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giovedì 19 agosto 2010

Amnesty: Sulla lapidazione, 'sanzione penale' mai debellata.

Il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana tuttora a rischio di lapidazione per adulterio, ha riportato l'attenzione sulla "sanzione penale" questa pratica barbara, illegale e crudele mai debellata. Lo sottolinea Amnesty International che ieri ha pubblicato un dossier sulla lapidazione nel mondo.
La lapidazione resta in vigore, come sanzione penale, in diversi paesi o regioni di paesi, tra cui, oltre all' Iran, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Nigeria, il Pakistan, il Sudan e lo Yemen. Nella provincia di Aceh, Indonesia, la pena della lapidazione è stata introdotta nel 2009 - riporta Amnesty. Lapidazioni, inoltre, vengono eseguite anche da attori non statali. Amnesty International afferma di non riuscire a tenere una traccia completa di tutte le lapidazioni, ma riceve molte notizie, in particolare dalla Somalia.
Per quanto riguarda l'Afghanistan, dalla caduta dei talebani in Afghanistan, pare che le lapidazioni siano avvenute assai raramente, ma Amnesty International ha potuto confermare che una coppia è stata uccisa a colpi di pietre il 15 agosto scorso nel nord del paese, su ordine di un comitato locale di talebani che hanno assunto il controllo della zona. Notizie non confermate di una lapidazione per adulterio in Afghanistan risalgono al 2005, e sarebbe avvenuta su ordine di uomini di religione locali, non dei talebani. Inoltre, un gruppo alleato coi talebani del Pakistan, Lashkar e-Islam, avrebbe eseguito una lapidazione in pubblico nel 2007, nel nordovest del paese.
Tornando a Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana tuttora a rischio di lapidazione per adulterio, dopo che Amnesty International lo scorso luglio ha promosso un appello internazionale, la Corte suprema ha iniziato il 4 agosto un riesame della condanna a morte della donna: "lo scopo di tale decisione - sottolinea Amnesty - appare solo quello di ridurre la pressione internazionale sulle autorità, cambiando la modalità di esecuzione della condanna a morte, ma la condanna alla lapidazione resta in vigore".
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, madre di due figli, è tuttora detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nord-ovest dell'Iran. Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una "relazione illecita" con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate, come disposto dalla sentenza. Successivamente è stata condannata alla lapidazione per "adulterio durante il matrimonio", accusa che lei ha negato.
Esecuzioni di sentenze giudiziarie alla lapidazione, negli ultimi anni, sono state riferite di fatto solo dall'Iran. Nonostante le autorità avessero annunciato una moratoria nel 2002, quattro anni dopo sono state lapidate almeno sei persone. Almeno otto donne e tre uomini si trovano attualmente nei bracci della morte del paese, in attesa della lapidazione. Il rapporto di Amnesty International "Basta alle esecuzioni tramite lapidazione" (in inglese), pubblicato nel 2008, fornisce un ampio quadro della legislazione e delle procedure relativi a questa pena.

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