Ennesima melina del Governo e della sua maggioranza sgangherata. Il ddl verrà snaturato e le colpe della presumibile bocciatura affibbiate al M5S.
Ricordate? C'era la campagna elettorale e Renzi prometteva di rendere un fatto le unioni civili in 100 giorni. Del resto, il provvedimento già esisteva. Il Governo Renzi si insedia il 22 febbraio 2014, ma il ddl Cirinnà su unioni civili e stepchild adoption era stato presentato un anno prima, il 25 marzo 2013, quando Presidente del Consiglio era ancora Letta. Ed eccoci qua, dopo 700 giorni, quasi due anni dopo dall'insediamento di Renzi, mille da quando il provvedimento è stato presentato, e ancora stamani l'ennesimo rinvio. Che potrebbe non essere necessariamente la parte peggiore della notizia per i molti che attendono sulle unioni civili una legge degna di un Paese laico e libero. Già, perché il rischio che tutto si concluda con un nulla di fatto cresce di ora in ora.
Unioni civili, la legge che il Governo non ha mai voluto
Che l'alleato di Governo, l'NDC, avesse le idee chiare sul NO, era già stato sbandierato. Alfano in persona si è erto a protettore dello sdegno cattolico senza mezzi termini. Era stato poi il sito gay.it a far emergere il fatto che non meno di venti senatori della maggioranza PD avrebbero votato NO al provvedimento. Tutte le forze di opposizione si sono smarcate ad eccezione del M5S, il quale sul ddl per le unioni civili non ha presentato neppure un emendamento. Ma qui sta uno dei grattacapi di Renzi: al Movimento 5 Stelle il ddl sta bene com'è, senza modifiche, esattamente come hanno chiesto quasi cento piazze lo scorso 23 gennaio.
Nell'ennesima melina in scena oggi, dopo che anche la ministra Boschi si è schierata per il NO, tutte le incongruenze di una maggioranza, quella del PD, per cui i dilemmi sono due: rischiamo di vedere bocciata la nostra proposta emendando i passaggi sulle adozioni del figliastro; o sosteniamo (paradossale scriverlo) il M5S e approviamo la nostra legge sulle unioni civili com'è e ci attiriamo le ire del mondo cattolico?
Sta di fatto che le ultime parole di Renzi sull'argomento sono state "temo un dietrofront del M5S". A dire che, se dietrofront ci sarà, avrà la casacca del PD e l'inevitabile smarcamento del M5S porterà a una bocciatura della legge. Salvati i voti cattolici tanto cari al PD, Renzi potrà dire a televisioni unite che la colpa della bocciatura del ddl sulle unioni civili è del M5S. Sperando che qualcuno di sinistra ci caschi e rafforzi la schiera cattolica che si ritrova a proprio agio nel PD.
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