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mercoledì 26 febbraio 2014

"La transizione politica necessaria?"

Il disastro sociale nel quale stiamo precipitando è un fatto oggettivo e nessuno lo nega.
Vuol dire che la gente non ha più i soldi per comprare le medicine, significa un costo sociale elevatissimo, quindi disoccupazione. A novembre 2013 gli occupati erano 22 milioni 292 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-55 mila) e del 2,0% su base annua (-448 mila). Vuol dire che il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 254 mila, aumenta dell’1,8% rispetto al mese precedente (+57 mila) e del 12,1% su base annua (+351 mila). La crescita tendenziale della disoccupazione è più forte per gli uomini (+17,2%) che per le donne (+6,1%). Vuol dire che il tasso di disoccupazione oggi è pari al 12,9%, in aumento in termini congiunturali.

Non è un solo un dramma per chi perde il lavoro, è anche un costo aggiuntivo anche per la comunità. Perchè con il disoccupato aumenta la povertà e diminuisce il consumo. Si determina un quadro recessivo. Come si fa a creare occupazione? Con gli investimenti e producendo un nuovo circuito virtuoso in cui lo Stato individui le competenze, e le utilizzi per il proprio sistema economico.

Innanzitutto prima il governo Renzi e il Parlamento metterà mano alla contro riforma Bassanini, e cioè riporterà alla politica delle responsabilità, togliendole ad una burocrazia che ora decide da sé l'ottanta per cento i provvedimenti sui tavoli della politica. Prima si riapproprierà dell'azione vera e proprio della burocrazia. Tuttavia sarò curioso di vedere, per quanto riguarda il governo Renzi, chi saranno i capi di gabinetto dei ministri, i consiglieri di Stato, e se saranno scelti dal Quirinale, se saranno scelti da Palazzo Chigi, o se sarà il solito giro di Walzer.
Ci sono due casi: o il ministro si insedia e decide di fare il salto nel vuoto, dicendo arrivo io e cerco di fare da solo, o si affida a qualcuno che già le cose le sa. E per anni in questo Paese, e per un motivo ben preciso per cui accade i contratti vengono presi in carico dai magistrati amministrativi, gli stessi che fanno il doppio incarico.

Per anni il Paese è sempre stato lontano dall'idea di cambiamento. I nuovi insediamenti, i nuovi ministri hanno avuto idee politiche che non riuscivano ad essere applicate poiché si affiancavano a consigliari di Stato oramai rodati e il passaggio al vero “politicismo tattico” non avveniva o se avveniva riusciva ad incidere poco sui fatti. E poiché oramai la rottura a destra, il congresso del partito democratico, gli scenari politici si sono modificati. Non c'è via di uscita la strada la si fa costruendola.

Il sistema politico italiano dovrà ancora assestarsi e prevede una fine legislatura cioè il 2018, a differenza di quanto si pronosticava con Enrico Letta. Non di meno non sappiamo alla fine di questa transizione cosa succederà. E' certo che con la crisi del governo Berlusconi, al di là di come la si pensi ha segnato la fine di un ventennio. Così che si apre una nuova fase politica. E ciò lo si verificherà alla fine dell'azione politica renziana. Allo stesso tempo dobbiamo fare qualcosa di concreto per l'Italia. Perchè ci siamo “impantanati”, punto molto familiare all'interno dei dibattiti dei consigli dei ministri del governo Letta.


Lo sforzo di Renzi sarà non solo quello di affrontare la questione della scuola, merito che non glielo si nega, ma anche la ricostruzione del futuro. Questo è il tema a partire di qui bisogna segnare le priorità centrali. E in questo senso Renzi ha fatto un grande sforzo, per la nascita del governo. Cercando di costruire un consenso più largo. Ora Renzi ha voluto bruciare le tappe, con un comportamento contradditorio. Ora è al momento della verifica.

Quello che si sta facendo, con la fiducia, è un atto di fede verso il governo Renzi?
Renzi reggerà? Per un più ampio progetto di cambiamento di questo paese?
E davanti al dibattito con i sindacati sul caso Elettrolux di rivedere i contratti?
Farà niente per la delocalizzazione delle imprese che vanno all'estero, lasciando il loro paese? Vedendosi sottratti quei diritti dovuti con la concorrenza sleale?
Perchè le norme da noi sono troppo rigide?
E il progetto di legge del conflitto di interessi che non vuole andare in porto in Parlamento?

di Giacomo Palumbo
@palgiac

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