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giovedì 18 aprile 2024

Intervista a Giacomo Palumbo


Intervista a Giacomo Palumbo sulla transizione verde: 

Il futuro del mercato unico europeo è importante perché esso fa parte della nostra vita economica, è l'economia di ogni giorno. Da esso dipende la possibilità di studiare in un Paese europeo, la facilità di vendere i propri prodotti o la possibilità di trovare un lavoro in un altro Paese Ue, dipendono gli standard di sicurezza. Bisognerebbe accentuare e sviluppare la libertà di conoscenza, dei dati, della ricerca e della finanza pubblica. 

La forza trasformativa della finanza pubblica, che è stata in grado di “riparare” l’Unione, può essere utilizzata per promuovere la transizione verso l’Europa dello sviluppo sostenibile, dell’uguaglianza, dell’innovazione sociale, spingendo i Paesi, le Regioni e le Città ad adottare forme e strumenti di finanza pubblica che incorporino gli "Sustainable Development Goals" (obiettivi di sviluppo sostenibile)  e i Target dell’Agenda 2030, insieme agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.

Guardiamoci dal fare dell'Unione Europea la prima economia a impatto climatico zero, efficiente sotto il profilo delle risorse e pronta per l'era digitale, garantendo al contempo equità sociale e riduzione delle disuguaglianze è un obiettivo ambizioso che implica cospicui investimenti pubblici e privati e un modello di governance economica in grado sostenere adeguatamente la composizione della finanza pubblica in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile posti al centro dell'elaborazione e dell'azione strategica.

L’Unione Europea è seriamente indietro su ricerca e innovazione e dobbiamo concentrarci su questo aspetto. La forza della nostra economia è renderli meglio funzionanti per darci più opportunità, per dare più possibilità ai singoli cittadini che vogliono credere di sviluppare più intensamente quest'opera. 
Riconosciamo di avere poca libertà di conoscenza, di proiezione, perché la spiegazione sta nel fatto che se la libertà di conoscenza e la ricerca e sviluppo è troppo frammentata tra i singoli Paesi, non saremmo in grado di competere con cinesi e americani, con i paesi in via di sviluppo. 

Sono diverse le modalità per identificare strategie di investimento che possono essere considerate sostenibili e responsabili, in grado quindi di coniugare obiettivi di carattere ambientale, sociale e di buon governo societario. Vi sono però settori (come ad esempio quello dei servizi idrici e della gestione dei rifiuti) in cui le attività svolte, per le loro caratteristiche intrinseche, possono influire direttamente sugli obiettivi riconducibili allo sviluppo sostenibile. Questo è dovuto non solo alla natura delle attività che li caratterizzano, ma anche al fatto che generalmente sono soggette a obblighi e prescrizioni coerenti con tali obiettivi (dettati da previsioni di tipo normativo oppure regolatorio). Il settore idrico come quello dei rifiuti possono quindi rappresentare un impiego idoneo per gli investimenti per il perseguimento di alcuni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ammesso comunque che i soggetti che vi operano siano dotati di adeguata capacità organizzativa sul piano industriale e finanziario.

Gli studi dimostrano che il mercato unico è rimasto indietro, questo deve portare ad un cambiamento e nei miei casi di studio, in particolar modo sulla transizione verde si presagisce la possibilità di recuperare l'integrazione in tre macrosettori, in cui il sistema è frammentato in mercati nazionali, nello specifico nelle telecomunicazioni, nell'energia e i nei mercati finanziari. 

Per cui dovrebbe esserci una spinta maggiore in merito. 

Bisognerebbe mettere insieme il finanziamento privato, rendendo il finanziamento di queste iniziative appetibile per i capitali privati, e finanziamenti pubblici come è stato per il Next generation Eu. 

Ricordando come il Green Deal è stato integrato nelle misure finanziarie straordinarie proposte dalla Commissione Europea in risposta alla crisi economica indotta dal COVID-19, vale a dire il potenziamento del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2017 (il budget UE) e le iniziative del programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro, adottato il 27 maggio 2020. Integrando l’EU Green Deal nel piano di rilancio dell’economia, le istituzioni europee hanno scelto di non posticipare gli obiettivi ambientali e climatici, bensì di farne il perno per la creazione di nuovi posti di lavoro.

Gli investimenti sostenibili possono essere declinati secondo varie strategie, ognuna contraddistinta da specifici obiettivi e metodologie che non sono auto-escludenti e possono quindi essere applicate allo stesso portafoglio e alle diverse classi di attivo (azioni, obbligazioni, private equity e private debt).

Di seguito le strategie più diffuse sono:

• Esclusioni: esclusione di alcuni emittenti, settori o Paesi in base a determinati principi e valori (tra i criteri più utilizzati: armi, pornografia, tabacco, ecc.).

• Convenzioni internazionali: selezione degli investimenti in base al rispetto di norme e trattati internazionali (i più utilizzati sono quelli definiti in sede OCSE, ONU e Agenzie ONU).

• Best in class: selezione o peso degli investimenti in portafoglio secondo criteri ESG, privilegiando i migliori all’interno di un settore, una categoria o una classe di attivo.

• Engagement: dialogo costruttivo con gli emittenti su questioni di sostenibilità ed esercizio dei diritti di voto connessi alla partecipazione al capitale azionario.

• Investimenti tematici: selezione dei titoli sulla base di uno o più temi ESG (ad esempio: cambiamenti climatici, efficienza energetica, salute, ecc.).

• Impact Investing: investimenti in imprese, organizzazioni e fondi realizzati con l’intenzione di generare un impatto socio-ambientale positivo e misurabile, assieme a un ritorno finanziario.

E per l'energia rinnovabile ed ecosostenibile continuiamo ad avere mercati nazionali e scarse interconnessioni e il risultato sono i costi alti. 

Il confronto che si fa sempre con gli Stati Uniti d'America non significa che dobbiamo diventare come loro, perché io sono assolutamente soddisfatto del modello europeo e del welfare europeo, questo lo confermano i molteplici studi che sono stati commissionati dall'Unione Europea per determinarne il processo. 

A dicembre del 2019 la Commissione Europea ha lanciato l’EU Green Deal, un programma di politiche e di iniziative per conseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, vale a dire l’equilibrio tra quantità di CO2 emessa e assorbita.

I perni centrali dell’EU Green Deal sono le proposte su:

• Sustainable Europe Investment Plan (piano di investimento europeo sostenibile) e Just Transition Mechanism (solo il fondo di transizione "verde") (e Just Transition Fund);

• European Climate Law, che sancisce l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050;

• Patto Europeo per il clima;

• una nuova strategia industriale e un nuovo piano per l'economia circolare;

• un sistema alimentare giusto e rispettoso dell'ambiente;

• una nuova strategia per la biodiversità al 2030;

• un obiettivo "inquinamento zero" per un ambiente privo di sostanze tossiche.

I punti più rilevanti del programma in ottica di finanza per lo sviluppo sostenibile sono:

• indirizzare investimenti verso gli obiettivi ambientali e climatici del piano (l’obiettivo è 1000 miliardi di euro in 10 anni)

L'urgenza sullo studio della transizione verde è riferita totalmente all’integrazione dei mercati finanziari, energetici e delle telecomunicazioni e nasce dal fatto che tutti i dati e gli asset finanziari dimostrano che cinesi e indiani da una parte e americani dall'altra, stanno andando più forte di noi europei, soprattutto innovando di più i piani di ricerca sulla transizione verde, nei mercati finanziari.

La tassonomia (lo studio della teoria e delle regole di classificazione) è una classificazione delle attività economiche eco-compatibili concepita come strumento per guidare le scelte di investitori e imprese in vista della transizione verso un’economia priva di impatti negativi sull’ambiente e, in particolare, sul clima. Dal punto di vista legislativo, a giugno del 2020 è entrato in vigore il regolamento 2020/852 che delinea gli obiettivi e i principali criteri di funzionamento della tassonomia. Nel regolamento vengono esplicitati sei obiettivi ambientali dell’Unione Europea, tra cui la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.

Per essere eco-compatibile, un’attività deve:

• contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi;

• non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo ("do no significant harm" "non arrecare danno significativo);

• essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime (per esempio, le linee guida OCSE per le imprese multinazionali e i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani).

Proporrei il "ventottesimo regime" giuridico e di diritto societario che è un passe-partout che consente a una piccola impresa di muoversi in tutti i Paesi Ue invece di cambiare ventisette volte sistema. 

La divisione del mercato finanziario europeo lo rende poco attrattivo: si calcola in 300/320 miliardi di euro l'anno la cifra di risparmi di noi cittadini europei che se ne va negli Stati Uniti, invece di finanziare l'economia europea e la transizione verde e la difesa europea.

È poi necessario la difesa dei diritti dei lavoratori: propongo e ribadisco da anni l'eliminazione del concetto di massimo ribasso negli appalti perché ne sta mettendo a rischio l'incolumità. Ma su questo argomento c'ho scritto pagine e pagine su questo blog. 

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