"A Palazzo Chigi al
lavoro sul Consiglio dei Ministri di oggi #buongiorno".
Così Matteo Renzi,
rientrato nella notte a Roma dopo la missione in Vietnam e in Cina,
twitta in vista del Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio, che approverà la riforma
della pubblica amministrazione e i poteri al commissario
anti-corruzione Raffaele Cantone.
L'ufficio di presidenza
dei senatori Pd a Palazzo Madama ha deciso ieri di sostituire Mineo
in Commissione Affari Costituzionali con il capogruppo Zanda.
La decisione è giunta
dopo il rifiuto più volte manifestato dal 'civatiano' Mineo di
votare il ddl di riforma istituzionale. Il commento di Mineo: "E'
un autogol per il governo e il partito far passare le riforme con un
muro contro muro". Secondo fonti Pd, Mineo non era membro
permanente: aveva sostituito Minniti andato al governo. Entrano anche
Cociancich e Migliavacca, per Pizzetti e Chiti. Analoga sostituzione
nel gruppo. Per l'Italia, con il 'dissidente' Mauro sostituito dal
capogruppo Lucio Romano. Mineo critica e accusa: "Ritengo la mia
rimozione, insieme a quella di altri colleghi, un clamoroso autogol
di Renzi". Mineo, senatore del Pd, contesta la sua sostituzione
come componente della commissione affari costituzionali del Senato.
"Se nel Pd non c'è
la possibilità di parlare e neppure in Parlamento, allora io non ci
sto", sostiene. Chiti, altro senatore sostituito in Commissione,
dice: "Io sto bene nel Pd, se vogliono mi cacciano", si
rischia "un partito autoritario". Critica il voto della
Camera sulla responsabilità civile dei magistrati. "Meno male
che il Senato c'è!", osserva.
Civati, esponente della
minoranza del Pd, solidarizza con il senatore Mineo, che contesta il
progetto di riforma istituzionale del governo e si è autosospeso con
altri quattordici colleghi. Civati critica la sostituzione di Mineo nella
commissione affari costituzionali del Senato dice che “è un editto
bulgaro tipo ex cav.”: "E' una decisione di Renzi perché oggi
lo stesso premier l'ha rivendicata dalla Cina". Fa un parallelo
tre Renzi e Berlusconi: "A volte queste cose venivano dalla
Bulgaria, ma evidentemente siamo ancora più esotici". Slitta
l'incontro Zanda-dissidenti del Pd.
Mentre Renzi risponde
dalla Cina: "Le riforme non si annunciano, si fanno, e non
lasciamo a nessuno il diritto di veto. Contano più i voti degli
italiani che il diritto di veto di qualche politico". Così il
premier Renzi, incontrando la comunità d'affari italiana a Pechino.
"Noi non molliamo di mezzo centimetro, siamo convinti nel
cambiare il paese", ha sottolineato.
"Non ne possiamo più
di un'Italia rannicchiata, impaurita, c'è fame di Italia nel mondo,
dobbiamo smettere di dividerci e fare finalmente gioco di squadra,
andremo avanti a testa alta", ha detto Renzi prima di lasciare
Pechino alla volta di Astana, in Kazakhstan, ultima tappa del suo
tour asiatico.
Tuttavia il Presidente
del Consiglio Matteo Renzi si prepara a dare battaglia ai senatori
dissidenti del Pd che criticano il progetto del governo sulle riforme
istituzionali. Il Pd è davanti a un bivio,"non ho preso il 41%
dei voti per lasciare il futuro del Paese a Mineo",
dice il presidente del
Consiglio rientrando in Italia dall'Asia e ricordando il successo
alle elezioni europee. E' stupefacente che Mineo parli di epurazione,
osserva il segretario del Pd. Un partito non è un taxi che uno
prende per farsi eleggere, sostiene.
Ieri, prima di partire
dalla Cina aveva sottolineato che "contano più i voti degli
italiani che il diritto di veto di qualche politico".
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