In questo momento
cruciale dell'Italia dove lavoratori e crisi salariale delle famiglie
vanno avanti senza sosta, alla camera dei deputati si discuterà
della legge elettorale Italicum non prima dell'11 Febbraio.
Dopo la profonda intesa
che si è riservata con ottimismo tra Italia e Spagna sui temi
europei e internazionali, dopo il vertice intergovernativo che si è
svolto a Roma, a Villa Madama, Il premier Enrico Letta sbarca nel
Golfo in missione di quattro giorni per “attirare investimenti”.
La strategia in ambito europeo è quello di combattere la
disoccupazione, che in Italia rappresenta uno degli indicatori
economici più preoccupanti.
Il premier ribadisce che
ovviamente bisogna dare ancora una volta l’immagine di un’Italia
credibile, allontanare gli spauracchi dei fallimenti. Lancia anche un
messaggio chiaro contro i Cinque Stelle ragionando sul fatto che non
possano chiedere l'impeachement contro Giorgio Napolitano perchè non
hanno i voti e richiama alla calma.
Da Abu Dhabi Enrico Letta
dice che le cose da fare sono ancora tante e che la crisi è dietro
le spalle. Rispondendo così al Presidente di Confindustria Squinzi: “ognuno
faccio il proprio mestiere”. Il quale quest'ultimo aveva ammonito,
“con un cartellino giallo” il premier.
Il governo sta veramente
facendo il proprio lavoro? E che la stabilità e la credibilità
dell’Italia sono da puntare a un gioco “arabo” per migliorare
investimenti e rilanciare crescita e lavoro?
Un segnale per
comprendere lo stato d’abbandono in cui versa oggi l’Italia, è
la fuga dal Paese della nostra maggiore industria: la Fiat, ora FCA
(Fiat Chrysler automobiles).
Se la Fiat emigra, vuol
dire che da noi c’è qualcosa che non va. Fisco, burocrazia
soffocante, compromessi, instabilità politica.
Quali speranze per questa
Italia del niente? Mi chiedo se Matteo Renzi, un euforico
comunicativo riuscirà a riempire questo vuoto contro un agitato
popolo di cittadini “imbestialiti”. Renzi forse ha posto in
primis, che il Paese non poteva più aspettare, e a viso aperto ha
sfidato una classe politica da tempo immobile. Al livello
comunicativo e mediatico si è “bruciato” e ha perso tanto. Anche
la carica del suo Presidente di Partito. E non sta avendo vita
facile, la strategia che ha seguìto non è certamente da lodare.
Renzi suppone che lo hanno “costretto” le condizione, a fare il
patto con quello che i suoi compagni considerano il diavolo. Quindi
l’avvicinamento a Berlusconi è più aritmetico che politico
pensano dal suo staff.
I numeri per una riforma
elettorale ed istituzionale, li potevano avere solo con il Cavaliere?
C'era un'altra possibilità? A voi la risposta. E il ruolo del
Parlamento che fine ha fatto? La democrazia?
Tuttavia le imminenti
elezioni per il Parlamento europeo saranno decisive per l’Italia e
l’Europa.
I prossimi mesi saranno
definitivi anche perché l’Italia assumerà la Presidenza
dell’Unione nel secondo semestre del 2014. In questi ultimi anni
l’intervento dell’assemblea di Strasburgo ha tollerato all’Unione
di fare importanti passi in avanti. Questo incontro istituisce
un’occasione quasi certamente irripetibile per il rilancio del
progetto europeo che appare sempre più privo di prestanza
propulsiva.
Con l’elezione del
Parlamento e la carica della nuova Commissione si aprirà un ciclo
politico che spetterà all’Italia orientare attraverso proposte di
sistema coraggiose.
Il rilancio dell’Europa
sta nel sorpasso delle politiche di austerità che minano lo sviluppo
del nostro continente e condannano i giovani ad un futuro di
instabilità e precarietà.
Inoltre, alle prossime
elezioni, per la prima volta i principali partiti europei
presenteranno un candidato alla guida della Commissione. Questo può
trasformare la Commissione in un vero governo dell’Unione, rendendo
il processo risolutivo più chiaro e rafforzando il potere di
influenza dei cittadini europei.
Giacomo Palumbo
(@palgiac)
Giacomo Palumbo
(@palgiac)
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