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lunedì 28 dicembre 2009

20 WATT DI ENERGIA CHE NON MUORE

Tutti hanno paura di morire, perché ci è stato detto fin da bambini che moriremo. Impariamo (erroneamente!) ad identificarci col nostro corpo e sappiamo che ogni organismo vivente muore, ma una nuova teoria scientifica suggerisce che la morte non è l'evento terminale che pensiamo. Un ben noto aspetto della fisica quantistica è che certe osservazioni non possono essere previste in modo assoluto, ma che invece esistono una serie di diverse probabilità che, i possibili diversi eventi, si verifichino tutti. La spiegazione più accreditata, la teoria dei "multi-mondi", afferma che ciascuna di queste possibili eventualità corrisponde ad un diverso universo (il 'multiverso') ed una nuova teoria scientifica - chiamata Biocentrismo - raffina queste idee. Questa teoria è stata formulata da un Medico, un grande Scienziato, il Dr. Robert Lanza, una delle punte di diamante della ricerca sulle cellule staminali. Anch' egli, come il vostro ben più modesto WM, sostiene che ci sono un numero infinito di universi, e tutto ciò che potrebbe accadere ad ogni singolo essere vivente si verifica in ognuno di questi singoli universi,
sicchè la morte non esiste in assoluto in questo scenario dove tutti gli universi possibili esistono contemporaneamente, a prescindere da ciò che accade in ciascuno di essi.
Anche se i singoli organismi sono destinati all'autodistruzione, la coscienza di esistere- il 'Chi sono io?' - è un' emissione energetica pari ai 20-watt prodotti dal cervello e questa energia non scompare con la morte, dato che uno degli assiomi più provati della scienza dice che l'energia non muore mai, che non può essere né creata né distrutta
Allora questa energia trascende da un mondo all'altro?
I collegamenti tra varie teorie quantistiche, troppo complicate per essere qui descritte,almeno per sommi capi, e gli universi multipli vanno al di là della nostra normale concezione di spazio e tempo.
Secondo il biocentrismo, spazio e tempo non sono come normalmente pensiamo che siano.
Se agitate la vostra mano per aria che cosa vi rimane? Niente. La stessa cosa vale per il tempo.
Non si può vedere nulla attraverso la scatola cranica che circonda il cervello, tutto ciò che vedete, quel che leggete adesso, sono solo un vortice di informazioni che avvengono nella vostra mente.
Spazio e tempo sono semplicemente gli strumenti per mettere tutto insieme.
La morte non esiste in un mondo senza tempo, senza spazio.
Alla fine, anche Einstein ha ammesso, "Ora Besso (un suo vecchio amico), si è allontanato da questo strano mondo per andare un pò più avanti a me. Questo non significa nulla. ... La gente come noi sa che la distinzione tra passato, presente e futuro è solo una illusione ostinatamente persistente. "
L'immortalità non significa una vita perpetua nel tempo senza fine, ma risiede piuttosto al di fuori del tempo. Questo è stato evidente con la morte di Christine, la sorella del Dr. Lanza.

"Dopo aver visto il suo corpo in ospedale, sono andato fuori a parlare con i membri della famiglia.
Il marito di Christine- Ed - ha iniziato a singhiozzare senza ritegno. Per qualche istante mi sentii come se potessi trascendere la pochezza del tempo. Ho pensato a quei 20 watt di energia, agli esperimenti che mostrano che una singola particella può passare attraverso due fori nello stesso istante.
Non riuscivo a respingere la conclusione: Christine era viva e morta, al di fuori del tempo.
Christine aveva avuto una vita difficile. Aveva finalmente trovato un uomo che amava molto.
Mia sorella minore non potè recarsi al suo matrimonio, perché aveva un importante appuntamento che era stata programmato da diverse settimane ed anche mia madre non venne a presenziare, a causa di un impegno importante che aveva presso il suo Club.
Il matrimonio è stato uno dei giorni più importanti nella vita di Christine.
Dal momento che non era presente nessun altro membro della famiglia, Christine mi chiese di portarla a braccetto lungo la navata della chiesa.
Poco dopo il matrimonio, Christine e Ed presero l'auto per raggiungere la casa dei loro sogni che avevano appena comprato, quando ,dopo aver urtato contro un blocco di ghiaccio, mia sorella è stata scagliata fuori dalla vettura ed è andata a sbattere contro un banco di neve.
,disse subito al marito.
Lei non sapeva che il suo fegato era spaccato a metà e che il sangue le si stava versando nel peritoneo.

Dopo la morte di suo figlio, Emerson (uno scrittore, saggista e filosofo statunitense ed anche un noto poeta-NdR) , ha scritto :
"Non è la nostra vita ad essere minacciata, quanto la nostra intelligenza. Mi duole pensare che il dolore non può insegnarmi nulla, né mi porta avanti di un passo nella sua vera natura."

Sia che si tratti di girare un interruttore per fare un esperimento scientifico con un raggio di luce, o girare un volante su una sottile patina di ghiaccio, sono sempre quei 20 watt di energia che constateranno il risultato delle nostre azioni.
In alcuni casi la macchina può sbandare ed andare fuori strada, ma in altri casi, continuerà il suo cammino verso la casa dei sogni di mia sorella.
Christine aveva da poco perso 45 Kg e -come sorpresa- Ed le aveva regalato un paio di orecchini di diamanti. Sarà difficile aspettare, ma so che Christine, con quegli orecchini indosso, mi sembrerà meravigliosa, la prossima volta che la vedrò . "

Le lauree giuste per trovare lavoro!

Raggiungere traguardi nel più breve tempo possibile. Per essere spendibili nel mondo del lavoro, conta di più la regolarità negli studi di una laurea ottenuta, magari col massimo dei voti, ma anni e anni fuori corso. La pensano così i direttori del personale di 102 aziende italiane interpellati dalla rivista “Campus” in edicola venerdì e lo conferma Paolo Citterio, presidente dell’associazione Direttori Risorse Umane: “Regolarità e tipo di laurea sono gli elementi vincenti di un curriculum”. Meglio allora le facoltà scientifiche (Ingegneria meccanica, gestionale, elettronica e civile), ma anche Economia. Bene, tra quelle umanistiche, Giurisprudenza e Scienze politiche, assolutamente no Lettere e Comunicazione.
“L’unica eccezione – spiega Citterio – è Filosofia perché trasmette una grande cultura, ma per le aziende è interessante solo se abbinata a un buon master”. Di grande valore, prima ancora del voto di laurea o del titolo della tesi, l’esperienza Erasmus: “Almeno un anno all’estero conta moltissimo, per imparare l’inglese senza cui oggi non si fa strada”. E proprio la lingua straniera è assente, lamentano le imprese, dai banchi degli atenei italiani: “A parte alcune esperienze, come i politecnici di Milano e Torino e la Bocconi, tutti i corsi sono in italiano. E questo non va bene. Devono essere in inglese così Nei grafici i parametri dei capi del personale per le assunzioni su una valutazione da 1 a 10. Tramontato definitivamente l’interesse per le lauree brevi. come accade all’estero”.

Un fallimento anche l’esperienza delle lauree triennali: “Senza specializzazione o master dà scarse competenze tecniche ed è sfruttata poco dai direttori di personale che hanno avuto una cultura superiore”. Frequentare un ateneo privato, agli occhi delle imprese, non dà più valore al titolo in sé: ne è convinto oltre l’80% dei direttori del personale. Difficoltoso, da questa prospettiva, il processo di avvicinamento tra mercato del lavoro e università, troppo proiettata alla cultura e poco alla formazione pratica. “Per modificare i percorsi di studio e renderli più vicini alle nostre esigenze – continua Citterio – i tempi sono troppo lunghi, altrove non è così”. Il percorso post-laurea, come il master, si conferma una carta in più per il candidato: meglio quelli universitari rispetto a quelli promossi da enti privati secondo il 64% degli intervistati. Bene un tirocinio o uno stage: “È un valido strumento se dietro c’è un buon progetto. Dovrebbe essere obbligatorio per tutti”.

fonte:metro

Laureati italiani all’estero: più pagati e più soddisfatti


A cinque anni dalla laurea il 3 per cento lavora fuori dai confini. E quasi uno su cinque ricopre già posizioni di funzionario. Lo studio presentato in occasione del lancio del sito internazionale di almalaurea.net con 1,27 milioni di cv di laureati italiani in inglese
Vanno all’estero perché al di là dei confini nazionali le offerte di lavoro sono migliori. Perché è più facile essere soddisfatti di quello che si fa e perché la paga che offrono le imprese straniere è quasi il doppio di quella che si può ottenere nelle aziende italiane. I ragazzi e le ragazze, quando lasciano l’Italia, scelgono soprattutto il Regno Unito, la Francia, la Spagna e anche gli Stati Uniti.
I dati sono quelli dello studio di AlmaLaurea, su oltre 92mila laureati di 45 università, presentato oggi a Roma in occasione del varo della versione inglese del progetto del consorzio. Un sito dove soggetti e operatori internazionali (www.almalaurea.net) possono conoscere la condizione occupazionale dei laureati italiani e consultare un milione e 127mila curriculum vitae tradotti in lingua inglese.
Le posizioni che ricoprono i giovani talenti italiani confermano come all’estero le occasioni offerte siano migliori e le chance di crescita maggiori. Il diciotto per cento dei nostri laureati, che sono andati a lavorare oltre confine, ricopre posizioni direttive, di funzionario, direttivo e quadro. Mentre in Italia succede solo all’8 per cento dei loro coetanei. Così come, fuori dai confini nazionali, il 10 per cento svolge l’attività di ricercatore mentre in Italia accade solo all’1 per cento dei laureati.
Poi la paga. Il guadagno mensile netto degli “emigrati” è notevolmente superiore alla media. I primi prendono infatti 2.078 euro al mese mentre il valore medio del totale dei laureati si ferma a 1.332 mensili. Maggiori sono anche, per chi non rimane in Italia, il prestigio ricevuto dal lavoro, le prospettive di guadagno, di carriera e l’acquisizione di professionalità; ma anche l’indipendenza e l’autonomia sul lavoro.
Insomma fuori dai confini lo scenario sembra più confortante. Ma poi? Se si ha l’intenzione di tornare indietro e valorizzare la propria esperienza anche in Italia? “Il problema della fuga dei cervelli – spiega Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea – potrebbe risultare un falso problema in un mondo globalizzato, dove al contrario, la circolazione delle idee e dei talenti è auspicabile e necessaria. Il problema, semmai, sta nella capacità del nostro Paese di far rientrare chi esce, di tenere aperta la porta. Quei 400 ingegneri laureati nel 2006 che hanno lasciato l’Italia sono sintomo di internazionalizzazione o di perdita per il nostro Paese?”.
fonte: myjob


Curriculum Vitae: è un video!

C’era una volta il curriculum vitae tradizionale, con la lettera di presentazione allegata, doviziosamente piegato in tre parti e inserito nella busta bianca regolarmente affrancata. C’era una volta, ma forse tra non molto non ci sarà più. Sta infatti andando docilmente in pensione, già ampiamente sostituito dalle autopresentazioni spedite per email e dai form predisposti dalle aziende e compilati direttamente on line. E a dargli il colpo finale potrebbe essere la sua nuova evoluzione multimediale, in linea con la tendenza a «youtubizzare» sempre più le nostre esistenze. La nuova frontiera, insomma, è quella del videocurriculum. Il principio è semplicissimo: basta raccontarsi mentre ci si filma, spaziando tra il proprio background e le esperienze professionali. Si aggiunge il pepe della fantasia. Poi si mette il tutto su YouTube o MySpace o altre piattaforme per la condivisione dei filmati. E il gioco è fatto.
Negli Stati Uniti, il mercato del lavoro si sta sempre più orientando verso questa nuova forma di comunicazione e sono molte le aziende che iniziano ad accettare le videocandidature on line, al fine di recepire al meglio la multimedialità dell’aspirante lavoratore. Ma non si tratta di un’esperienza solo americana: in Europa e in Italia si possono già trovare centinaia di esempi di auto promozione, diffusi in rete o inviati direttamente ai responsabili degli uffici personale. Le tecniche sono le più disparate e a differenza di un normale foglio di carta il video consente davvero di esprimere tutta la propria creatività. Ci sono video curriculum pensati come promo, dei «corti» con storyboard annessa o filmati che ricalcano lo stile dei videoclip musicali. E per i meno creativi ma ricchi di risorse crescono come funghi i blog autoreferenziali, oppure i curriculum visuali, come ad esempio quelli presentati su Visualvc.

In Italia il video-curriculum ha iniziato da poco la sua espansione on line. Ma qualcosa si muove. A Pordenone, ad esempio, è nato il progetto «Prove libere di videocurriculum», mediante la collaborazione tra il Consorzio universitario e la Pnbox web tv che hanno addirittura promosso un concorso per realizzare i filmati acchiappa-lavoro. Lo scopo è quello di facilitare la ricerca di un’occupazione o di spuntare un tirocinio presso aziende e imprese che vedono nella creatività e nella capacità di presentarsi un elemento di valore aggiunto. Nel contempo, i privati, gli enti, le istituzioni possono pubblicare i propri annunci di offerta di lavoro con questa tecnica e viceversa. Il servizio è completamente gratuito (Guarda gli esempi).vantaggi del video-curriculum rispetto alla versione cartacea che è omologata su formati standard, come il più diffuso curriculum europeo scaricabile ormai ovunque in rete, sono dati dalla immediatezza, dalla personalizzazione e dalla maggiore possibilità di arrivare destinazione. Come il promettente reporter spagnolo Chuscarra in versione “iena” televisiva che aspira ad a diventare un «nuevo reportero». Oppure Antonella Zecchi laureata in Scienze Umanistiche a Roma che cerca una occupazione e invia il suo curriculum «a richiesta perché è certa di avere buone qualità» (Guarda). O, ancora, il chitarrista Enea che cerca lavoro nei locali li Milano (Guarda). O quello del «viaggiatore multidimensionale» Kaleshmusic (Guarda). Si può poi dare uno sguardo alla biografia filmata di Thomas Biagi che si racconta nelle sue imprese di pilota (Guarda), anche se il suo videocurriculum è più di carattere celebrativo, visto che un lavoro lui già ce l’ha. Ma in generale è sufficiente digitare la parola videocurriculum in una delle piattaforme di condivisione di filmati per avere molti esempi sul genere.

Cosa occorre fare, oltre ai video curriculum, i curriculum viventi, i curriculum visuali per uscire dall’anonimato? Se negli ultimi anni si sono sviluppate nuove frontiere che vengono poi adottate in maniera esplicita sul mercato del lavoro, ci pensano i cacciatori di teste, gli «head hunter» a farsi largo tra le onde del web e le richieste dei candidati. Soprattutto se la ricerca riguarda posizioni di alto profilo professionale. La gente lo sa e cerca di raggiungere anche questo obiettivo. «Indubbiamente si fa di tutto per accalappiarsi le nostre simpatie – dice Massimo Rosa, uno dei leader del settore (■ Leggi l’intervista) – . E’ assolutamente normale che nell’era delle immagini “a tutti i costi” la versione “cinematografica” del curriculum sia all’ordine del giorno. I nostri messaggi diventano allora veri e propri trailers dove la cura dell’immagine finisce con l’essere più importante del contenuto stesso del messaggio da trasmettere».

fonte: corriere.it

Come redigere un curriculum vitae


Tutti sappiamo che scrivere è decisamente faticoso: richiede impegno, attenzione, metodo, soprattutto quando è necessario fornire un gran numero di dati e informazioni. In ogni caso qualsiasi cosa si debba scrivere, gli aspetti cui occorre prestare attenzione sono due: il contenuto -cosa scrivere- e la forma -come scrivere. Un testo scritto è ben riuscito se e solo se sia il contenuto sia la forma sono adeguati agli scopi che la comunicazione si prefigge. Inoltre occorre tenere conto del fatto che, a differenza del discorso parlato, quello scritto richiede da parte dell’estensore cura e attenzione particolare.
Il linguista Tullio De Mauro nel suo libro “Guida all’uso delle parole” afferma: La scelta delle parole avviene in modo diverso se facciamo un discorso parlato o un discorso scritto. (…) Chi scrive non ha un continuo vivente controllo che sono le espressioni del volto degli ascoltatori: di noia, di perplessità, di approvazione. Perciò scrivere è un’arte assai più difficile che parlare. Dobbiamo riuscire a prevedere molto di più, a distanza di tempo. Di che umore sarà chi leggerà queste parole? In che situazione si troverà? Quanto saprà degli argomenti che si stanno trattando? Per tutto ciò è un buon accorgimento, in ogni caso, essere nello scrivere meno “informali” che nel parlare. Conviene costruir frasi e scegliere parole che possano essere significative il più possibile …, scrivere con limpidezza, nel modo più ordinato e largamente accessibile a tutti …., non significa cancellare dalla vista ciò che è raro, strano, difficile, complesso, (…) . Anzi, se qualcosa di ciò esiste, parlarne limpidamente, appropriatamente significa proprio rappresentare e presentare ciò in parole. Tornando al nostro argomento, possiamo concludere che nel curriculum vitae vanno inserite solo quelle notizie che sono pertinenti ai fini dell’obiettivo stabilito, esponendole in termini e secondo forme appropriate.
Un buon modo per procedere consiste nell’articolare il lavoro in due fasi:
  1. preparazione a tavolino dei contenuti da scrivere
  2. stesura definitiva del documento
  3. quali contenuti inserire
A tutti noi almeno una volta nella vita, dovendo partecipare a un concorso o contattare un’azienda, è capitato di scontrarsi con il problema di costruire una valida e succinta descrizione di sé come persona, delle competenze acquisite, delle attività svolte. E ciò che ciascuno di noi senz’altro ha capito è che non è facile riassumere in una “mini-biografia” la varietà degli aspetti che ci contraddistinguono come individui unici. Fortunatamente, però, le aziende non hanno alcun interesse a sapere molte cose su di noi e perciò i punti da trattare nel curriculum vitae sono in definitiva pochi. Inoltre l’esperienza insegna che è una grossa ingenuità inserire nel curriculum descrizioni pseudopsicologiche della propria personalità, referenze altisonanti (o peggio non del tutto veritiere), accentuazioni eccessive di eventuali difficoltà economiche, notizie troppo minuziose su fatti marginali. Il più delle volte ai selezionatori aziendali importano i seguenti “capitoli”:
  1. dati personali: completi di tutte le informazioni necessarie per essere contattati (telefono fisso e mobile, indirizzo e-mail, …);
  2. studi compiuti: in ordine cronologico decrescente;
  3. occupazione attuale e occupazioni precedenti: specificando sempre la posizione ricoperta in termini soprattutto di obiettivi e responsabilità, dipendenza, collaboratori, relazioni con altri uffici;
  4. conoscenze ed esperienze professionali acquisite: che cosa si sa fare e in quali campi, con quali metodologie, trasferibilità ad altri settori, punti di forza e di debolezza della propria preparazione;
  5. conoscenza lingue straniere: indicando il livello di padronanza relativamente a comprensione del testo, conversazione, traduzione);
  6. conoscenze informatiche: linguaggi di programmazione, capacità di utilizzo dei principali pacchetti software, esperienze specifiche su programmi grafici,gestionali, di database, etc.;
  7. interessi extraprofessionali: attività culturali e sociali, pratica sportiva, hobby;
  8. progetti per il futuro: ambizioni, aspirazioni culturali, aspirazioni lavorative e motivazioni che le sottendono.
Quale stile impiegare
Il curriculum vitae, quando non è necessario riempire un format con campi già predefiniti, è una breve relazione autodescrittiva. Relazione perché il compito è quello di riferire a una persona chiaramente, sinteticamente ma anche esaurientemente intorno a un particolare argomento; breve, perché il tempo che può dedicare il lettore è limitato; autodescrittiva dato che lo scopo è fornire al selezionatore una “istantanea” di sé. Quindi il curriculum vitae dal punto di vista formale deve essere:
  • succinto, ma non striminzito
  • scorrevole e agevolmente leggibile
  • semplice e chiaro, ma non arido
  • dettagliato, senza cadere nella pignoleria
  • privo di connotati “valutativi” ma al tempo stesso “personale”
  • efficace, cioè dare un’immagine brillante del candidato
  • curato graficamente: senza errori, scritto ordinatamente, piacevole a vedersi.
Il primo scambio significativo di informazioni tra candidato e azienda avviene attraverso quel particolare “biglietto da visita” che è il curriculum vitae. A dire il vero si tratta di uno scambio sostanzialmente unidirezionale, nel senso che il trasmittente (il candidato) invia un messaggio a un ricevente (l’azienda), ma non necessariamente si vede pervenire una risposta di ritorno. In ogni caso è fuori di dubbio che il curriculum vitae rappresenta per qualsiasi candidato la carta di presentazione determinante per superare il primo filtro della selezione: lo spoglio e l’esame analitico delle “mini- biografie”.
Logica conclusione di tutto ciò di questa argomentazione è che saper stilare con accortezza la storia personale è un’abilità che, se sviluppata, può attribuire qualche punto in più – e spesso quello vincente – nell’emozionante sfida per la conquista del posto di lavoro. Allora come acquisire o incrementare questa rilevante abilità?
Attendo impaziente i vostri commenti.

Giacomo Palumbo

Come lavorare all’estero?


Come lavorare all’estero?
In Italia vige l’idea per cui sia più semplice trovare lavoro in alcuni Stati Europei, ad esempio in Inghilterra, rispetto al belpaese. Non è proprio così, poichè l’Europa ha un tasso di disoccupazione abbastanza alto. E’ vero però che spesso chi si reca all’estero (soprattutto se molto giovane) si “accontenta” di svolgere mansioni e lavori più semplici e si abbassano le aspettative di lavoro.
Non considerando i professionisti o i manager, rimane una parte sostanziale di lavoratori italiani in Europa che scelgono di lavorare come cameriere, baby sitter, dog sitter e simili. Occupazioni poco appetibili se si cerca lavoro nel proprio paese. Prima di partire è importante reperire quante più informazioni possibili. Ciò è possibile:
  • visitando il sito internet Eures dedicato alla mobilità professionale. Il sito propone tantissime informazioni relative a come lavorare all’estero; offerte di lavoro, condizioni di lavoro e possibilità di proporre la propria candidatura inserendo il proprio curruculum vitae;
  • consultando riviste, giornali e magazine stranieri che abbiano una sezione dedicata al lavoro, disponibili in edicola;
  • contattando il servizio pubblico per l’impiego dello Stato Europeo in cui ci si reca. Questa è forse la strada più semplice; è bene sapere che in alcuni Stati sono presenti agenzie di collocamento private;
  • rivolgendosi all’ufficio di collocamento locale o regionale.
Come lavorare all’estero grazie ad un buon curriculum vitae?
Lo scopo principale è quello di proporre un buon curriculum. I requisiti necessari per scrivere un buon curriculum sono: chiarezza, precisione dell’esposizione e sintesi basata sulla selezione delle informazioni. L’obiettivo è quello di comunicare il proprio profilo e farlo emergere tra le altre candidature.
Il curriculum Europass è stato creato al fine di rendere più facilmente fruibili le competenze, il percorso di studi, i titoli dei candidati rendendoli chiari grazie ad un formato approvato e condiviso a livello europeo. Il curriculum Europass si basa su caratteristiche standard riconosciute in tutta Europa. Tutto coloro che desiderano presentare la propria candidatura in Europa possono compilare il curriculum Europass, come una sorta di autodichiarazione.
Per i professionisti (commercialisti, insegnati, ingegneri, personale paramedico, medici,ecc…) è necessario ottenere il riconoscimento delle proprie qualifiche nel paese di accoglienza.
Come lavorare all’estero: il momento del colloquio
Durante un colloquio motivazionale, l’esaminatore tende a fare numerosissime domande al suo interlocutore. A volte ci si chiede se alcune siano domande per un colloquio di lavoro? Non si tratta di conoscere la vostra vita privata o cose banali, l’obiettivo è quello di far emergere dalle del colloquio la personalità oltre al profilo del candidato. Nei colloqui per un lavoro all’estero il reclutatore verificherà anche la conoscenza e la padronanza della lingua. E bene inoltre avere già delle informazioni relative alla mission, agli obiettivi, allo stile di lavoro dell’azienda.
Come lavorare in Europa: i documenti da consegnare al colloquio motivazionale
Riportiamo di seguito una lista di documenti importanti per presentarsi ad un colloquio in un paede del sistema economico europeo:
  • copie del Curriculum in lingua;
  • è bene richiedere all’istituto in cui ci si è diplomati o laureati, una traduzione certificata del proprio titolo di studio;
  • le fotocopie del certificato del titolo di studio e di altre qualifiche in formato originale (in italiano);
  • un documento d’identità valido;
  • copia del certificato di nascita;
  • il modulo E per l’assistenza sanitaria (In Italia il modello E111);
  • alcune foto-tessere.

Riscatto della Laurea: boom di richieste


Sarà la crisi finanziaria, sarà la certezza che le pensioni del futuro saranno sempre più magre, ma il riscatto degli anni di laurea come delineato dalla nuova legge (la 247 del 2007) piace sempre di più. Lo testimoniano gli ultimi dati Inps che certificano un aumento del 250% delle pratiche di riscatto nei primi 9 mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007.
L’ultima riforma delle pensioni ha reso del resto sicuramente più vantaggioso il riscatto della laurea da parte dei lavoratori più giovani. Il riscatto della laurea ora è possibile anche se non si ha ancora un lavoro e, di conseguenza, un reddito. In questi casi per calcolare il contributo da versare per ogni anno da riscattare si applica l’aliquota del 33% al minimo contributivo dei lavoratori autonomi, pari nel 2008 a 13.819,00 euro. In pratica per ogni anno si spendono 4.560 euro. Occorre ricordare però che si riscattano solo gli anni accademici effettivi del corso di laurea, esclusi gli anni «fuori corso». Si possono riscattare anche i periodi di studio previsti per ottenere diplomi di specializzazione, diplomi rilasciati da scuole parauniversitarie e dottorati di ricerca. I contributi vanno versati all’Inps che li accantona e, su domanda dell’interessato, li trasferirà poi all’ente di previdenza cui il lavoratore risulterà successivamente iscritto. Il termine di riferimento, il minimale degli autonomi è abbastanza vantaggioso, soprattutto se il primo impiego avverrà poi con uno stipendio migliore.
Altra grande novità è il fatto che il contributo può essere detratto dai genitori con aliquota del 19%. In pratica lo sconto Irpef che si ottiene quest’anno è di 852 euro. Una volta poi trovata l’indipendenza economica, il contributo potrà essere dedotto direttamente dal reddito del lavoratore. Ricordiamo che i contributi per il riscatto versati direttamente dal lavoratore sono invece interamente deducibili dal reddito (il trattamento fiscale è quindi più vantaggioso). Altro vantaggio della riforma è la possibilità di pagare il riscatto, per le domande presentate dal 2008, in 120 rate mensili senza interessi. Sempre grazie alla riforma anche nel regime tutto contributivo i contributi da riscatto sono utili per raggiungere i requisiti pensionistici.
Il costo non elevato, la possibilità di pagare in 10 anni senza interessi, rendono quindi l’operazione decisamente appetibile per i giovani. Tenuto conto delle due motivazioni principali che spingono al riscatto: avere una rendita più elevata e/o anticipare i tempi della pensione. Lo dimostrano del resto anche le elaborazioni realizzate da Progetica, società indipendente di consulenza previdenziale e finanziaria, per Corriere Economia. Se si mette a confronto quanto si incassa di maggiore pensione grazie al riscatto si vede che l’indice di efficienza (che rappresenta quanti euro di pensione genera un euro di versamento) è sempre superiore a 1 e che quindi l’operazione è sempre conveniente.
E non solo. Il vantaggio permane in media anche se il riscatto viene effettuato molto dopo il termine del corso di studi. Prendendo ad esempio un lavoratore e una lavoratrice che hanno cominciato a lavorare a 25 anni, l’indice di efficienza è superiore a 1 anche quando il riscatto viene effettuato tra i 40 e i 55 anni di età del beneficiario e quindi anche in questo caso conviene. La convenienza finanziaria dell’operazione è dimostrata anche da un altro dato sempre presente nelle tabelle. Il tasso di sostituzione – rapporto tra pensione e ultimo reddito – cresce anche di 7/8 punti percentuali. Portando così anche chi avrà la pensione mista a percentuali di copertura intorno al 65/70%. Inoltre per i contribuenti più anziani c’è un altro grande vantaggio che si può ottenere: quello di valicare il limite dei 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, che fa da spartiacque tra regime misto e retributivo.
fonte: corriere della sera

Il colloquio perfetto? Qual'è?

Crisi? Recessione? Le Aziende stanno licenziando? E allora cosa possiamo fare quando finalmente arriviamo a preparare il fatidico colloquio in Azienda?

Che questo 2010, non sia stato il massimo questo si era capito: ma sempre di più giunge da più parti l’allarme per la recessione che attanaglierà tutto il mondo del lavoro soprattutto anche nel 2010. L’impressione generale è che vi sia molta paura da parte delle Aziende. Da qui nasce un’esigenza di contenimento dei costi: da più parti si sente parlare di licenziamenti, di dimissioni incentivate, di cassa integrazione, etc. E allora che cosa si può fare, dopo che ci siamo candidati e l’Azienda ci convoca per il fatidico colloquio?

Di ricette magiche non esistono!
Da sempre, il colloquio in Azienda è “il momento topico” in cui noi siamo chiamati a confrontarci sul piano delle competenze, della nostra storia personale e professionale: diventa quindi fondamentale giocarsi al meglio questo match ball a nostro favore.
Semplicemente non abbiamo una seconda chance per lasciare una buona prima impressione.

Preparati Prima

“Come conosce la nostra Azienda?” è la prima – immancabile – domanda a trabocchetto: andare a leggere il sito web (sedi, fatturato, mission, etc.) o farsi almeno un’idea del business, aiuta parecchio in fase preliminare.

Vestiti in modo adeguato

Un venditore non si presenta mai senza cravatta, ma se ti candidi per la posizione di geometra di cantiere, non presentarti con il gessato: daresti l’impressione di non volerti sporcare le mani. L’abito non fa il monaco: in ogni caso evitare uno stile troppo casual o sportivo.

Arriva puntuale

Data, ora, destinazione: vanno sempre annotati! E’ importante sapere il nome del referente per la selezione in corso. La puntualità è d’oro. Meglio arrivare in anticipo di qualche minuto in modo da poter familiarizzare con l’ambiente circostante. E’ un’ottima occasione per concentrarsi!

Cellulare

Va rigorosamente spento, e non con la vibrazione. Chiuderlo prima di entrare al colloquio. Non dimenticarlo, mai aperto!

Saluta come si deve

Appena si entra, si saluta con una bella stretta di mano, e un sorriso naturale (s’intende). Se il colloquio si svolge con una donna, ci si siede solo dopo di lei. Se in qualsiasi momento ci viene proposto di abbandonare il “lei”, si risponde “volentieri”. Mai prendere per primi, l’iniziativa.

Postura

Una postura comoda, aiuta a tenere un tono di voce emotivamente stabile: evitiamo di appoggiare i gomiti sulla scrivania, di dondolare sulla sedia o di sprofondarci.

Tieni vivo l’interesse

Rispondi alle domande in modo circostanziato, portando esempi concreti: è fondamentale preparare una scaletta delle proprie esperienze professionali, partendo dalla più recente fino ad arrivare alla più remota. E’ importante rispondere con chiarezza a tutte le domande che ti saranno poste: è meglio andare nei dettagli solo se esplicitamente richiesto.

Pensa al futuro

Alla fatidica domanda “Come ti vedi fra dieci anni?”, rispondi citando una posizione di un paio di gradini superiore a quella per cui ti candidi. Il sogno di prenderti un anno sabbatico, oppure di andare a vivere su una palafitta in Polinesia, lasciamoli per quando andiamo al bar!

Fai domande

Se hai delle domande da porre oppure delle informazioni da approfondire in merito al lavoro che dovrai svolgere, alla R.A.L., alla sede etc., ponile pure. L’importante è chiedere tutto quello che riteniamo opportuno. Mai fare domande frivole.

Chiedi istruzioni

Il colloquio lo chiude il tuo referente. Di solito questa è la fase in cui si testa il tuo l’interesse: chiedi se devi attendere una comunicazione, oppure devi essere tu a richiamare entro qualche giorno. Evitare frasi del tipo “Allora mi assume?”.

Saluto finale

Saluta, ringrazia, e affermi l’interesse per l’eventuale offerta.

giovedì 24 dicembre 2009

Cosa significa turismo responsabile ?

Cosa significa turismo responsabile ?

AITR, l'associazione italiana di turismo responsabile, nel 2005 a Cervia, adotta la definizione: "Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell'ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori."

Esiste quindi un modo di viaggiare la cui prima caratteristica è la consapevolezza: di sé e delle proprie azioni; un viaggiare etico che va incontro ai paesi di destinazione, alla gente, alla natura con rispetto e disponibilità; un viaggiare consapevole che sceglie di non avallare distruzione e sfruttamento, ma si fa portatore di principi universali: equità, sostenibilità e tolleranza.

La base del cambiamento, dunque, costituita dal territorio per il territorio. Uno sviluppo che si definisce sostenibile perchè è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano soddisfare i propri: garantendo uguali possibilità per le generazioni attuali e quelle future (equità), preservando qualità e quantità delle risorse naturali (integrità) e con l'impegno di tutti (responsabilità); creando condizioni per uno sviluppo durevole, coerentemente con le esigenze sociali ed economiche e con la capacità reattiva dell'ambiente; agendo attraverso un coinvolgimento allargato in modo da ottenere giustizia sociale, sviluppo economico e tutela dell'ambiente e della salute. pur non avendo una vera e propria certificazione, il turismo responsabile si articola ad alcuni principi fondamentali

turismo responsabile la sensibilizzazione dei viaggiatori (preparazione al viaggio, questionario postviaggio)

turismo responsabile la possibilità di contatto con la popolazione locale nel corso dei viaggi proposti (incontri, attività culturali, alloggio in famiglia)

turismo responsabile attenzione alle problematiche ambientali (sensibilizzazione dei viaggiatori, gestione dei rifiuti, gestione delle risorse)

turismo responsabile il coinvolgimento in uno o più progetti di sviluppo locale

turismo responsabile le ricadute economiche locali (scelta di fornitori locali, sistemi di pagamento...)

La terminologia del turismo è estremamente variegata. Per i neofiti, si potrebbe semplificare in questo modo, in modo da permettere loro di dare una dimestichezza maggiore per iniziare a conoscere questo modo di viaggiare.

In Italia, il concetto di "responsabilità" è stato scelto per distinguere "l'altro turismo", frutto della particolare congiuntura nella quale nasce e si sviluppa la critica del turismo nel paese. Innanzitutto, sono due le differenze sostanziali rispetto alle esperienze del Nord Europa precedenti a quella italiana

turismo responsabile il fatto che il terzo settore italiano, già dagli anni '80, promuovesse viaggi di conoscenza e solidarietà con le comunità del Sud del mondo

turismo responsabile il fatto che i principi che andavano man mano definendo la "via italiana"alla sostenibilità turistica fossero applicabili (e quindi promossi) sull'intero comparto turistico

Durante il dibattito precedente alla definizione del 2005, sono due i concetti attorno ai quali si è dibattuto: "consapevolezza" e "responsabilità"; il terzo elemento fui poi quello della "sostenibilità", all'epoca (metà degli anni '90) ancora riferito soltanto alla dimensione ambientale, ma che nel corso degli anni si è estesa anche alla dimensione culturale ed economica. La scelta, come si vede dalla definizione del 2005, ricadrà sul concetto di "responsabilità", in quanto il concetto di consapevolezza non era sufficinete per un miglioramento del turismo: si può essere consapevoli, ma non per questo responsabili.

In Italia, il concetto di "responsabilità" è stato scelto per distinguere "l'altro turismo", frutto della particolare congiuntura nella quale nasce e si sviluppa la critica del turismo nel paese. Innanzitutto, sono due le differenze sostanziali rispetto alle esperienze del Nord Europa precedenti a quella italiana

turismo responsabile il fatto che il terzo settore italiano, già dagli anni '80, promuovesse viaggi di conoscenza e solidarietà con le comunità del Sud del mondo

turismo responsabile il fatto che i principi che andavano man mano definendo la "via italiana"alla sostenibilità turistica fossero applicabili (e quindi promossi) sull'intero comparto turistico

Durante il dibattito precedente alla definizione del 2005, sono due i concetti attorno ai quali si è dibattuto: "consapevolezza" e "responsabilità"; il terzo elemento fui poi quello della "sostenibilità", all'epoca (metà degli anni '90) ancora riferito soltanto alla dimensione ambientale, ma che nel corso degli anni si è estesa anche alla dimensione culturale ed economica. La scelta, come si vede dalla definizione del 2005, ricadrà sul concetto di "responsabilità", in quanto il concetto di consapevolezza non era sufficinete per un miglioramento del turismo: si può essere consapevoli, ma non per questo responsabili.

Turismo sostenibile

Turismo sostenibile

Si riferisce al trittico dello sviluppo sostenibile:

turismo responsabile tollerabile a lungo termine dal punto di vista ecologico

turismo responsabile realizzabile sul piano economico

turismo responsabile equo sul piano economico e sociale per le popolazioni locali

questa definizione è molto generale e applicabile a qualsiasi forma di turismo, in Italia o all'estero, nei paesi del sud o del nord .

Il principio di turismo sostenibile è stato definito nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT): “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.

Il concetto si rifà alla definizione più generale di sviluppo sostenibile data dalla WCED (World Commission on Environment and Development) nel Rapporto Brundtland nel 1987: ”Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.

Altre definizioni di turismo sostenibile :
“Lo sviluppo turistico sostenibile soddisfa le esigenze attuali dei turisti e delle regioni di accoglienza, tutelando nel contempo e migliorando le prospettive per il futuro. Esso deve integrare la gestione di tutte le risorse in modo tale che le esigenze economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte, mantenendo allo stesso tempo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica e i sistemi viventi”.
World Tourism & Travel Council Organizzazione Mondiale del Turismo/Consiglio della Terra, 1996 “Il turismo sostenibile è un turismo, con associate infrastrutture che, ora e nel futuro,

turismo responsabile opera entro le capacità naturali per la rigenerazione e la produttività futura delle risorse naturali;

turismo responsabile riconosce il contributo all’esperienza turistica di popolazioni, comunità, costumi e stili di vita;

turismo responsabile accetta che le popolazioni debbano avere un’equa distribuzione dei benefici economici del turismo;

turismo responsabile è guidato dalle aspirazioni delle popolazioni locali e delle comunità dell’area ospite”



W.W.F. “Un turismo capace di durare nel tempo mantenendo i suoi valori quali-quantitativi. Cioè suscettibile di far coincidere, nel breve e nel lungo periodo, le aspettative dei residenti con quelle dei turisti senza diminuire il livello qualitativo dell’esperienza turistica e senza danneggiare i valori ambientali del territorio interessato dal fenomeno”.

Le caratteristiche principali del turismo sostenibile
:
DUREVOLE: non si basa sulla crescita a breve termine della domanda ma sugli effetti a mediolungo termine del modello turistico adottato, cercando di mettere in armonia la crescita economica e la conservazione dell’ambiente e dell’identità locale, fattori che costituiscono il principio attivo dello sviluppo turistico nel tempo.
DIMENSIONATO E RISPETTOSO DELL’AMBIENTE: dimensionato nel tempo, per ridurre gli effetti legati alla stagionalità, e nello spazio, individuando la capacità d’accoglienza del territorio e limitando l’affluenza dei turisti in funzione delle caratteristiche fisiche dei luoghi. Si definisce così una soglia dei visitatori atta a garantire la conservazione degli spazi e la qualità dell’esperienza turistica. INTEGRATO E DIVERSIFICATO: l’offerta turistica deve essere il risultato naturale delle risorse locali: il patrimonio architettonico, le feste tradizionali, la gastronomia, i rapporti con il mare, con il deserto… il turismo non può essere un elemento estraneo all’identità del luogo ma un elemento integrato alla ricchezza culturale ed economica dello stesso. In questo senso la “monocultura turistica” deve essere sostituita con dei modelli diversificati in cui il turismo occupi una parte importante della struttura economica. Inoltre, il modello turistico sostenibile è aperto al territorio circostante in modo che gli spazi naturali delle località vicine facciano parte della medesima offerta turistica. La diversità urbana, paesaggistica e naturale dell’insieme rafforza, infatti, l’attrattiva dell’offerta. PIANIFICATO: implica un’analisi attenta delle condizioni presenti e delle prospettive future, unite alla presa in considerazione al momento della decisione delle diverse variabili che intervengono nel processo turistico.
ECONOMICAMENTE VITALE: si propone quale modello alternativo che non rinuncia alla vitalità economica e alla ricerca del benessere della comunità locale. Non si pone come priorità la crescita rapida dei redditi turistici, ma la natura e la vitalità nel tempo degli investimenti.
PARTECIPATO: in quanto tutti i soggetti devono essere coinvolti nei processi decisionali riguardanti lo sviluppo del territorio e collaborare alla realizzazione.

Sviluppo sostenibile: pensare oggi per il domani

Sviluppo sostenibile: pensare oggi per il domani

Il termine "sostenibilità" è stato impiegato per la prima volta in silvicoltura nel 1713 da Hans Carl von Carlowitz: definiva la gestione di un bosco in cui si abbatte unicamente la quantità di legno che è in grado di ricrescere.

La concezione moderna di sostenibilità è illustrata nel rapporto ONU del 1987 dal titolo "Il nostro futuro comune": in esso si afferma che lo sviluppo è sostenibile quando garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri.

Condizione fondamentale per la sostenibilità è il successo economico. Solo così un'azienda può disporre del margine di manovra necessario per minimizzare l'impatto sull'ambiente e far fronte alla propria responsabilità sociale.

Un operato sostenibile è sempre in bilico fra dipendenze negative e positive: lo standard Minergie sui fabbricati, per esempio, riduce il fabbisogno energetico e di conseguenza anche i costi. I filtri CRT, al contrario, proteggono i polmoni trattenendo le polveri sottili, ma aumentano i consumi di carburanti.

Già dal 1998

La politica imprenditoriale della Posta inizia a occuparsi di sostenibilità nel 1998, ma concentrandosi ancora prevalentemente sulla tutela ambientale. Il fattore sostenibilità e la consapevolezza delle interdipendenze esistenti in campo economico, ecologico e sociale si sono sviluppati in modo graduale.

Parole più usate: Tedesco - Italiano parte 4

Amerikanern
     1. sost. dativo plurale di Amerikaner
     Amerikaner
          1. sost-m. americano

Belegt
     1. agg. imbottito
     2. agg. (araldica) caricato
           belegt mit 3 achtstrahligen goldenen Sternen: caricato di tre stelle a otto raggi d'oro
     belegen
1.       verb. belegen, giustificare
Schuh
     1. sost-m. scarpa
           flache/hohe/bequeme/leichte Schuhe
           scarpe basse/alte/comode/leggere
           (sich) die Schuhe an-/ausziehen
           mettersi/togliersi le scarpe

Schlau
     1. agg. furbo, astuto
     2. agg. smaliziato, scaltro

Flug
     1. sost. (araldica) volo

Jenes
     1. agg. quello.

Deutsch
     1. agg. tedesco

Frankfurt
     1. nome. (toponimo) Francoforte
           Frankfurt am Main: "Francoforte sul Meno"
           Frankfurt an der Oder: "Francoforte sull'Oder"

Taschentuch
     1. sost. fazzoletto
           sich (dat) einen Knoten ins Taschentuch machen
           fare un nodo al fazzoletto

Ersetzen
     1. verb. sostituire

Verbieten
     1. verb. inibire

Schuppen
     1. sost-m. rimessa
     2. sost-m. capannone
     3. sost-m. (familiare) baracca
           die neue Disko ist ein ganz vornehmer Schuppen
           la nuova discoteca è un posto molto chic
     Schuppe
          1. subst. squama
Breiten
     1. verb. distendere
     breit
          1. agg. largo, ampio

Verständlich
     1. agg. comprensibile

Hinweis
     1. sost. Hinweis, segnalazione

Abteilung
     1. sost. sezione, reparto, compartimento

Schmutzig
     1. agg. sporco

Afghanistan
     1. nome. (toponimo) Afghanistan

Erbe
     1. sost. eredità

Friseur
     1. sost. parrucchiere, barbiere

Team
     1. sost. equipe

Scheiben
     1. sost. (araldica) plurale di Scheibe: torte
     Scheibe
1.       sost. (araldica) torta
Hühner
     1. sost. plurale di Huhn
     Huhn
          1. sost. pollo
          2. sost. gallina

Spruch
     1. sost. detto, motto, proverbio
     2. sost. (diritto) sentenza, giudizio

Kundschaft
     1. sost. clientela
     2. sost. clienti
     3. sost. perlustrazione
     4. sost. esplorazione
     5. sost. ricognizione

Versehen
     1. sost. errore

Anstellen
     1. verb. impiegare

Plätzchen
     1. sost. biscotto

Kleinigkeit
     1. sost. dettaglio
     2. sost. piccolezza
     3. sost. sciocchezza
     4. sost. bazzecola
     5. sost. quisquilia

Heirat
     1. sost. matrimonio
Schwarz
     1. sost. nero

Erhöht
     1. agg. (araldica) alzato
     erhöhen
          1. v. ingrandire

Mittwoch
     1. sost. mercoledì; terzo giorno della settimana

Honig
     1. sost-m. miele

Fliege
     1. sost. (zoologia) mosca
     2. sost. papillon
     3. sost. farfallino
     4. sost. cravatta a farfalla

Schiffe
     1. sost. plurale di Schiff
     Schiff
          1. sost. nave
          2. sost. navata
          3. sost. vascello

Ankunft
     1. sost. arrivo

Backen
     1. verb. cuocere nel forno
     2. verb. cuocere
     3. verb. friggere
     4. verb. seccare

Dienstag
     1. sost. martedì, secondo giorno della settimana.

Muster
     1. sost-m. campione

Mai
     1. sost-m. maggio

Rasen
1.       sost. (araldica) terrazzo
Helfer
     1. sost-f. aiutante
     2. sost-f. soccorritore
     3. sost-f. complice

Vernichten
     1. verb. estirpare

Beklagen
     1. verb. deplorare, lamentare, deplorano, deploriamo, dolersi

Champagner
     1. sost-m. champagne; vino spumante della regione Champagne nel nord della Francia.
Gefesselt
     1. agg. (araldica) guinzagliato
     fesseln
          1. v. assorbire
          2. v. affascinare

Eichel
     1. sost. (araldica) ghianda

Weiß
     1. sost. bianco

Universum
     1. sost. universo; il termine universo descrive l'insieme dei corpi celesti e lo spazio dove essi sono situati

Auskunft
     1. sost. informazione

Weihnachtsbaum
     1. sost. albero di Natale

Gegenstand
     1. sost-m. oggetto

Beurteilen
     1. verb. giudicare.

Gerede
     1. sost. chiacchiere
     2. sost. pettegolezzi
     3. sost. dicerie

Anlage
     1. sost. allegato
     2. sost. impianto

Ehepaar
     1. sost. coppia sposata

Köln
     1. nome. (toponimo) Colonia

Café
     1. sost. caffè
     2. sost. bar

Käfig
     1. sost-m. gabbia

Geladen
     1. agg. (araldica) caricato
     laden
          1. v. caricare
Peking
1.       nome. (toponimo) Pechino
Autobahn
     1. sost. autostrada

Gedeckt
     1. agg. (araldica) coperto
     decken
          1. v. coprire

April
     1. sost. aprile

Anfassen
     1. verb. toccare
     2. verb. afferrare, impugnare
     3. verb. (senso figurato) trattare grossolanamente
     4. verb. (senso figurato) intraprendere, affrontare un qualcosa

Knoblauch
     1. sost. aglio

Panzer
     1. sost-m. corazza

Hammer
     1. sost-m. martello
     2. sost-m. maglio
     3. sost-m. cannonata ( calcio )

Kindergarten
     1. sost-m. scuola materna
     2. sost-m. asilo (nido)
     3. sost-m. giardino d' infanzia

Lehrling
     1. sost-m. vedi Auszubildende

Huhn
     1. sost. pollo
     2. sost. gallina

Eifersucht
     1. sost. gelosia

Dezember
     1. sost-m. dicembre

Pfeil
     1. sost. freccia

Selbstmord
     1. sost. suicidio

Thron
     1. sost. trono

Affäre
     1. sost. affare
636
Hasen
     1. sost. plurale di Hase
     Hase
          1. sost-m. lepre m
          2. sost-m. coniglio m
          3. sost-m. polpettone

Einheit
     1. sost. unità

Krug
     1. sost-m. brocca
     2. sost-m. boccale
     3. sost-m. osteria

Kerze
1.       sost. Candela
Fähigkeit
     1. sost. abilità, capacità

Reiter
     1. sost. cavaliere

Landwirtschaft
     1. sost. agricoltura
     2. sost. fattoria
     3. sost. piccola azienda agricola
     4. sost. agraria

Hase
     1. sost-m. lepre m
     2. sost-m. coniglio m
     3. sost-m. polpettone

Laut
     1. sost-m. suono
     2. sost-m. rumore

Blau
     1. sost. (araldica) azzurro

Aufzug
     1. sost. ascensore

Trinkgeld
     1. sost. mancia

belegen
     1. verb. belegen, giustificare

Eisen
     1. sost. ferro

Untergang
     1. sost-m. caduta, crollo

Motorrad
     1. sost. motocicletta
     2. sost. moto
     3. sost. motociclo

Beißen
     1. verb. mordere, morsicare

Abitur
     1. sost. maturità
     2. sost. licenza liceale

Angelegenheiten
     1. sost. plurale di Angelegenheit
     Angelegenheit
          1. sost. affare, faccenda

Gabel
     1. sost. forchetta
     2. sost. (araldica) pergola

Streich
     1. sost. termine per farsa
Aufrecht
     1. agg. (araldica) rapace
     2. agg. (araldica) rampante

Material
     1. sost. materiale
     2. sost. attrezzatura
     3. sost. equipaggiamento
     4. sost. documentazione

Sowjetunion
1.       nome. (toponimo)(storia) Unione Sovietica
Garage
     1. sost. (auto)rimessa
     2. sost. garage
     3. sost. box

Schmied
     1. sost-f. fabbro
     2. sost-f. maniscalco

Seide
     1. sost. seta
           reine Seide
           seta pura
           aus reiner Seide
           di pura seta

Angaben
     1. sost. plurale di Angabe
     Angabe
          1. sost. affermazione, dichiarazione
          2. sost. dato (statistico)
          3. sost. indicazione

ausdrücklich
     1. agg. ausdrücklich, esplicito

Gas
     1. sost. gas

Hauptsache
     1. sost. cosa principale
     2. sost. essenziale
     3. sost. sostanza

Jungfrau
     1. sost. vergine, donna illibata
     2. sost. (religione) la Vergine Maria, Madonna (v. madonna)
     3. sost. (astrologia) segno zodiacale della Vergine
     4. nome. Jungfrau, nome della più alta montagna delle Alpi Bernesi, in Svizzera

Badewanne
     1. sost. vasca da bagno

Wirtshaus
     1. sost. osteria
     2. sost. taverna
     3. sost. trattoria
     4. sost. locanda

Abendbrot
     1. sost. cena semplice (fredda)
           Abendbrot essen
           cenare

Kram
     1. sost-m. cose
     2. sost-m. roba

Mehl
     1. sost. farina - grano ridotto in polvere dalla macinazione

Österreich
     1. nome. (toponimo) Austria

Senken
     1. verb. abbassare.

Fieber
     1. sost. febbre

Christkind
     1. nome. Gesù Bambino

Drache
     1. sost. (araldica) drago

Baden
     1. verb. fare il bagno
           nackt baden
           fare il bagno nudo
     2. verb. bagnarsi

Fläche
     1. sost. superficie, nella matematica e geografia
     2. sost. pianura, nella geografia
2.       sost. suola; suola di pialla
Affe
     1. sost. scimmia

Schütteln
     1. verb. agitare

Heilige
     1. agg. santo,santa
     2. agg. sacro

Hast
     1. sost. fretta
     2. sost. furia
     3. sost. precipitazione

Silber
     1. sost. (araldica) argento

Futter
     1. sost. foraggio
     2. sost. pastura
     3. sost. mangime
     4. sost. becchime
     5. sost. fodera

Gärtner
     1. sost-m. giardiniere
     2. sost-m. orticoltore

Abgrund
     1. sost-m. abisso, precipizio, baratro, dirupo, voragine

Korruption
     1. sost. termine per corruzione

Spielzeug
     1. sost. giocattolo

Fahrstuhl
     1. sost-m. ascensore

Oktober
     1. sost. ottobre

abgemacht
     1. agg. pattuito, concordato

Rot
     1. sost. (araldica) rosso

Schlitten
     1. sost. slitta

Faden
     1. sost-m. filo
     2. sost-m. punti ( medicina )
     3. sost-m. braccio

Waschmaschine
     1. sost. lavatrice f

feucht
     1. agg. bagnato

Abwesenheit
     1. sost. assenza
     2. sost. distrazione

Grün
1.       agg. Verde
Geldbeutel
     1. sost. borsellino, portafoglio

Obst
     1. sost. frutto,frutta

Abgang
     1. sost-m. partenza, uscita, ritiro

Juni
     1. sost. giugno

Akte
     1. sost. documento, atto

Gehorchen
     1. verb. ubbidire, obbedire

Schweben
     1. verb. galleggiare

Riskieren
     1. verb. rischiare

Fahne
     1. sost. (araldica) orifiamma, stendardo

Glückwunsch
     1. sost. congratulazione, felicitazione

Ratte
     1. sost. ratto

Angestrengt
     1. agg. intenso
     2. avv. intensamente

Gelb
     1. agg. giallo

Altersheim
     1. sost. casa di riposo
     2. sost. ospizio
     3. sost. (Pegg) ricovero
     4. sost. gerontocomio
     5. sost. ospizio dei vecchi

Ausgebrochen
     1. agg. (araldica) vuotato

Pinsel
     1. sost. pennello con l'accezione di strumento per dipingere

Abfall
     1. sost-m. rifiuti, immondizie, immondizia, spazzatura
     2. sost-m. defezione

Hausfrau
     1. sost. casalinga
     2. sost. donna di casa
     3. sost. massaia
     4. sost. padrona di casa
     5. sost. affittacamere

Heide
     1. sost. erica
     2. sost. brughiera
     3. sost-f. pagano

Nass
1.       agg. Bagnato
Bedenken
     1. verb. considerare
     2. verb. pensare
     3. verb. riflettere
     4. verb. regalare
     5. verb. riflettere

Rhein
     1. nome. Reno

Korn
     1. sost. seme
     2. sost. chicco
     3. sost. (botanica) grano - frumento
     4. sost. granello
     5. sost-m. acquavite ( di grano )

Braun
     1. agg. bruno, marrone, castano

Stamm
     1. sost. tronco

Gitter
     1. sost. (araldica) affibbiatura

Bestanden
     1. agg. coperto
     2. agg. superato
     3. verb. prima persona plurale indicativo passato del verbo bestehen
     4. verb. terza persona plurale indicativo passato del verbo bestehen
     5. verb. participio passato del verbo bestehen
     bestehen
          1. v. esistere
          2. v. riuscire, succedere

Hallo
     1. inter. ciao

November
     1. sost-m. novembre

Denkmal
     1. sost. monumento

Januar
     1. nome-m. termine per gennaio; primo mese dell'anno secondo il calendario gregoriano

Ast
     1. sost. (araldica) ramo

Diele
     1. sost. ingresso
     2. sost. tavola, tavolo
     3. sost. Tisch

Buben
     1. sost. ragazzi

Mülleimer
     1. sost. secchio delle immondizie m

Schnecke
     1. sost. chiocciola, lumaca

Beachten
     1. verb. badare, osservare

Christus
     1. nome. Cristo

Adern
     1. sost. plurale di Ader
     Ader
          1. sost. arteria, filone, vena, filo

City
1.       sost. centro città


Bekleidet
     1. agg. (araldica) vestito
     bekleiden
          1. v. occupare
          2. v. vestire

Flöte
     1. sost. flauto

März
     1. sost. marzo.

Ablauf
     1. sost. termine, scadenza, decorso

Beschwerden
     1. sost. plurale di Beschwerdebriefe
     Beschwerde
          1. sost. reclamo

Läden
     1. sost. plurale di Laden
     Laden
          1. sost-m. negozio
          2. sost-m. bottega
          3. sost-m. spaccio
          4. sost-m. imposta
          5. sost-m. persiana

Igel
     1. sost-m. (zoologia) riccio

Gier
     1. sost. ingordigia
     2. sost. avidità
     3. sost. brama
     4. sost. cupidigia
     5. sost. bramosia

Eigenschaften
     1. sost. plurale di Eigenschaft, proprietà
     Eigenschaft
          1. sost. proprietà
          2. sost. caratteristica
          3. sost. qualità

Absichten
     1. sost. plurale di Absicht
     Absicht
          1. sost. intenzione, intento, proposito, intendimento, proponimento

Benzin
     1. sost. benzina

Folglich
     1. cong. dunque

Tierarzt
     1. sost. veterinario

Cousine
     1. sost. vedi Kusine


Dämmerung
     1. sost. crepuscolo
     2. sost. alba
           die Dämmerung bricht an
           spunta l' alba
     3. sost. imbrunire

Kaninchen
     1. sost. coniglio

Einfall
     1. sost-m. idea
     2. sost-m. trovata
     3. sost-m. invasione
     4. sost-m. incidenza

Stift
     1. sost. matita

Handschuhe
     1. sost-m. plurale di Handschuh
     Handschuh
          1. sost-m. guanto

Pfanne
1.       sost. padella f

Münze
     1. sost. (araldica) bisante

Blasen
     1. verb. soffiare

Leder
     1. sost. pelle
     2. sost. cuoio
     3. sost. pallone

Seife
     1. sost. sapone
     2. sost. saponetta
           ein Stück Seife
           un pezzo di sapone; una saponetta
           flüssige Seife

Rabe
     1. sost. (ornitologia) corvo

Gulasch
     1. sost. bocconcini

Stab
     1. sost. (araldica) verghetta

Rechner
     1. sost. calcolatrice

Helm
     1. sost. (araldica) elmo

Abgeordneten
     1. sost. deputati

 Teich
     1. sost-m. laghetto
     2. sost-m. stagno

Analyse
     1. sost. analisi

Eigentümer
     1. sost. signore, padrone
     Eigentum
          1. subst. possesso

Papagei
     1. sost-m. (zoologia) parrocchetto, pappagallo

Aufgelegt
     1. agg. (araldica) incoccato
     auflegen
          1. v. applicare

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