccellenza italiana e offrendo vantaggi sociali e benefici
derivanti da vere e proprie partnership e alleanze 2.0
La
chiave dello sviluppo sta nella specializzazione con le competenze e
l’esperienza che solo la buona politica può offrire.
E
capire di cosa ha bisogno veramente il cittadino, cui magari non è consapevole
delle utility e potenzialità del settore tecnologico e digitale.
Oggi
le aziende investono in intelligenza artificiale come investivano in internet
fino a qualche tempo fa tracciando la strada del futuro lavorativo.
Nel
mondo, come in Italia, stanno aprendo gli occhi su questo settore così ricco di
potenzialità, non solo per giungere a realizzare i new dreams dell’umanità, ma
anche per creare soluzioni quotidiane che aiutino i cittadini in vari settori.
Tecnicamente
l’intelligenza artificiale, intesa come innovazione è la capacità di un
sistema, di adattarsi a un ambiente mentre opera con risorse limitate.
In
sostanza i software imparano dall’ambiente in cui sono inseriti quasi come la
mente di un bambino/a apprende osservando ciò che un adulto gli insegna.
In
questo modo i software di intelligenza artificiale possono entrare nel mondo
del lavoro eliminando gli oneri di operazioni ripetitive e stancanti,
aumentando la sicurezza e permettendo all’azienda di concentrarsi sulle fasi di
sviluppo mentre ottiene migliori prestazioni.
Tutti
i settori possono essere supportati e ciò non toglie che il compito dei
robots/software non sostituisce gli uomini. Può essere un’importate leva
competitiva soprattutto per le PMI.
Quindi
l’innovazione entra in campo, come entra in campo la buona politica, per
migliorare la nostra esperienza di vita.
Degni
delle nostre migliori intenzioni saremo più sicuri, efficienti, intelligenti e
sostenibili.
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